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Subsonica

Subsonica: un tour occhi negli occhi con il pubblico

I Subsonica tornano alle origini con il Club Tour 2025

All’Atlantico di Roma si confermano al top e abbracciano i fan storici e recenti

Roma, 19 Marzo 2025

«Hey ciao Chat Gpt. Questo è il link del pezzo dello scorso anno sul live dei Subsonica al Palazzo dello Sport di Roma. Leggilo, poi utilizza lo stesso stile e scrivine uno sul concerto di ieri sera. Considera un numero minimo di parole e altri vincoli, poi le differenze di scaletta, di ambientazione e location (meglio se usi il termine “contesto” o “cornice”), di palco che ti elencherò.­»

La tentazione c’è stata, magari per gioco, ma sono presuntuoso e mi credo, non so per quanto ancora, migliore di qualsiasi algoritmo. Se la vostra curiosità è maggiore della frenesia che accompagna la vostra vita, prima vi faccio i complimenti. Poi fate click sul link. Infine non mi dilungo sul mastodontico e avveniristico allestimento del palco del realtà Aumentata Tour, a detta di molti fan tra i migliori di sempre della band di Torino.

Ma il Club Tour 2025 non per questo è meno ambizioso. Londra, Amsterdam, Bruxelles, Madrid e Barcellona sono state le tappe europee che lo hanno visto nascere. Sono spinto dalla curiosità di scoprire somiglianze e differenze con quanto visto e apprezzato un anno fa. Forse meno fantaasmagorico, ma capace di farti sentire sul palco accanto alla band, anziché lasciarti estasiato ad ammirare visual e laser. La verità è che per natura, o per sopraggiunti limiti di età, oggi apprezzo di più i concerti in posti più piccoli e raccolti. Godere del piacere delle band che ritornano alle radici dei loro inizi, che per la band torinese vuol dire club.

Il programma della serata musicale romana fa coincidere i concerti dei Subsonica all’Atlantico e di Brunori Sas al Palasport, separati da 800 metri in linea d’aria. Opto per i primi senza indecisione. Guardo il pubblico e mi riconosco come simile. Ci sono i reduci di un tempo, ma anche ragazze e ragazzi sotto i trent’anni, che hanno atteggiamenti e sintassi gestuale in cui mi rispecchio. Sono parte della tribù, laddove dall’artista cosentino avrei agito più da osservatore esterno. Insomma, stasera ho voglia di muovere il corpo e saltare un po’. Poi la curiosità per la nuova molla reggitastiera di Boosta, costruita in fretta e furia dopo l’ingloriosa fine di quella che per trent’anni ha accompagnato le evoluzioni e gli ondeggiamenti di Davide Dileo.

Ritorno all’Atlantico dopo non so quanti anni. Buio, luci viola, atmosfera da clubbing. Al centro del palco una consolle: “Liede” è la scritta che spicca davanti ad essa. Non siamo a Berlino, ma mi faccio lo stesso film mentali sulla capitale della clubbing culture Europea. In realtà è il nome del cantautore e producer al quale è demandato l’opening delle date del tour. Al secolo Francesco Roccati, già autore del brano che Giorgia portò sul palco del Sanremo 2023.

Liede
Liede

Trenta minuti di elettronica in sintonia con il contesto. Non corrisponde allo stereotipo del cantautore italiano comunemente inteso. In Italia c’è una scena interessante di artisti che batte sentieri nuovi, sperimentali e cerca di uscire da solchi già tracciati, arati e seminati da decenni. Si tenta di innovare, di ricercare formule diverse. Al di là dei gusti personali, per me è questo è un bene in assoluto.

Poi luci rosse sul palco, drum machine e bassi potenti, Stratocaster arpeggiata. Tocca a Samuel Romano, Davide “Boosta” Dileo, Max Casacci, Ninja e Vicio. Tocca ai Subsonica. Prima parte  dedicata a “Realtà Aumentata”, l’ultimo disco, del quale dichiarano di essere ancora un po’ innamorati. Rispetto allo scorso anno l’impatto è più soffuso, meno violento. Ma il dialogo tra band e pubblico è occhi negli occhi: diretto e immediato.

Subsonica
Subsonica

Comunque sia, il primo «su le mani» di Samuel arriva alle 21.37, cinque minuti dopo l’inizio del concerto. Senza effetti speciali ci vuole un po’ per far salire l’energia, nonostante un pezzo come ‘Africa su Marte’ arrivi come un treno. Trinità di Boosta, Samuel e Max a centro palco; tribalità sonora e riferimenti afrofuturistici. Afrobeat elettronico che regala la prima, potente, scarica di adrenalina.

Non è un tour promozionale ed è privo del vincolo dell’ultimo disco da suonare per intero, o quasi. Ventidue canzoni, undici presenti anche nel tour del 2024 e undici nuovi inserimenti. Cinque in meno i brani in scaletta, estratti prevalentemente da “Microchip Emozionale”. La durata resta di due ore. Un concerto essenziale, avente come unica protagonista la musica. Un live nel quale a ciascun brano è concesso maggiore spazio per aperture strumentali.

Subsonica 36

 

«Roma è casa nostra», ricorda Samuel. «Ci ha accolto a braccia aperte prima di Torino». «Chi c’era nel 1997, in quella serata piovosa fuori dal Locale in Vicolo del Fico?», chiede Boosta. È un attimo prima di ricordarmi del loro concerto a Tor di Valle, nel luglio del 2000, in cui entrai a bordo di un auto dell’organizzazione, che mi raccolse da terra pochi secondi dopo essermi distrutto una caviglia.

Questo amarcord introduce una sequenza di brani che porta in orbita l’astronave Subsonica e la temperatura del concerto, non solo metaforicamente. ‘La Glaciazione’, ‘Strade’, ‘Nuvole Rapide’, ‘Nuova Ossessione’ e l’omaggio a Franco Battiato di ‘Up Patriots To Arms’. Quando è il turno di ‘Discolabirinto’ tre grandi sfere stroboscopiche spandono luci a cascata, ovviamente bianche.

Ninja e Vicio sono una macchina da ritmo inarrestabile, Boosta fa ginnastica sulle tastiere, inizia a tormentare la nuova molla e crea tessiture maestose, evoluzioni al moog e allucinate svisate al piano elettrico. Samuel è coinvolgente e trascinante, un frontman perfetto se escludiamo la sua passione calcistica. L’overdrive della Stratocaster di Max è caratterizzante e identitario e aggiunge fiamme alla miscela sonora. Meriterebbe un posto con una migliore acustica, ma a Roma non c’è.

Subsonica

L’impegno e il messaggio civile sempre presente è il leit motiv di ‘Nessuna Colpa’ e ‘Missili e Droni’. Le parole di Max Casacci sono scolpite nella pietra, il pugno in alto al termine dell’inno alla disobbedienza di ‘Sole Silenzioso’ è un punto che non ha bisogno di essere esclamativo. Scosse serotoninergiche e atmosfere hammond e sixties in ‘Depre’ con Samuel che in outro cita i Beastie Boys; urlo liberatorio, rabbia e fuochi d’artificio percussivi in ‘Benzina Ogochi’.

Canto ‘Tutti i Miei Sbagli’ con la vena del collo alla Daniele De Rossi, ma sono in numerosa compagnia. Dopo ‘Strade’, chiudono il cerchio con ‘Preso Blu’. Direttamente dal 1997,  originariamente scritta e pensata da Max Casacci per gli Africa Unite. L’andamento reggae è riconoscibile, ma alterato dalla cassa dritta che suona ogni quarto avvicinandolo al tradizionale sound della band.

Mentre i cinque sono sul palco a stringere mani, salutare, festeggiare e godersi le emozioni, la sorpresa finale me la regalano le casse dell’impianto. Un anno fa Brian Eno, stasera sono i Primal Scream di ‘Movin’ On Up’. Momento madeleine: fine agosto 2022, ultima serata del fu Todays Festival. Sotto un temporale estivo, la band di Bobbie Gillespie regalava questo bis. Il momento acquista magia, stasera come allora.
Magia, Subsonica, Torino. Mi sa che devo tornare dalle parti della Mole. Perso nei miei sogni.

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