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BLINDUR – Exit

Terzo album di inediti per Blindur, il progetto artistico di Massimo De Vita

“Exit” esce per La Tempesta Dischi e segna il ritorno di una delle realtà musicali più intense del panorama italiano degli ultimi anni

Il percorso di Blindur lo ha visto cambiare pelle varie volte, al punto che in ogni disco ritroviamo la fotografia di una stagione personale e musicale diversa.
In questo album, la band nata dopo l’esperienza di “A” ha trovato ormai una sua forma consolidata.
Carla Grimaldi agli archi, Luca Stefanelli al basso e Jonathan Murano (alternatosi con Walter Marzocchella) alla batteria sono la line-up che ha contribuito a cesellare tutti i brani insieme a Massimo.

Gli undici brani di “Exit” sono in qualche modo il punto di arrivo di un percorso soprattutto umano.
Ai musicisti coinvolti è stato infatti chiesto di utilizzare tutto quello che veniva fuori dal lockdown in modo costruttivo.
Ci si aspetterebbe così un album cupo, proveniente da tempi difficili per tutti ma soprattutto per i musicisti.
Invece “Exit” è un muro pieno di crepe: la luce filtra in molti punti e si ritrova in più brani, quali i singoli che hanno anticipato il disco.

Sereno‘, il primo estratto, chiarisce subito le cose: non c’è più nessuna serenità da difendere.
Dobbiamo sporcarci le mani, affrontare la vita per quello che è, prendere ciò che viene e farne qualcosa di buono (se possibile).
Sulla stessa falsariga ‘Stati di Agitazione‘ che vede il featuring di Rodrigo D’Erasmo insieme a Carla Grimaldi: hanno messo a punto l’orchestrazione di questo brano che si candida ad essere il singolo più radiofonico del disco.
Come diceva lo scrittore francese Julien Greene, «finché si è inquieti si può stare tranquilli» ed è proprio da questi fiumi di lava che nasce questo album.

Al disco hanno collaborato anche altri musicisti di assoluto spessore, primo fra tutti il leader dei Dinosarus Jr., J Mascis, che con la sua chitarra ha preso una canzone come ‘Mr. Happytime‘ e l’ha portata in un luogo lontanissimo.

Poi c’è Monique Mizrahi, che aveva già incrociato la sua strada con Blindur ai tempi di “Kahbum”, format che univa musicisti diversi per scrivere brani inediti.
La festa della luna‘, brano in cui cantano insieme, è uno dei momenti migliori del disco.

Il cuore pulsante dell’album è senz’altro da ritrovare in due brani in particolare.
Innanzitutto, in quello che presta il nome al disco, uno dei testi più brevi ma intensi della produzione di Blilndur.
Exit‘ lascia spazio ad una sontuosa coda strumentale, in cui la band dimostra tutto il suo affiatamento.
Il secondo ventricolo è da ricercare ne ‘La casa degli spiriti‘, una sorta di ritorno a casa dopo un lungo viaggio (idealmente cominciato con ‘Foto di classe‘).
È un brano che parla di come accettare i propri limiti sia il primo passo per trovare una nuova dimensione personale.
Un modo per fare i conti con i propri fantasmi e trovare un luogo dove convivere anche con sentimenti che normalmente proviamo a combattere, come ad esempio la tristezza e le nostre fragilità.
Al disco hanno preso parte anche altri artisti come Roberto Angelini che in ‘Eclisse‘ dialoga musicalmente con Blindur incastrando alla perfezione chitarra e voce in una collaborazione che li vede in perfetta sintonia anche fuori dalle scene.

Con questo album la band si prende un posto importante nel cantautorato italiano alternativo ma non solo.
La sua formazione contribuisce alla costruzione di un sound preciso e potente.
Le canzoni hanno fondamenta ben salde per lasciarsi interpretare anche in modi inaspettati nella versione live.
Ai crediti vanno aggiunti anche la batteria di JT Bates dei Big Red Machine e la chitarra di Daniele Ruotolo dei Malmo.
Tutti i brani sono stati prodotti con la partecipazione di Marco Fasolo dei Jennifer Gentle e Daniele ‘il Mafio’ Tortora, già produttore storico di Daniele Silvestri.
Le registrazioni ed il missaggio sono state affidate, come da consolidata tradizione di Blindur, a Paolo Alberta e Birgir Birgisson (Sigur Rós).

“Exit” rappresenta una via d’uscita che però non è una fuga.
È una presa di coscienza delle nostre fragilità ma anche delle infinite possibilità di reagire ai momenti peggiori.
Un album che fonde il cantautorato con l’energia di una band che ha una incredibile voglia di riportare queste canzoni nei loro luoghi naturali.
Dove?
Fuori dagli studi di registrazione, sui palchi, in mezzo alle persone.

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