AMA Music Festival live ad Asolo (TV): day 03

Il 25 agosto ad AMA Music Festival si intersecano generi diversi, pur mantenendo la raffinatezza come minimo comune denominatore.
Una raffinatezza che oggi è tutta donna.

La lineup del terzo giorno di AMA Music Festival appare davanti ai miei occhi qualche settimana fa, indecifrabile come un algoritmo di crittografia: nomi più o meno sconosciuti attirano la mia attenzione in un modo o nell’altro. Solo uno spicca tra gli altri e sembra planare come un asteroide sulle colline asolane: Edoardo Bennato.
Scelta acchiappa pubblico o mancanza di un headliner dell’ultima ora?
Ma andiamo con ordine.

Il Circus Stage stasera è praticamente tutto rosa, le ragazze sono le padrone del palco e sono curiosa di vedere se riusciranno a reggere il confronto con il cosiddetto “sesso forte”.
Apre la terza serata Camilla Fascina, ragazza veneta dalla voce pulitissima e cristallina a metà strada tra una colonna sonora disney e uno dei nuovi acquisti del festival di Sanremo. Ha una strana energia, a tratti ingenua, che potrebbe diventare benissimo la colonna sonora di una passeggiata estiva nel bosco.

Di seguito i Vertical, fuzz altissimi e un groove potente che accompagna benissimo l’aperitivo al tramonto, è un sound figlio di altri tempi, analogico, molto interessante fuori dalle solite schematiche post-elettro-qualcosa dell’indie italiano attuale.

Piccolo intermezzo con Emanuela Drei, in arte Giungla, giovanissima e reduce dal suo primo progetto solista “Camo.” La ragazza aveva fatto un ottimo lavoro qualche anno fa con gli Heike Has The Giggles portando in giro per lo stivale un paio di dischi di tutto rispetto nel panorama dell’alternative italiano (ovviamente con cantato anglosassone) e ora sale sul palco da sola, imbracciando la sua Epiphone, e senza paura di non riuscire a reggere il confronto.
La ragazza ha grinta da vendere, saltella qua e là sul palco e rimango piacevolmente sorpresa dall’incredibile tiro dei brani (produzione di F. Dragogna aka penna e mente de I Ministri).
Tra un brano più “rude” e qualcosa di più soft melodico, Giungla si conquista l’approvazione anche degli scettici o del pubblico di mezza età che sta riempiendo AMA Music Festival in attesa del grande headliner della serata.

Durante una scorpacciata disumana di arrosticini e l’ennesima birra al delizioso stand delle birre artigianali, perdo Alaa Arsheed, violinista siriano che ha trovato rifugio al centro di ricerche per la comunicazione “Fabrica” di Treviso.

Questa sera più delle altre noto una buona omogeneità tra la grande quantità di musicisti emergenti che si esibiscono sul Circus Stage: il livello è complessivamente alto e nessuno riesce a fare brutta figura di fronte agli headliner del Main Stage.
Anzi in qualche caso c’è chi addirittura prova a superarli.

Si accendono le luci del Main Stage, gli Ex-Otago sul palco.
La formazione porta sul palco un synth pop farcito di cantautorato che non riesco a decifrare benissimo.  Un primo impatto violento contro questo genere a me non troppo caro mi porta alla costruzione di un ibrido tra Thegiornalisti e Brunori Sas, anche se la voce non riesce ad uguagliare nessuno dei precedenti per quanto riguarda l’intensità.
Buon pop italiano di stampo Garrincha che riesce ad attirare l’attenzione della maggior parte del pubblico accorsa ovviamente per Edoardo Bennato.

Mi spingo ancora verso il Circus Stage dove sta per iniziare per l’appunto, l’ultimo acquisto Garrincha nonché, a mio avviso, grandissima scoperta della serata: Verano.
Verano è un progetto milanese di musicisti dell’indie italiano della nuova scuola: la voce Anna Viganò e altri componenti del gruppo provengono dal realtà già affermate quali L’Officina della Camomilla.
I testi non sono particolarmente elaborati e la voce è naif, a tratti quasi un miagolio, ma si adatta benissimo alle potenti tastiere, dando vita ad un synthpop raffinato ma che non manca affatto di intensità e di energia. Verano presenta l’omonimo album di debutto e dopo aver accolto ampi consensi dalla critica, si porta a casa la mia piena approvazione nonostante la mia naturale diffidenza verso le voci femminili.

A show finito mi accorgo come AMA Music Festival stasera sia gremito quasi come la prima serata (quella dei Foals, per l’appunto) e come il pubblico, stasera più delle altre, sia estremamente eterogeneo.

Edoardo Bennato sale sul palco con la sua solita naturale disinvoltura, tipica di chi ormai su quel palco ci si è accasato ed è in grado di farci accasare anche il pubblico.
Stasera presenta i brani del suo diciottesimo album di studio “Pronti a salpare”, coraggioso e colto per quanto riguarda le tematiche affrontate. Intervalla brani vecchi e nuovi, non scadendo però mai nei tormentoni e nei cori da stadio. Dall’alto della sua decennale esperienza e maestria riesce a portare con leggerezza una buona e apprezzabile riflessione all’interno di una realtà “light” quale potrebbe essere quella di un festival giovane come AMA Music Festival.
I personaggi di Bennato prendono vita sul palco, si animano, raccontano la propria storia, uno ad uno, e non hanno bisogno di fronzoli visivi o effetti speciali. Solamente dell’inconfondibile chitarra e della voce magistrale del loro burattinaio. Un burattinaio che non sembra soffrire il peso dell’età, delle ansie o delle paure di ogni comune mortale. Di un burattinaio che è un po’ anche un mago, un illusionista capace di incantare e far sognare con la forza della sola parola.

Ecco che la serata di oggi conferma che una realtà emergente come quella di AMA Music Festival è capace di intersecare generi e realtà diverse senza scadere nel banale.

 

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