Lapingra – The Spectaculis


Ci sono volte in cui non basta una definizione, non può bastare perchè non c’è niente di univoco, niente di stabile, non c’è niente di certo da fermare e descrivere. E’ stata questa più o meno la mia reazione di fronte all’imponente opera d’arte – perchè di questo si tratta – dei Lapingra.
Il nuovo disco di questa band strampalata ed eclettica si intitola “The Spectaculis ed è uscito per Aoisland Productions.

È difficilissimo parlare dei dodici brani di “The Spectaculis“, perché presentano tutti una complessità e una elaborazione che lasciano spiazzato anche l’ascoltatore più attento.
Basti ricordare che i pezzi contenuti nell’album sono stati pensati inizialmente per essere eseguiti da un’orchestra di oltre venti musicisti.
Sulle note di un dream pop dal fortissimo retrogusto elettronico, i Lapingra raccontano una storia ad ambientazione peplum. Ci troviamo catapultati nell’antica Roma e di fronte ai nostri occhi si svolge il primo spettacolo teatrale, mentre il gladiatore protagonista del racconto trova l’amore in una giovane proveniente dal lontano Perù (‘The Girl From Peru’) a cui dovrà ricongiungersi dopo infinite peripezie. Allo stesso tempo, però, l’ambientazione non è omogenea, ci sono elementi volutamente dissonanti che distorcono il flusso del tempo: siamo nell’80 d.C., ma allo stesso tempo viaggiamo in un futuro siderale, salvo poi tornare accompagnati dai Lapingra leggermente indietro, in un passato più familiare.

Non c’è pace, come non c’è pace per l’ascoltatore che si trova continuamente spiazzato dai cambiamenti di sonorità, di genere: continui salti tra un folk originalissimo da saloon e pezzi dream pop, alcuni dei quali ricordano tantissimo la dance degli ’80, tra un’elettronica toycore spietata e un pezzo soltanto corale come ‘Fifi Mariella’ che ci cala in un’atmosfera sacrale con la sua polifonia. Anche nei testi la ricerca di un punto di riferimento è solo una chimera: gran parte di essi sono in inglese, ma non mancano parti in italiano, in spagnolo.

Il concept fa parte di un progetto più ampio che include anche la produzione di una pellicola, di cui “The Spectaculis” sarà la colonna sonora.
Non c’è che dire, dimostrano di saperci fare questi Lapingra, che oltre ad utilizzare strumenti di cui i più ignorano l’esistenza, come la cuica, l’otamatone o la sega musicale, amalgamano insieme suoni totalmente diversi creando atmosfere spesso sognanti, allo zucchero filato.
Non rinunciano certo all’opportunità di stupirsi e di stupire, con cambi improvvisi di prospettiva che lasciano a bocca spalancata chiunque ammiri tale monumentale impresa.
Nonostante la scarsa fiducia iniziale, devo riconoscere che i Lapingra hanno molto da insegnarci su come si fa musica e come si fa arte nel mondo odierno.

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