Spettacolo multicolore e multiforme: Caparezza live a Riolo Terme

Andare ad un live di Caparezza è sempre molto interessante perché, come diceva lui stesso anni addietro, “Io non faccio spettacolo, io do spettacolo come mio nonno ubriaco nel giorno della mia comunione”. Partendo da questo presupposto, è chiaro che qualunque cosa accada sul palco catturi l’attenzione dei presenti in maniera sinergica e coinvolgente.

Arriviamo al Parco Fluviale di Riolo Terme, dopo una giornata al mare in Riviera e una rapida grigliata di carne in una trattoria delle campagne Romagnole: la temperatura è perfetta e la luna è talmente chiara e luminosa che sembra essere in rotta di collisione con la terra.

Il live di Michele Salvemini inizia alle 21:30 circa, il parco è quasi sold out e la gente si accalca verso il palco. Oltre a Caparezza e alla band salgono sullo stage anche il fido cantane Diego Perrone detto Diegone (de I Medusa, ndr), che dopo la collaborazione in Vengo dalla Luna, sembra essere entrato in pianta stabile, come seconda voce, nei dischi e nei live del rapper di Molfetta. Il palcoscenico si compone di grandi schermi e cornici giganti che fungono da accesso sulla scena alle comparse che, di volta in volta, interpretano personaggi e sketches che ben rispecchiano la poetica del pezzo in esecuzione. Gran parte dello spettacolo è stato incentrato intorno ai colori e alle musiche di Museica, fortunatissimo album uscito nel 2014 che Caparezza sta ancora promuovendo in giro per lo stivale con pezzi come, tra gli altri, Mica Van Gogh, Teste di Modì, Comunque Dada, Cover, China Town, Non Me Lo Posso Permettere.

Fare una descrizione didascalica di quanto accaduto sul palco nelle due ore e mezza circa di spettacolo sarebbe impossibile, ma ci preme sottolineare un paio di aspetti dello spettacolo che abbiamo apprezzato e che più ci hanno colpito.

Caparezza è oggi uno dei pochissimi artisti in grado di portare su un palco uno spettacolo multicolore e multiforme. Attraverso i vari pezzi si apprezzano vari stili musicali: dal reggae al rock, dall’heavy al grunge, dal punk al più scontato (ma mai banale) rap, il tutto condito con danze, interpretazioni teatrali, pittura, satira, humor, ironia, storia, letteratura, poesia e tanta tanta fantasia. In una sola parola, Caparezza porta sul palco “Arte”: quella vera, con la A maiuscola, che rapisce i sensi e lo fa senza alcuna presunzione.

L’altro aspetto interessante del suo spettacolo e della sua arte, poi, è saper rendere vere e proprie hits canzoni con testi incredibilmente riflessivi e impegnati. Penso a Non Me Lo Posso Permettere, Vieni a Ballare in Puglia, Io vengo Dalla Luna, Fuori dal Tunnel e l’assurda bellezza di Goodbye Malinconia, tutte hits sparate a fine concerto come fuochi d’artificio, a chiudere una festa fatta di colori, storie, parole e suoni su un tappeto di tragedie culturali, artistiche e sociali.

Uno spettacolo fuori dal tunnel (o se preferite intorno al tunnel) delle crisi e delle incertezze nel nome dell’arte. Questo offre Caparezza nei suoi live. Altro non vorrei aggiungere: andate a scoprirlo voi ad una delle date di settembre, perché ne vale veramente la pena.

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