Sanremo 2021, la prima serata del festival (ai tempi della pandemia)

Anche quest’anno, nonostante mille peripezie, siamo arrivati in quella finestra spazio-temporale che risponde al nome del “Festival della canzone italiana”.
La kermesse sanremese del 2021 è in una forma inedita e, per certi versi, straordinaria: il lungo dibattito sulla possibilità di avere il pubblico in sala si è concluso con le sedie dell’Ariston vuoto.

Il primo a salire sul palco è Gaudiano con ‘Polvere da sparo‘, apripista tra le nuove proposte seguito da Elena Faggi.
A seguire è la volta di Avincola e Folcast.
Quattro artisti che nel complesso non portano nessuna novità sul palco dell’Ariston: la selezione dei giovani ha portato una musica datata senza nessun guizzo, perlomeno nella prima serata.
Tuttavia la spuntano Gaudiano e Folcast, le due canzoni migliori.

La prima ad esibirsi tra i big è Arisa che si presenta con una canzone firmata da Gigi D’Alessio e già si avverte il cambio di passo con le nuove proposte.
La canzone richiama vagamente un vecchio pezzo della cantante ligure, ‘La Notte‘, ma non decolla come il suo precedente successo.
Un bel brano per rompere il ghiaccio con la competizione, che si salva per l’interpretazione su tutto.

Colapesce e Dimartino invece invertono il flusso puntando sulla scrittura: ‘Musica leggerissima‘ è a tutti gli effetti una costola de “I Mortali”, loro album uscito lo scorso anno.
Il brano parte lento ma cresce fino a diventare tormentone; senza prendersi sul serio i due cantautori siciliani piazzano il colpo. Vedremo.

Aiello con «sul sesso ibuprofene» non sfigura, anche se la sua esibizione è troppo carica di enfasi e l’intero brano (‘Ora’) andrebbe riascoltato con più calma.

Fedez e Francesca Michielin portano un brano che non rappresenta la cima delle loro discografie ma che di sicuro le radio passeranno a ripetizione.

Certo, poi arriva Loredana Bertè e il divario si avverte.
Dal palco dell’Ariston in qualità di ospite, dopo un medley con i più grandi successi della sua carriera (scelti accuratamente tra quelli firmati da Ivano Fossati) presenta l’ultimo lavoro, ‘Figlia di…‘.
Un lavoro diverso ma, al contempo, che la rispecchia in pieno. 

A lei succede Max Gazzè in versione stregone, con un travestimento à là Harry Potter.
Il brano portato, ‘Il farmacista‘, è a modo suo, uno scioglilingua: si può fare, entra subito in testa.

Dopo di lui arriva Noemi che in questa prima serata sostituisce in scaletta Irama, al momento bloccato in quarantena preventiva a causa della positività al Covid di un membro del suo staff.
Glicine‘ è un brano che la pone in alto nel gradimento del pubblico: la sua voce si muove sinuosa in uno dei testi d’amore più riusciti di questo Festival. 

Altro giro, altra corsa: la gara canora si ferma per un nuovo ospite, Achille Lauro, che presenta il suo nuovo singolo ‘Solo noi‘ citando il Bowie di Ziggy Stardust e Velvet Goldmine, facendo così entrare il glam-rock sul palco del Teatro Ariston.
Esibizione degna di nota, provocatoria come il cantautore romano.

La gara dei big riprende con Madame, vera e propria esordiente su questo palco.
Scavalcando la categoria giovani, sulla scena non tradisce nessun timore reverenziale con una performance intensa al servizio di una canzone, ‘Voce‘, che ha bisogno di tempo per essere digerita (ma che alla lunga le darà soddisfazione).

In uno degli intermezzi pressoché inutili, Matilda De Angelis e Amadeus si lanciano in un monologo sull’importanza dei baci: peccato sia stata associata al siparietto la foto di un famoso bacio a Times Square che nel tempo, però, è diventato sinonimo della violenza sulle donne.
La domanda è se gli autori del Festival vivano davvero su questo pianeta o meno, riuscendo ad essere in questa occasione sulla falsariga del monologo di Diletta Leotta e sua nonna.

È la (prima) volta dei Maneskin: ‘Zitti e buoni‘ è una canzone senza infamia e senza lode.
Danno l’impressione di interpretare sé stessi.
Compitino.

Ghemon, su cui le aspettative erano alte, si presenta con ‘Momento perfetto‘, una canzone che stenta a spiccare il volo.
Non regge assolutamente il confronto con un brano come ‘Rose viola‘ e richiede sicuramente qualche ascolto in più.

I Coma_Cose sono una sorpresa dal momento che in ‘Fiamme negli occhi‘ abbandonano il loro hip hop decadente per un pezzo à là She & Him, solari come non lo sono forse mai stati.

Totalmente diverso il discorso per ‘Dieci‘ e Annalisa che fa tutto bene come il suo solito ma, ahinoi, non è supportata da un brano all’altezza: sembra andare col pilota automatico su sonorità senza guizzi.

In mezzo a nomi giovani nonostante siano in gara i Big, arriva il momento di una vecchia conoscenza del Festival.
Penultimo cantante in gara, Francesco Renga canta il suo pezzo all’una in punto.
Quando trovo te‘ tradisce una voce parecchio al di sotto dei soliti standard dell’ex Timoria, e si rivela un brano anonimo che non lascerà il segno da nessuna parte.

A chiudere la prima serata è Fasma in quota autotune, con ‘Parlami‘, un brano che richiama in tutto e per tutto quello dello scorso anno.
Anche qui, nulla di nuovo o meritevole di nota.

Di certo, su tutti Matilda De Angelis alla conduzione ha rappresentato una ventata d’aria fresca al netto degli autori, che la hanno tenuta (fin troppo) su binari da comfort zone.
Le canzoni in gara hanno avuto alti e bassi, alcune si sono rivelate delle belle sorprese mentre altre hanno sicuramente deluso le aspettative.
Come al solito, se non si fosse indugiato troppo sul varietà (non sempre eccellente) il ritmo della serata ne avrebbe giovato.
Al netto delle restrizioni e delle normative vigenti, un’edizione di Sanremo senza pubblico poteva essere impensabile o, quantomeno, difficoltosa – tuttavia, per ora, lo spettacolo viaggia.

La classifica finale della prima serata vede in testa Annalisa.
Contrariamente alle impressioni avute in sala e nei feedback social troviamo Madame e i Maneskin con Colapesce e Dimartino insieme a Ghemon nei bassifondi.
Un Renga sotto tono si piazza, a sorpresa, molto in alto.
Prima serata e solite montagne russe sanremesi, in attesa di scoprire cosa riservano il resto dei concorrenti.

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