Tre Allegri Ragazzi Morti live a Torino: il pentagruppo è pentatonico

Il 18 marzo ci sono due concerti grossi in città: Calcutta e Tre Allegri Ragazzi Morti. Cosa scegliere? Nessun dubbio: tra quello di ‘Frosinone’ e quelli di Pordenone scelgo i secondi.

All’Hiroshima Mon Amour è tutto esaurito. Uno di quei sold out tranquilli, chiuso qualche ora prima, con il bagarino fuori che non fa molti affari, perché se proprio non ti volevi perdere questa serata un biglietto inutilizzato su internet comunque lo recuperavi.

“Inumani” è il nuovo disco dei 3ARM (chissà perché vengono abbreviati in TARM, io trovo molto più fico 3ARM, perché puoi leggerlo anche come 3 braccia, e questo è molto inumano!). Fossi un esperto di fumetti potrei tentare collegamenti assurdi tra gli Inumani della Marvel Comics e i fumetti di Davide Toffolo, ma credo sarei davvero fuori strada. Mi accontento di ruminarmi in testa la parola quasi palindroma (se non fosse per le vocali), speculare e simmetrica come la copertina, la scenografia, il video di In questa grande città‘ e quant’altro faccia massa nella promozione di questo album.

A Torino è il secondo concerto del tour. I Tre Allegri Ragazzi Morti hanno un pubblico ricchissimo di giovani. I selfie si fanno con le tipiche maschere da morto. C’è qualche integralista che addirittura si tiene appiccicata la maschera fino alla fine del concerto. Lo ammetto: anch’io posseggo la maschera perché sono un grande fan, ma il ruolo di scrivere il report mi impone un certo understatement, dunque la lascio a casa e la rispolvererò per risolvere Halloween.

I ragazzi di Pordenone nel tempo si sono reinventati in vari modi, per non portare avanti lo stesso gioco-rock’n’roll, uscendone sempre alla grande. C’è stata la svolta reggae e il disco dub, c’è stato il tour unplugged e quello swing, c’è stata l’accoglienza sul palco di altri elementi (Andrea Maglia è alla chitarra da un po’ di tempo). Stavolta l’elemento principale di cambiamento, molto più di Jovanotti che canta due pezzi sul disco, è la chitarra di Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion.

L’attuale suono dei Tre Allegri Ragazzi Morti è caratterizzato in maniera decisiva da Viterbini, “guitar hero” che tra assoli e rifiniture diventa protagonista al pari della voce. Ogni frase un fraseggio, stile tipicamente blues-explosion. 3ARM è diventato un pentagruppo, è diventato pentatonico.

Ora parlerò da fan dunque tappatevi gli occhi per dieci righe. Io sono innamorato della grazia nella semplicità dei loro pezzi: con quattro parole ti raccontano un mondo, con quattro accordi ti cantano una canzone che non ti dimenticherai, è la canzone che parla di te, della tua adolescenza, della scoperta che esiste il sesso e ne esiste un altro e un altro ancora, dell’innocenza che hai dentro, del mondo in cui sei nato morto, del tuo fratello, in ritornelli che resteranno colonne sonore dei tuoi anni da ‘Principe in bicicletta’. Chitarra basso batteria e pedalare, primitivi anche così, non serve altro per fare centro. «È vero che le canzoni sono fatte di parole, ma la logica sta tutta dentro la musica»: lo dice lo stesso Toffolo nella canzone ‘I miei occhi brillano’. E io lo prendo proprio sul serio, e mi sembra che questa versione live non renda giustizia all’anima e alla “logica” delle canzoni, la chitarra virtuosa diventi leziosa, insomma vedo il rischio “jam session” proprio dietro l’angolo.

Ora potete ricominciare a leggere, e se vi piace Jovanotti e così avete scoperto i Tre Allegri Ragazzi Morti, ascoltate le loro canzoni, andate ai loro concerti, che siano 3ARM o 5ARM, perdonate Toffolo quando si dimentica le parole, perché dopo si trasformerà nel grande intrattenitore di “la vita è cattiva ma non l’ho inventata io”. E non date ascolto a un vecchio brontolone! (Intanto ve l’ho detto).

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