Appaloosa – BAB


Gli Appaloosa, forti delle loro numerose esperienze passate, sono tornati a farsi apprezzare con il loro ultimo disco ”BAB”.
Fin dal primo ascolto notiamo che la band toscana ha deciso di ripresentarsi con la stessa chiave di lettura con cui ci aveva lasciato in “Trance44”, ovvero con il loro classico mix di funk, psichedelica e noise ed anche con delle sonorità di stampo industrial.
In questo caso possiamo definire il loro sound un’evoluzione di quello ascoltato nel disco precedente, grazie alla creazione di tracce ben definite e con un ben preciso obiettivo.
Ma gli Appaloosa non si limitano solo a questo.
Infatti, oltre che creare un lavoro ben strutturato e al suo interno coeso, Niccolò Mazzantini e Marco Zaninello arricchiscono il tutto introducendo spunti propri di altri generi.
Queste nuove inclinazioni, che si fanno strada nei vari pezzi, si avvicinano soprattutto a suoni e ritmi di stampo hip hop, math e tribale.
La decisione di creare una commistione di generi, che in ”BAB” ci sembrano così vicini tra loro, è sicuramente una scelta azzeccata.
Uno dei pregi più significativi di questo disco interamente strumentale è sicuramente l’assenza di monotonia o ripetitività durante l’ascolto.
Ogni traccia è sia molto vicina alle altre, sia molto diversa, rendendo così il percorso, della durata di quasi trentanove minuti, totalmente piacevole e catturante.

L’apertura del disco è affidata a ‘Supermatteron’ che, con un andamento veloce e trascinante, ci dà la giusta carica per inoltrarci subito nella giungla di ritmi che ci si sta per parare davanti.
Continuando con passo incalzante e superate le più calme e, per così dire, cupe ‘Longimanus’ e ‘Halle 9000’, giungiamo a una sporca e insinuante ‘Ketama Gold’. ‘Mulligan’ continua sulla stessa scia aggressiva della precedente e ci lancia verso ‘Beefman’, ossia la più trascinante e affascinante tra le tracce brevi presenti in ”BAB”. Il livello tecnico e qualitativo non scende con la numero sette, ‘Bab e Dany’, che con i suoi ritmi intraprendenti e accattivanti si conquista sicuramente il titolo di punta di diamante del disco.
Ora i toni si mantengono costanti fino alla fine, dove ci imbattiamo in Imboschi che con una vena più elettronica e dolce si posiziona ottimamente in chiusura.

Quindi non ci resta altro da dire che ”BAB” degli Appaloosa è un lavoro di ottima fattura e sicuramente di una certa rarità, creandosi così un posto degno e tutto suo nella scena underground italiana.

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