#NuovoMEI2016: vietato fermarsi

L’edizione 2016 del MEI celebra la propria storia, e al tempo stesso segna un importante punto di svolta. Nella ventesima ricorrenza dell’appuntamento autunnale che riunisce a Faenza tutti coloro che ruotano intorno al mondo della musica indipendente, lo storico patron Giordano Sangiorgi decide di cambiare pelle alla kermesse, creando un nuovo “anno zero” da cui ripartire.
Questo è infatti il #NuovoMEI2016, un evento che vuol continuare a lasciare il segno in un ambiente che in due decadi si è evoluto, andando di pari passo con la cultura, la tecnologia e la comunicazione, e che come spesso accade di fronte a cambiamenti così veloci cerca una nuova identità.

Il MEI come sempre è un luogo di incontro tra artisti e produttori, tra agenzie ed esperti, appassionati e musicisti, un’esperienza che negli anni ha insegnato alla scena indipendente a fare gruppo per emergere, con pregevoli risultati. Ma accanto agli stand, ai concerti, ai palchi e ai premi che hanno animato Faenza dal 23 al 25 settembre, si è voluto dare spazio a un settore che ha subito grandissime trasformazioni ed evoluzioni in questi anni: il giornalismo musicale.

Con il coordinamento di Enrico Deregibus, nasce così il Forum sul Giornalismo Musicale, che per due giorni raduna tutte le realtà che rappresentano la musica e la divulgano su tutti i media, per fare una fotografia della situazione attuale e trovare una direzione comune, anziché divergente come spesso accade. Giornalisti della carta stampata e blogger, fotografi e speaker radiofonici, redattori di riviste specializzate ed esponenti di webzine hanno sviscerato diversi temi proposti cercando di guardare avanti.
I tavoli di discussione hanno affrontato svariati argomenti: il giornalismo in radio e tv e sul web, le loro affinità e divergenze, le problematiche che si affrontano scrivendo di musica, soprattutto per mestiere, il professionismo e il dilettantismo e la critica musicale. La sintesi di questi argomenti ha portato alla nascita di spunti e idee, per dare spolvero a un settore che rischia altrimenti di perdere di brillantezza nella vastità dell’offerta.

Ma il MEI significa da sempre grandi concerti.
E a grandi concerti si è potuto assistere per tutto il weekend faentino, dai piccoli palchi montati per le vie della città e nei locali, al palco principale in Piazza del Popolo. La musica popolare e quella tradizionale hanno avuto grande spazio, in particolare la specialità di casa, il liscio Made in Romagna.
Il Teatro Masini ha visto in scena nella serata di sabato 24 un omaggio a Lucio Battisti da parte di grandi artisti della scena indipendente, proprio mentre Daniele Silvestri riempiva la piazza principale intrattenendo il pubblico per due ore e sfidando a viso aperto un guasto elettrico – a dimostrare che quando un artista ha cuore l’esibizione, nemmeno l’ENEL lo può fermare.
Ogni angolo di Faenza diventa un potenziale palco durante il MEI, e se Omar Pedrini sceglie il Museo Internazionale delle Ceramiche per presentare alcuni brani inediti, al Corona Cocktail Plaza all’ora di pranzo arriva Valeria Rossi e canta ‘Tre parole‘ in versione unplugged, tra lo stupore generale.

La musica è dinamica, il mondo della musica indipendente lo dev’essere ancora di più, e il MEI è trasversale a tutto questo, pronto a prevedere quale direzione prenderà questo ambiente complesso per intercettarne in anticipo il percorso.

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Matteo Ferrari

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Nato nel 1984 nell'allora Regno Lombardo-Veneto. Un onesto intelletto prestato all'industria metalmeccanica, mentre la presunta ispirazione trova sfogo nelle canzonette d'Albione, nelle distorsioni, nei bassi ingombranti e nel running incostante.

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