Spettacolo di fine stagione: Linkin Park live a Roma

Il 6 settembre si è conclusa la stagione 2015 del Postepay Rock In Roma, l’evento più atteso dell’estate romana che grazie ai nomi di forte richiamo riesce a diventare festival di culto non solo in capitale, bensì in tutta Italia.
L’ultimo concerto all’Ippodromo delle Capannelleha visto quindi protagonisti dell’unica tappa italiana i Linkin Park, che con il loro The Hunting Party Tour stanno affrontando una tournée mondiale da oltre un anno per la promozione del loro ultimo lavoro discografico (“The Hunting Party”, 2014).

La serata ha preso il volo grazie ai Simple Plan, che col loro pop condito da atteggiamenti punk rock hanno saputo intrattenere il pubblico al meglio.
Un’esibizione a dir poco coinvolgente ed energica, che ha visto la band di Pierre Bouvier in prima linea sotto i riflettori e sempre a bordo palco, quasi a voler togliere ogni barriera tra loro ed il pubblico.
Scaletta condita da nuovi e vecchi successi, cantati a squarciagola e a braccia alzate dagli oltre 30.000 presenti alla serata.
Tra un brano e l’altro, i Simple Plan non si sono fatti mancare qualche battuta: da un «Roma sei belissima» di vago sapore grohliano, ad un «Donne italiane siete tutte belle», che ha fatto arrossire ben più di una ragazza.
I Simple Plan, che personalmente non ascolto da anni, si sono mostrati sfiziosi allo sguardo e grandi professionisti dell’intrattenimento.
Con soli quattro album all’attivo hanno saputo conquistare fama mondiale, e la risposta del pubblico italiano è stata calorosa: segno che oltre ai singoli ‘Welcome to my life‘ e ‘Shut up‘ il loro percorso è seguito con attenzione e trasporto.

L’esibizione è terminata poco dopo le 21.30, e l’attesa per i Linkin Park è sembrata infinita.
Alle 22.15 si sono abbassate le luci, e senza nessun annuncio è finalmente salita sul palco la band.
L’intro di ‘Papercut‘ è stata l’esplosione iniziale che ha definitivamente mandato in visibilio i partecipanti: tra la pacatezza di Mike Shinoda e lo scream di Chester, è stato impossibile restare impassibili: lo sguardo ha seguito ipnotizzato i due frontman, che sul palco hanno dimostrato di essere i veri protagonisti della serata.
Più statico (ma impeccabile) Brad Delson, che con la sua chitarra ha regalato momenti di godimento assieme alla batteria incalzante di Rob Bourdon.
Quasi due ore per ripercorrere non solo i brani della loro ultima fatica, ma anche i grandi successi che hanno portato i Linkin Park in vetta alle classifiche.
Un excursus vincente che ha passato in rassegna hit quali ‘Point Of Authority‘, ‘One Step Closer‘, ‘In The End‘ tratte dal disco d’esordio “Hybrid Theory” (2000), senza trascurare ‘Robot Boy‘ e ‘Waiting for the end‘ da “A thousand Suns” (2010).
Il carisma dei Linkin Park on stage è dirompente ed elettrizzante: la loro performance è stata spettacolare ed il concerto non ha subito battute d’arresto.
Con ‘Bleed it outChester e soci hanno salutato il pubblico, lasciando i presenti carichi di adrenalina dopo uno spettacolo che sembrava non dover finire mai.

E se gli applausi e le grida entusiaste hanno accompagnato l’uscita di scena dei Linkin Park, è innegabile che con questo concerto il team del Postepay Rock In Roma ha avuto la propria rivincita.
Dopo le proteste nei vari social network in merito alla gestione del concerto dei Muse il 18 luglio scorso (che hanno portato a galla i vecchi disagi con i Metallica nel 2014), con i Linkin Park l’organizzazione dei servizi è stata impeccabile: uno stuolo di addetti alla sicurezza e vigili urbani ha saputo garantire il deflusso del traffico, che per una volta non si è reso protagonista dei post concerti sull’Appia.

Zero polemiche quindi, solo applausi e grandi emozioni unite ad un velo di amarezza: con questo ultimo concerto si può dire addio all’estate e alla grande stagione musicale che ogni volta il Postepay Rock In Roma porta a Capannelle.

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