Siranda – La Scatola del Male

I Siranda nascono 10 anni fa sotto il caldo sole di Sicilia da un’idea di Salvo Zappulla e Davide Calderone, entrambi chitarristi.
Poco prima del 2012, dopo alcuni cambi di line-up e di stili musicali, trovano l’equilibrio con la stessa formazione che incontriamo oggi e che si completa con la partecipazione di Sergio Tarascio (basso), Fabiano Arisco (batteria) e William Voi (voce).
Uscito a gennaio 2016, ma già disponibile in digitale dallo scorso 31 ottobre, “La Scatola del Male” è la sintesi del percorso compiuto in questi anni dai Siranda.
Un disco che sin dai primi ascolti fa intuire una spiccata sensibilità nella costruzione dei testi, incentrati sull’atteggiamento e lo stile di vita delle generazioni moderne: troppo protette per certi versi e di conseguenza facilmente influenzabili, senza forti opinioni. La metafora delle cause a questo disagio è quella che viene definita “La Scatola del Male“, e che ben spicca nell’artwork di copertina: un televisore, contenitore mediatico che diffonde contro cultura.

Nei nove brani contenuti nell’album viene espresso un buon sound dal sapore retrò, che si accosta effettivamente a quelle che sembrano essere le influenze della band: se i testi presentano cura e metafore ragionate e non buttate nel mezzo di un grande calderone, i suoni oscillano tra l’alternative ed il progressive rock.
Il tuo veleno‘ è il brano che apre il disco, e la voce di William Voi diventa interprete di uno dei testi più belli che si incontrano in questo disco dei Siranda.
Tra atmosfere di italian rock e qualche ammiccamento (forse non voluto) al Pelù di “El Diablo”, la strada scelta dai 5 siciliani non è semplice ma sicuramente interessante.
Non semplice poiché in un panorama dove da un lato regnano sovrani i talent e l’unica via per essere alternativi e contro corrente è quella di osannare l’indie pop, progetti come questo trovano poco respiro.
I brani dei Siranda sono lunghi, la maggior parte di essi supera i cinque minuti di ascolto e questo li rende inadatti ad un passaggio radiofonico, ma poco importa: progetti simili si ascoltano o live o su cd, è raro poterli apprezzare su network radiofonici.
Ed è un peccato, perché i virtuosismi con le chitarre e la potenza della batteria sono solo piccoli dettagli che vanno a plasmare e definire un disco dalle grandi potenzialità.

Come si dice di solito?
Buona la prima, e con questo Lp i Siranda inaugurano a pieno titolo un nuovo percorso nella loro storia.

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