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Mosè Santamaria - Risorse Umane

Mosè Santamaria – #RisorseUmane


Se cercate #RisorseUmane“, potrebbe benissimo apparirvi uno di quei risultati che Wikipedia segnala come “Errore: Pagina con risultati ambigui”.
Si potrebbe far riferimento ad un’ipotetica riforma del lavoro di Renzi o ad un finto annuncio di lavoro. Persino ad una figura arcigna, che gestisce il personale in una delle qualsiasi aziende per cui lavoriamo.

#RisorseUmane” non è niente di tutto questo per Mosè Santamaria.
Prima di tutto rappresenta il suo disco d’esordio. A dicembre 2015 il cantautore genovese decide di condensare tutte le sue esperienze musicali e non in un disco di nove tracce. Si fluttua lievemente tra il pop, il cantautorato, la musica elettronica e il misticismo orientale. La produzione del disco è affidata a Martino Cuman (Non Voglio Che Clara), che impreziosisce e rende più robuste le trame ricamate dalla chitarra di Santamaria. Le lezioni di Battiato sono state apprese nel corso degli anni, ma poi riviste e rielaborate alla luce delle proprie esperienze personali.
Sono proprio quelle esperienze personali e soprattutto quelle legate alle persone incontrate e con cui si è vissuto, che vanno a rappresentare le #RisorseUmane di Santamaria.
Il ricordo di un campo da calcio a sette, con i mocciosi e le vecchiette in un paese di provincia (‘I Love You Marzano‘). I litigi con una donna amata sulla Promenade Des Anglais (‘A Nizza – Non Era Amore‘). Le persone e luoghi si fondono, lasciando solo qualche nitido ricordo, che poi diventano come turisti spaesati nel presente (‘I colori di Francois‘).
In tutto il disco la Francia rappresenta una parte importante, entrando prepotentemente nelle vite vissute, nelle persone incontrate e nelle sonorità del disco stesso.
L’unica nota negativa la troviamo in chiusura con ‘Compromessi e Chiacchiere da Bar‘, ultimo brano del disco. Questo pezzo rappresenta quasi il risvolto della medaglia della poetica di Santamaria, come un tuffo nella banalità della realtà quotidiana. Volgare e banale.

#RisorseUmane è uno di quei dischi che stai ad ascoltare con piacere. Ne ascolti le storie e ne assapori le atmosfere quasi come se fossero un buon vino francese. Ti perdi nei risvolti delle storie raccontate e quando il disco finisce, ti ritrovi di nuovo seduto in poltrona.

 

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