Vivienne Westwood, il punk è morto (ancora)

Se ne è andata Vivienne Westwood, icona punk della moda

La notizia è stata data via social la sera del 29 dicembre

L’anno si chiude con un’altra perdita importante, quella della stilista Vivienne Westwood.
Scomparsa il 29 dicembre all’età di 81 anni, la Westwood ha chiuso gli occhi «serenamente e circondata dalla sua famiglia, a Clapham, nel sud di Londra».

La sua è una storia importante, legata indissolubilmente a doppio filo alla cultura punk.
Vivienne Westwood è stata colei che ha saputo dare un’identità visiva al punk nel mondo della moda, settore all’interno del quale si è distinta riuscendo a portare in passerella uno stile anticonformista, unico e riconoscibile.
Nei suoi abiti non si parla mai soltanto di stoffa e cuciture, piuttosto di emozioni, rabbia e proteste.
I tratti distintivi di una generazione in lotta con il sistema.

Verso la metà degli anni Settanta, grazie all’incontro con Malcolm McLaren, inizia quella che è una grande storia: la loro (d’amore) e quella di una rivoluzione (la moda incontra la musica).

Malcolm McLaren e Vivienne Westwood © David Parkinson

Malcolm McLaren, produttore discografico con la passione per l’abbigliamento, ha il potere di dare personalità ai gruppi con i quali lavora: il suo percorso inizierà con i New York Dolls ma raggiungerà l’apice con i Sex Pistols.
E proprio la band di Johnny Rotten sarà per Vivienne Westwood terreno fertile da coltivare.
Grazie al connubio di due personalità forti, unite non solo nella vita ma anche nel lavoro, è nato uno stile che ancora oggi ritroviamo, con le dovute distinzioni, in diverse collezioni di altri stilisti importanti a livello internazionale.

La moda punk segue un concetto molto semplice: jeans e magliette, strappi, borchie, inserti in cuoio e catene di metallo.
L’ispirazione è la moda di strada, il risultato è la ribellione al bon ton con un tocco distintivo che rompe totalmente le regole.
Vivienne Westwood ha vissuto tutta la sua vita sfidando le convenzioni sociali dell’epoca, rompendo gli schemi dell’alta moda con uno sguardo futurista che le ha portato fortuna.
Lungimirante e contemporanea già cinquant’anni fa, è stata una vera anarchy in the U.K..
Con lei il punk è morto per l’ennesima volta.

 

 

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