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Torna il festival delle meraviglie: Vasto Siren Fest a Vasto (CH)

Del Vasto Siren Festival ne abbiamo già parlato ampiamente l’anno scorso, presentando quella che è stata la prima edizione.
Anche se non è necessario ripetere le stesse cose, ecco un breve riassunto per coloro ancora non sono a conoscenza del festival – davvero c’è gente che non lo conosce?

Location bellissima, gente ancor meglio.
Gruppi di ogni genere possibile ed immaginabile, quattro palchi.
Ottimo cibo.
Buttate tutto nel frullatore, aggiungete un’ottimizzazione degli spazi azzeccatissima (la prima edizione sarà servita anche ad imparare qualcosa, no?) quindi zero calche, zero stress, totale libertà di pascolo nel centro storico con una vista sul golfo che sembra farsi sempre più bello col passare degli anni.

Si torna a casa stanchi morti (stiamo parlando di un festival in piena regola, anzi DEL festival), e va bene così: non sarebbe degno d’esser chiamato ‘festival’ se non ti succhiasse tutte le energie, pur lasciandoti un’incredibile sensazione di benessere.
Non è stato certo il caldo quasi tropicale, mitigato a tratti dal “golfo lunato” de “L’Atene degli Abruzzi”, a fermare la DNA Concerti e i vari collaboratori.
Creare un evento simile, in linea con quelli organizzati in altri paesi d’Europa, è possibile: loro lo hanno dimostrato superando la prova a pieni voti.

La formula anche quest’anno non cambia: quattro giorni consecutivi comprensivi di apertura e di chiusura, dal 23 al 26 luglio.
L’aria è ormai carica da mesi, ma esplode letteralmente appena si mette piede in città.
Hai aspettato fino ad oggi. Adesso non perderti una nota.


[23 LUGLIO 2015]

Opening day, GARETH DICKSON, Chiesa di San Giuseppe
Ricomincia tutto esattamente da dove era finito.
La splendida cornice della Chiesa di San Giuseppe fa da sfondo all’immagine di un ragazzo scozzese visibilmente infastidito dal caldo torrido al quale immaginiamo non sia affatto abituato.
Dicono sia un mago con la chitarra, ed effettivamente hanno ragione: sembra che stia suonando un gruppo musicale composto da almeno tre elementi, ma in realtà c’è solo lui con la chitarra in mano, seduto sugli scalini mentre ride e parla al microfono tra un pezzo e un altro.
La maggior parte del pubblico, seduto sui banchetti, non riesce a vederlo nascosto com’è al di sotto dell’altare, dietro una marea di teste, quasi a voler passare per timido.
La sua musica è celestiale: riesco a scorgerlo, e lo vedo mentre pizzica le corde della chitarra, con gli occhi chiusi e la pace sul volto. Autentica sorpresa la reinterpretazione di ‘Atmosphere‘ dei Joy Division, e lì esplode l’applausometro. Tra i suoi brani, degna di nota ‘Two Trains‘, carica di un testo a dir poco bellissimo e preceduta da una dichiarazione d’intenti riguardante la vita artistica di Captain Beefheart.
Gioia per il cuore.


 

[24 LUGLIO 2015] a cura di Giuseppe D’Adamo

Ore 19:00 // IOSONOUNCANE, Porta San Pietro
E’ Jacopo Incani in arte IOSONOUNCANE ad aprire il palco italiano a suon di break beat: le note di “Die“, il suo freschissimo lavoro in studio, echeggiano da Piazza del Popolo fino alle Terme Romane. L’impressione è davvero buona, è inutile spendere più di una parola rivendicando la sua bravura: la sua musica parla da sola. Nel frattempo, Colapesce e Baronciani presentano il libro “La distanza” presso il Lido Sabbia d’oro di Vasto Marina, una graphic novel di spessore artistico.

Ore 19:45 // GAZELLE TWIN, Piazza del Popolo
Il caldo, anche se ci avviciniamo alla sera, continua a farsi sentire e giù in platea si boccheggia aspettando l’inaugurazione del main stage affidata a Gazelle Twin (al secolo Elizabeth Walling), che si presenta nella sua solita mise tutt’altro che estiva: felpa e tuta blu, cappuccio e maschera a mezzo viso. Le premesse per diventare la vera rivelazione del fest ci sono tutte, e la folla incuriosita si avvicina sempre più alle transenne, inizia a muoversi sotto i colpi di una trama electro-ambient cupa e nevrotica, accompagnata da inconsueti tappeti vocali ansimanti, a metà tra horror e porno. ‘Belly Of The Beast‘ è l’apice.

Ore 20:15 // WOW, Porta San Pietro
Synth, chitarra e batteria: una formazione insolita quanto interessante caratterizza gli Wow.
Il sole non tramonta ancora, e nel frattempo partono le note di ‘La Gelosia‘ e ‘Il Veleno‘, fino alla chiusura con ‘Sospiro‘ e ‘Dove sei‘. A tratti anni ’60, a tratti Sonic Youth, intenti a parlare di amori perduti e mai più ritrovati, la band dimostra un ottimo approccio e capacità di coinvolgimento.
Più ascolto le band italiane e più penso a quanto di bello abbiamo da offrire.

Ore 20:40 // SUN KIL MOON, Cortile D’Avalos
Kozelek, si sa, lo devi saper prendere: molti non vanno via contenti se durante il concerto non sono stati insultati almeno una volta dal burbero genio americano dello slow-core.
Stavolta sembra essere stato rabbonito dall’atmosfera che regna nel cortile del Palazzo D’Avalos, orfano di quel Tycho che un anno prima aveva fatto letteralmente strage di cuori.
«Shhhhhh! It’s gonna be beautiful, trust me!»: chiede silenzio Kozelek, prima dell’inizio di quasi tutti i pezzi perché sa che la forza della sua musica sta nella totale asetticità dell’ambiente circostante che contrasta con l’immensa carica emotiva dei suoi brani.
Qui più depresso, lì più incazzato, tanto che lo si vede letteralmente sputare con violenza le parole nel microfono, per poi chetarsi nuovamente. C’è tempo anche per un omaggio alla famiglia Cave, per non farsi mancare nulla, neanche una dose extra di fantastica depressione. ‘Richard Ramirez Died Today of Natural Causes‘ avrà anche un titolo lungo, ma vale la pena citarla assieme a ‘Hey You Bastard I’m Still Here‘ (che pure non scherza).

Ore 21:30 // MAMAVEGAS, Porta San Pietro
Dopo la buona esibizione degli Wow ci pensano i Mamavegas a tenere alto il livello, sfornando uno dopo l’altro sette brani ben pensati, dal frequente 3/4 al 6/4 di ‘10 days‘ al piacevole incrocio di synth. Aprono con ‘Shimmers‘, seguono ‘Wonder Tortilla‘ e ‘Blessed and Gone‘: è già amore.
Il simpaticcismo Marco Bonini lascia la sua Fender Jaguar, si avvicina al tastierista/bassista dotato di una voce pacata ed efficace e il delirio fa i suoi primi passi.
La folla apprezza, è merito anche della evidente presenza scenica dimostrata in ogni istante per tutta l’esibizione. Il cantante avvicina un timpano e un mucchio di Charleston a centro palco, chiudono con la già citata ‘10 days‘.

Ore 22:00 // VERDENA, Piazza del Popolo
Non sono un gran frequentatore di concerti.
Ammetto anche di non essere un fan della vecchia guardia dei Verdena. Insomma, sono uno di quelli “post Requiem” (a quanto pare ci etichettano così). D’altro canto ho abbastanza materiale per poter dire che i Verdena hanno sfornato una delle migliori esibizioni degli ultimi anni.
Non ricordo un qualcosa di più concentrato, potente, studiato e perfetto. Sull’ultimo disco sono già stati versati fiumi di inchiostro, ogni altro commento sarebbe pleonastico (che mattonata è ‘Derek‘ dal vivo? E come fa Luca a non svenire mentre la suona?).
Ppiuttosto vorrei parlare di pezzi come ‘Lui Gareggia‘, ‘Luna‘, ‘Valvonauta‘, ‘40 Secondi di Niente‘, ‘Don Calisto‘, ‘Muori Delay‘, insieme nella stessa scaletta. Nella stessa sera.
Mai avrei immaginato un qualcosa di simile: sapevamo che erano una garanzia, ma così hanno addirittura esagerato.

Ore 22:45 // STEARICA, Porta San Pietro
Un power trio con le idee chiare, quello dei torinesi Stearica.
Aprono con ‘Delta‘ e ‘Halite‘, i primi due brani tratti da “Fertile“, secondo lavoro in studio uscito ad aprile per la londinese Monotreme Records.
Il viaggio sonoro prosegue con ‘Geber‘, ‘Nur‘ e ‘Siqlum‘, estratti dallo stesso album.
Un sound sconvolgente, e lo dimostrano grazie ad un’esibizione degna di nota: son sicuro di aver visto la Porta spostarsi a causa delle irruenti note di ‘Bolero on botero‘, brano che appartiene ad “Oltre” del 2007.
Se non fosse stato per quel pietoso karaoke alle spalle di Porta San Pietro e della band, l’atmosfera avrebbe avuto sicuramente una ancor maggiore intensità.

Ore 23:30 // CLARK, Cortile D’Avalos
Inaspettatamente, Chris Clark convince più di John Hopkins proponendo una Techno tradizionale con influenze Deep house vicine all’etichetta Life and Death: sono dell’idea che un artista valido sia tale se in grado di coinvolgere anche chi non conosce o non apprezza al 100% il genere. Si balla fino a tardi ma è solo un piccolo assaggio: si è sparsa ormai da qualche ora la voce del ritardo di John Hopkins, ma non disperiamo.
Aspettiamo con ansia l’arrivo di un grande della musica elettronica impegnato nella sua unica data italiana nella piccola Vasto.

Ore 2:15 // JOHN HOPKINS, Piazza del Popolo
Ambient e Techno a strapiombo sul mare, un’atmosfera unica avvolge quei corpi liberi da ogni vincolo razionale: si inizia alle 2 inoltrate ma il pubblico non molla, anzi, viene catturato dal punto di vista visivo e sonoro da un mix vincente di luci e forti vibrazioni .
Una location azzeccatissima come Piazza del Popolo non offre che il terreno fertile per Hopkins, ma è tuttalpiù il coraggio nell’inserire artisti di questo calibro a conferire al Vasto Siren Festival quella marcia in più rispetto ad altre manifestazioni del nostro stivale.


[25 LUGLIO 2015] a cura di Loris Taraborrelli

Ore 19:00 // MAMUTHONES, Porta San Pietro
Arrivano a bordo di due Fiat Idea i Mamuthones, una delle poche band in grado di proporre un sound decisamente personale: ritmo frenetico, crumar ds 2 e yamaha cs 10 usati a dovere, idee chiare ma soprattutto un approccio sistematico nei brani. Nulla di lasciato al caso, strutture ben architettate e un certo gusto musicale.
A mio modesto parere una delle band più immediate nel festival.

Ore 19:45 // PINS, Piazza del Popolo
Una band come le Pins avrebbe meritato d’avere più spazio: basti prendere in considerazione l’umiltà con la quale si sono presentate in un festival di questo calibro accettando di suonare per 40 minuti scarsi.
Inglesi di Manchester, oltre ad essere brave hanno del potenziale.
E poi, diciamoci la verità: una band tutta femminile è quasi una rarità, andavano valorizzate sicuramente meglio.

Ore 20:30 // COLAPESCE, Cortile d’Avalos
Timidamente, sale sul palco Colapesce con la sua band: reduce dal suo ultimo lavoro, ‘Egomostro‘, portato in tour in primavera, esordisce al Vasto Siren Festival con un piccolo passo falso sulle note di ‘Entra pure‘.
Pezzo migliore della sua esibizione? ‘Maledetti Italiani‘, un pezzo completo dal punto di vista dell’arrangiamento e del testo.
Un pezzo che, complice la tematica trattata, ha catalizzato l’attenzione anche dei presenti.

Ore 21:30 // INDIAN WELLS, Porta San Pietro
Porta San Pietro è talmente gremita di gente che si stenta a crederlo.
Il suono di Indian Wells, Eppure erano in pochi, almeno dalle nostre parti, a conoscerlo: il suono di Indian Wells, italianissimo ma forse ancor troppo di nicchia, riesce a catturare pubblico intenzionato a seguire alla stessa ora, su un altro palco, i The Pastels.
Elettronica al limite dell’etereo, accattivante e piacevole.

Ore 21:30 // THE PASTELS, Piazza del Popolo
Prima volta in Italia: gli inglesi The Pastels sarebbero dovuti essere il gruppo “di preparazione” al live di James Blake.
L’alternative rock della band di Glasgow, nonostante la pluriventennale esperienza (nascono nel 1981) è stato ahimè un vero e proprio flop.
Un pubblico annoiato e poco attento, che non è stato affatto catturato dai suoni della band.
Forse troppa attesa per Blake?

Ore 22:55 // IS TROPICAL, Cortile d’Avalos
Gli Is Tropical sostituiscono nella line-up Nadine Shah, che rinuncia alla sua esibizione per motivi indipendenti dalla volontà degli organizzatori.
La band londinese, oggi composta da Simon Milner, Gary Barber, Dominic Apa e Kirstie Fleck, col suo sound indie elettronico ha infiammato negli ultimi anni i club di tutta Europa e non solo.
Tornano live per presentare il loro nuovo album “Black Anything“, uscito per la label Axis Mundi. Nonostante l’evidente imprecisione dei brani dal punto di vista esecutivo, la folla forse neanche ci fa caso e apprezza il gruppo, elevandolo ad uno dei più interessanti presenti al Vasto Siren Festival.

Ore 00:00 // JAMES BLAKE, Piazza del Popolo
E’ James Blake la vera star di questa edizione.
Sale sul palco mostrando evidenti capacità tecniche e cirdondato da ottimi musicisti: giusta scelta dei brani e tanto carisma che si riversano in uno spettacolo di quasi due ore.
Tra il pubblico del soulman, anche Roberta e Alberto dei Verdena colpiti dall’esibizione dell’artista londinese, rimasti a Vasto per godersi il festival.
Blake presenta l’inedito ‘Radio Silence‘, singolo in collaborazione con Kanye West: una chicca che anticipa il prossimo ed omonimo album.
Tra i brani più celebri ricordiamo ‘Limit to your love‘, ‘Overgrown‘, ‘The wilhelm scream‘.
La serata si conclude, invece, con la punta di diamante ‘Measurement‘.

 

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