OvO – Creatura


È uscito il 9 dicembre (un anticipo sui regali di Natale) “Creatura”, l’ottavo album ufficiale degli OvO, che ancora una volta stupiscono affidando il nuovo nascituro a DioDrone, un’etichetta giovane che per il duo «rappresenta al meglio il modo nuovo e contemporaneo di fare noise e di farlo in modo “do it yourself”».

Prima di parlare del disco è necessaria una premessa.
Agli occhi dei più sono una brutta persona: non mi piacciono i bambini e sostengo da sempre che non tutti siano belli.
Anzi, alcuni quando nascono son proprio brutti e quando crescono non migliorano affatto mentre altri son carini appena nati e poi crescendo (comunque) peggiorano.
Ci sono anche le eccezioni, quelli belli da subito, ma sono casi molto rari.
Mi hanno sempre dato fastidio quel tipo di persone che quando vanno a far visita ad una coppia di neo genitori si sentono in dovere di dir loro quanto sia meravigliosa la loro prole sfoggiando un falso sorriso.
Mettetevi ora nei miei panni: per paura di dover rinunciare a me stessa o di ferire qualcuno, mai avrei voluto parlare della nuova creatura di una coppia di musicisti che conosco personalmente e che stimo.
Quella di “Creatura” è stata una gestazione che ho respirato negli sguardi di Bruno Dorella e Stefania Pedretti, nei loro racconti durante i giorni della registrazione e di cui conosco nonni e zii.
Ho anche  assistito alla “prima ecografia” grazie all’anticipazione live che gli OvO ci hanno regalato in ottobre durante il Krakatoa Fest a Bologna – ma, appunto, da un’ecografia non si può capire come sarà il nascituro.

Poi finalmente è arrivato dicembre, il mese dell’uscita ufficiale.
Io nel frattempo ho abbandonato l’Italia (ora vivo a Londra), ho messo distanza al giudizio di parenti e amici e con le mie cuffie camminando per strade nuove nelle mie orecchie riecheggia la potenza nero pece di “Creatura“.
Non ho più paura di parlane, di ammettere (senza sembrare falsa o di parte) che si tratta di una nascita bellissima.

Creatura” è come un bambino che incontri per strada: non lo conosci ma capisci subito dalla sua pelle emaciata e dai suoi occhi cupi di chi è figlio.
Non potevano infatti essere altri che Stefania Pedretti e Bruno Dorella gli artefici di questo suono senza confine o definizione, in puro stile OvO anche se manipolato, sconvolto e portato ad un’altro livello.

«“Creatura” nasce come entità mutante, dalla lunga gestazione. Una volta nata, la sua diversità diventa il suo punto di forza. La sua unicità non è un limite: non le dà confini»

Per creare questa nuova miscela alchemica, oltre ai classici ingredienti (il personalissimo modo di suonare una mezza batteria di Bruno o il growl di Stefania) gli OvO hanno strizzato gli occhi all’elettronica, introducendo inusuali elementi di estrazione drone riarrangiati tuttavia nello stile del duo.
Le  basi di batteria e i campionamenti che usa Dorella sono stati prima suonati live e poi ricampionati e trasformati in loop.
In questa fase del progetto gli OvO hanno potuto contare sulla collaborazione di nomi illustri quali Garaliya (Morkobot), Riccardo Gamondi (Uochi Toki), Stefano Ghittoni (Dining Rooms), a034, Reeks (Surgical Beat Bros, No Hay Banda Trio, Germanotta Youth).
Stefania
, oltre a martirizzare la sua chitarra, si è occupata di catturare alcuni field recordings durante il tour degli OvO in Vietnam.
Inoltre, con il suo modo unico di utilizzare la voce, declama le formule magiche che trasformano questa miscela alchemica in una potentissima pozione fatta di sovrastrutture e sovraincisioni, che catapulta l’ascoltatore in una dimensione unica.

“Creatura” rompe subito l’indugio con ‘Satanam’, pezzo il cui video ha anticipato l’uscita del disco, con la voce di Stefania che si fa strada tra suoni e voci lontane ed una dominante percussione di Bruno sulla grancassa.
‘Eternal Freak’ è il brano in cui forse si riconoscono di più gli OvO di “Abisso”, una danza tribale fatta di tamburi e urla.
La traccia che da il nome al disco è oscura: un ruggito disumano in una foresta di basi elettroniche, un urlo che contrasta e si lega con la successiva ‘Matiarcale’, una sorta di inquietante trip-hop che scivola via senza ondeggiare.
‘Zombie Stomp’ rivela una una nuova attitudine “melodica” all’utilizzo della voce di Stefania, con atmosfere che sembrano quasi legate al dark più oscuro delle fine degli anni ‘80.
‘Buco Nero’ e ‘Buco Bianco’ sono l’antitesi l’uno dell’altro, la caduta e la risalita, la morte e la rinascita legati dall’utilizzo innovativo dell’elettronica.

‘Immondo’ è il ritorno alla musica più strumentale, al tocco brutale di Dorella sulla batteria.
È anche l’apice discorsivo di uno dei temi fondamentali del disco: la ribellione contro i modelli comuni di comportamento e l’emarginazione che ne può susseguire.
‘Freakout’ è un ruvido urlo di battaglia che introduce alla ferocia di ‘Bell’s Hells’, una sorta di pezzo post punk che rompe con tutto il resto.
La black noise ‘March Of The Freaks’ chiude il disco, facendo definitivamente scivolare l’ascoltatore verso l’oscurità e lasciandolo sospeso come una puntina incantata sul piatto.

Creatura” è stato registrato da Lorenzo Stecconi in un capannone di solito utilizzato da compagnie teatrali, mixato da Giulio Favero e masterizzato da Giovanni Versari.
Si compone di 11 tracce completamente differenti tra loro ma da ascoltare come un unico brano, in cui gli OvO hanno «esplorato le possibilità delle intersezioni tra il rock più estremo e l’elettronica, scavando nel profondo, e ora ne escono con questo parto proteiforme che li rende di nuovo incatalogabili, fuori da ogni scena e schema».

È ottimamente rappresentato anche nell’artwork, nato da un’ idea di Stefania sapientemente tradotta dall’originale mano di Coito Negato (aka Stefano Matteoli, illustratore toscano e stretto collaboratore di DioDrone) con «una timida, pallida e neonata figura racchiusa in un tarocco che emerge da un gorgo nero, l’Abisso, per rivolgere il proprio sguardo alle stelle e simbolicamente riunirsi al cosmo, da cui ogni creatura ha origine e dove alla fine tutto ritorna».

Se tutti i bambini fossero così belli, io non avrei il problema di apparire agli altri come una brutta persona.

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katia (edorian) egiziano

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Mi definiscono una persona sopra le righe, forse è davvero così, non mi sento imbrigliata in alcun genere, quando si parla di musica sono "onnivora". Ogni singolo momento della mia vita è legato ad un brano, quando mi sveglio la mattina a volte il mio cervello canta

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