Edda – Graziosa Utopia


È uscito il 24 febbraio per la Woodworm MusicGraziosa Utopia”, il nuovo disco di Edda, conosciuto artisticamente ai più come voce dei Ritmo Tribale, band che sul finire degli anni ’80 ha fatto la storia dell’allora nuovo rock italiano e con la quale ha realizzato cinque dischi e centinaia di concerti.

Dallo scioglimento dei Ritmo Tribale sono tante le cose successe nella vita di Edda: l’allontanamento dalla musica, la grande crisi personale, i difficili anni che lo vedono succube dell’eroina, la comunità, la scelta di diventare Hare Krishna, e poi il percorso di rinascita lavorando come manovale sui ponteggi.
Tutto questo fino al momento del suo ritorno sulle scene con il disco “Semper Biot” (2009), nel quale Edda vomita tutto il suo male di vivere.

In pochi credevano in questo ritorno, ma il cantautore milanese ha sbaragliato le carte riuscendo disco dopo disco a riconquistare l’affetto di un sempre più vasto pubblico.
Escono infatti nel 2010 l’ep live “In Orbita”, nel 2012 “Odio i vivi” e nel 2014 “Stavolta come mi ammazzerai?”, l’album che consacra Edda come uno dei maggiori cantautori della nuova scena italiana.

“Graziosa Utopia” si discosta drasticamente dai lavori appena citati: è un disco in cui Edda ritrova la speranza, non più rabbia e aggressività, ma finalmente la pace, quella che ha fatto con sé stesso – infatti, per sua stessa ammissione, anche nel titolo la parola chiave è ‘graziosa’ e non ‘utopia’.

Musicalmente è un disco più ricco e costruito, estremamente più pop nell’accezione positiva del termine.
Gli artefici sono nuovamente Luca Bossi (basso, chitarre, rhodes, sintetizzatori, tastiere, pianoforte, cori) e Fabio Capalbo (batteria ed ai cori), la nuova famiglia musicale di Edda, i Furore Uterino.

“Graziosa Utopia” è il titolo di una canzone che non fa parte di questo disco, e anche questo rispecchia la non convenzionalità di un uomo che ha scelto come nome d’arte quello di sua madre e che spesso scrive al femminile.
L’apertura dell’album è da brividi: ‘Spaziale‘ è un pezzo intenso poetico e intimo, che ti immagini cantato da una grande voce.
La prima volta che l’ho ascoltato ho pensato «potrebbe essere cantata da Mina», ed in effetti è lo stesso Edda a raccontare che avrebbe scritto questo pezzo per lei, ma non conoscendola ha deciso di cantarlo lui.
Signora‘ è un brano senza tempo, che si appoggia sui synth classici della tradizione rock anni ’90 e ha un cantato più antico, che malgrado tutto risulterà contemporaneo anche tra molti anni.
La rigidità testuale espressa nel brano precedente inizia a dileguarsi e sentiamo riaffiorare strutture tipiche di Edda, «Se tu fossi il cielo dentro una stanza mi chiuderei / se tu fossi nuda e io fossi neve mi scioglierei» – un modo tutto suo per parlare d’amore.

Ma è solo con i successivi due brani la cifra stilistica di Edda esplode.
Benedicimi‘ è il brano che ha anticipato l’album, corredato da un divertente video in cui anche lo stesso Edda si scatena in improbabili passi di danza su un sound che ti fa venire voglia di saltare nuda in casa con le casse a tutto volume.
La musica così allegra è in netto contrasto con la tematica della sofferenza nel non saper affrontare i rapporti sentimentali, «la peggiore malattia che ho è la voglia di te / ti prego non scopare la mia tenerezza», che Edda sviscera con una sensibilità totalmente femminile.
In ‘Zigulì‘, a primo acchito una canzone degli A-Ha, si affronta con semplicità quasi infantile il tema del tradimento – «io che ho fatto tante cose / ho tutto il male del mondo».
È in ‘Brunello‘ che sembra riaffiorare il pessimismo di Edda, una canzone dai toni musicali oscuri in rimando alla new wave degli anni ’80.
Con ‘Un pensiero d’amore‘, almeno nell’inciso si ritorna al cantato delle grandi voci per poi esplodere in un ritornello che ancora una volta strizza l’occhio alla new wave.
La successiva ‘Picchiami‘ è un’esplosione di testo e musica, in cui si ritrova l’Edda di “Stavolta come mi ammazzerai?”.

I toni si placano in chiusura con ‘La Liberazione‘ e ‘Il Santo e il Capriolo‘, in cui la voce di Edda è tirata e matura.
Anche i testi rispecchiamo la “maturità” di un uomo che non vuole o non sa  crescere (chi dice che sia un problema?).
Outsider del disco è ‘Arrivederci Roma‘, brano in cui Edda non risparmia nulla di sé ma che forse risulta un pò banale rispetto al complesso e bellissimo lavoro che è “Graziosa Utopia”.

“Stavolta come mi ammazzerai?” è un disco che personalmente ho amato moltissimo, per questo avevo quasi paura ad ascoltare il nuovo lavoro di Edda – paura di rimanere delusa, come a volte accade dopo aver ascoltato dischi interessanti.
Invece sono stata nuovamente travolta da questo personaggio: Edda ha veramente tanto di grazioso, non solo questa utopia!

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katia (edorian) egiziano

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Mi definiscono una persona sopra le righe, forse è davvero così, non mi sento imbrigliata in alcun genere, quando si parla di musica sono "onnivora". Ogni singolo momento della mia vita è legato ad un brano, quando mi sveglio la mattina a volte il mio cervello canta

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