Pretty Boy Floyd, Milano saluta il ritorno di quei ragazzi con i giocattoli elettrici

Volendo condensare con un’unica canzone lo spirito di questa bella serata settembrina organizzata dalla Big Tuna Entertainment & Booking Agency presso il Legend Club di Milano, non avrei dubbio alcuno, si tratterebbe di ‘Rock And Roll All Nite‘ dei Kiss, non a caso scelto dai The Midnight Devils come brano di chiusura del proprio set.

In cartellone troviamo infatti ben quattro band, con due buone realtà nostrane in apertura ed i già citati (nonché sorprendenti) Midnight Devils a scaldare l’atmosfera per gli indiscussi protagonisti della serata, i Pretty Boy Floyd di Steve Summers, la storica formazione losangelina che con il proprio album di debutto “Leather Boyz With Electric Toyz” scrisse sul finire degli 80s una delle pagine più importanti della scena sleaze/glam metal americana.

Ma andiamo con ordine.
Si comincia prestino, dato che il tempo è tiranno e le band che devono alternarsi sul palco non sono poche.
Tocca al trio fiorentino dei Jolly Rox, in attività oramai da quasi 20 anni, l’onore e l’onere di inaugurare la serata, con una mezz’oretta abbondante di hard rock’n’roll a tinte glam in cui scorrono in sequenza brani noti (‘My Uncle Said‘, ‘Malcom‘, ‘So We Are‘ e ‘Dreamers’ Paradise‘ dall’omonimo Ep) e, almeno al sottoscritto, meno noti ma non per questo meno accattivanti.
La formazione attuale è relativamente recente – al fianco dello storico front-man della band Joey Zalla (chitarra e voce) troviamo l’efficacissima sezione ritmica composta da Claudio Garombo (basso) e Beppaccio La Grotta (batteria).
Per quanto breve, il set vola via che è un piacere, anche grazie alla dinamicità di una band che, anche dal punto di vista della performance on-stage, si presenta affiatata e rodatissima.
Davvero una piacevole sorpresa.

Jolly Rox

I secondi ospiti della serata sono gli abruzzesi Twisted, che da Pescara portano sul palco del Legend il loro heavy rock dalle nemmeno troppo velate contaminazioni street/glam, tanto da aver attratto l’attenzione di una label specializzata come la Demon Doll Records, che di recente ne ha rilasciato il primo full-lenght “Godspeed”.
Ed è proprio con la title-track dell’album che la band si presenta al pubblico milanese, potente ed anthemica quanto basta per far scuotere più di una testa nelle prime file. 
Il motore creativo della band è racchiuso nella voce del lead-singer Philip DeVille e nella chitarra dell’americano Bob J. Riot.
I due sono infatti co-autori di tutti i brani, e anche sul palco risulta difficile distogliere l’attenzione dalle mosse dei due, ed in particolare da Riot, autore di una performance davvero degna di nota. Anche per loro poco più di una mezz’ora, che risulta comunque sufficiente per sciorinare buona parte dei brani facenti parti dell’album, con doverosa menzione per ‘Strike Hard‘, ‘Give Me Hell‘ e la conclusiva ‘Adrenaline‘.
Stilisticamente non reinventano la ruota, la loro proposta musicale non propone alcunché di particolarmente innovativo, ma quel che fanno lo fanno bene e con convinzione.
Dal mio punto di vista esistono ancora margini di evoluzione in termini di song-writing, ma già allo stato attuale i Twisted dimostrano di avere i numeri per poter dire la loro.

Da Chicago, Illinois (lo avranno ripetuto una trentina di volte) arrivano i The Midnight Devils, sui quali fino ad un paio di giorni fa nutrivo una tanto sana quanto imperdonabile ignoranza.
Poi sono salti sul palco ed hanno spettinato me ed anche tutto il Legend, con un set micidiale di sleaze rock arrembante ed a tratti punkeggiante, che ha innescato nel sottoscritto un gigantesco mea culpa, sanato subito dopo il concerto con l’acquisto dei due album attualmente al loro attivo. Pittoreschi e guasconi, i tre Midnight Devils portano in scena trucco, parrucco ed un sound micidiale in cui elementi hard, street e glam si fondono per dar vita ad un caleidoscopio sonoro non troppo distante da quello che potrebbero proporre i Van Halen se suonassero come i Twisted Sister ad un concerto dei Kiss.
Sono in tre ma fanno casino per dieci, ed ognuno di loro attira a modo proprio l’attenzione del pubblico, a partire dal simpaticissimo drummer Jimmy Mess con il suo peculiare stage-attire, al funambolico chitarrista Sniper che deve essere cresciuto a pane ed Edward Van Halen, per arrivare al front-man Sam Spade, con tanto di face-painting ed un’attitude che più rock’n’roll di così si muore.
Ho citato più volte i Van Halen, il cui fantasma aleggia neanche troppo invisibilmente nel sound della band che infatti ci propone, oltre alle proprie composizioni, una bella rilettura di ‘Panama‘. L’adrenalina scorre a fiumi sul palco, i tre divertono e si divertono, interagendo abbondantemente con il pubblico fino quando Spade non decide che con quel pubblico vuole arrivare a strettissimo contatto.
Scende quindi dal palco trascinandosi dietro l’asta del microfono, e piazzandosi in mezzo al parterre per proseguire lo show in mezzo a tutti noi.
Sul finale, come si diceva in apertura di articolo, ritorno sul palco e gran finale con una kissiana ‘Rock And Roll All Nite‘ sparata a mille, con special guest i Jolly Rox che si uniscono alla festa.

The Midnight Devils

Tutto molto divertente, ed assolutamente perfetto per chiudere in bellezza il week-end.
Anzi no, perchè all’appello mancano ancora i protagonisti della serata: sistemato in fretta e furia il palco, arriva finalmente il turno dei Pretty Boy Floyd dell’inossidabile Steve Summers, autentico survivor di una scena che è oramai un lontano ricordo.
Un ricordo che, per quanto lontano, solletica ancora la fantasia di chi tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 sognava di bere whisky ad un Roxy che non era il bar di Vasco Rossi ma quello sul Sunset Boulevard di Los Angeles e sul cui palco è passata tutta la scena hair-metal.
The Dirt anyone?

Summers e Kristy Majors – l’altro membro storico dei PBF – sono nuovamente ai ferri corti, dunque la formazione protagonista di questo tour risulta ampiamente rimaneggiata, ed al fianco di Summers questa volta troviamo DieTrich Thrall al basso, Dizzy Aster alla chitarra e Nick Mason (no, non QUEL Nick Mason) alla batteria.
I Pretty Boy Floyd in Italia sono già passati diverse volte, non c’è quindi da stupirsi se la scaletta più o meno sempre quella: focus quasi totale sul celebre “Leather Boyz With Electric Toyz”, e quindi spazio alle varie ‘Your Mama Won’t Know‘, ‘48 Hours‘ e via discorrendo, senza dimenticare quell’inno che è proprio ‘Leather Boyz….‘ o la quanto mai appropriata ‘Rock’n’Roll (Is Gonna Set The Night On Fire)‘. 
C’è spazio anche per la cover di ‘Toast Of The Town‘ dei Motley Crue ed un paio di pezzi dai dischi post-reunion prima che le luci calino definitivamente sul palco del Legend.
Tutto sommato anche questa volta Summers e i suoi PBF la serata l’hanno portata a casa, ed una volta scesi dallo stage si sono trasferiti al banchetto del merchandise, concedendosi largamente ai propri fan, insieme a quei pazzi dei Midnight Devils.

Milano, 17 settembre 2023

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© Yamilé Barcelò

Pretty Boy Floyd

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Twisted

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