Rock ai piedi delle Dolomiti: SotAlaZopa

Riuscite ad immaginare i nomi di tendenza del panorama italiano che suonano sotto le stelle ai piedi delle Dolomiti?
Io sì, perché ho già partecipato diverse volta al SotAlaZopa, festival musicale che prende vita in una cornice mozzafiato nella campagna a ridosso tra Tonadico e Siror (comuni limitrofi nella vallata del Primiero e Vanoi).
Il SAZ è ormai da qualche anno un appuntamento fisso che attira non solo pubblico locale ma anche realtà da tutto il Triveneto.
Complice il campeggio gratuito a disposizione e la varietà di strutture alberghiere in loco, questo paradiso verde ai piedi delle Dolomiti a settembre si anima di giovani e curiosi, pronti a scatenarsi sulle note rock dei migliori gruppi della scena italiana.
Festival autogestito dai soci dell’associazione Aguaz, abbiamo fatto qualche domanda ad Hermann Zugliani, neo presidente dell’associazione.

Una distinzione primaria va fatta tra Aguaz e SotAlaZopa: ci puoi parlare dell’associazione? Come nasce, con che scopo?

Sì, Aguaz e SotAlaZopa sono due cose differenti anche se col tempo si sono, per forza di cause, legate e molte volte vengono confuse.
Aguaz è un’associazione culturale ricreativa che nasce nell’agosto del 2009 con l’intento di creare un evento musicale che contrastasse l’ordinarietà di Primiero.
L’associazione, oltre al SotAlaZopa, ha sempre avuto la necessità di ricrearsi e reinventarsi cercando anche altri eventi nei quali poter manifestare le proprie basi culturali.
Tra essi spiccano la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente e la qualità.

E’ quindi corretto affermare che Aguaz è un’associazione nata proprio “con la musica nel sangue”?

Sì, nonostante io sia entrato nell’associazione nel corso degli anni, la musica è sempre stata la base.

Dando uno sguardo in generale, prima di arrivare al SAZ quali altri eventi ci sono durante l’anno sostenuti dall’associazione?

L’associazione da diversi anni è in prima linea nell’organizzazione del workshop di architettura sostenibile ‘CampoSAZ’ partito ufficialmente a Primiero 3 anni fa e che ora vede diverse sue edizioni sia al mare (Chioggia) che in Romania (Brasov).
Questo workshop viene realizzato in collaborazione con l’associazione Campomarzio.
Da diversi anni Aguaz collabora anche con il contest regionale Upload, un progetto promosso dal Servizio Giovani della Ripartizione Cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano e realizzato in collaborazione con tante realtà locali.
Nello specifico, Aguaz si occupa di organizzare una data di questo contest nella vallata del Primiero.
In passato sono state fatte diverse edizioni di Ecologita (una camminata pensata per la valle) e del SiegaduraRock (una sorta di festival invernale concentrato in un’unica serata).

Arriviamo al Saz: in questi anni è cresciuto in modo esponenziale sia il pubblico che lo attende a settembre, che, di conseguenza, la mole di lavoro per voi soci.

Sicuramente.
Il festival è partito in località Mondin come poco più di una festa “alternativa” per la vallata, poi con il cambio di location c’è stato anche il salto di qualità.
Negli anni il festival è diventato sostenibile grazie alla collaborazione con diverse associazioni e diversi volontari.
La mole di lavoro tendenzialmente è ripagata dalla soddisfazione del vedere un festival del genere realizzato nel bene o nel male grazie alla collaborazione.
Riguardando certe foto scattate negli anni passati non si può che esser soddisfatti di quanto svolto sino ad ora, dimenticandosi di fango, sudore e tanta fatica.

Senza voler scendere nel dettaglio: siamo in un periodo economico dove tante realtà simili alla vostra non riescono a stare a galla.
Quanto è dura far quadrare i bilanci economici?

Una delle basi del festival è sempre stata quella di fare il tutto rispettando la disponibilità economica a disposizione, mai rischiando o cercando l’impossibile.
Il festival da anni vede la collaborazione con enti pubblici che ne garantiscono la riuscita ma non può esser trascurata la grande volontà dei locali di contribuire alla manifestazione.
Infatti, da diversi anni la raccolta sponsor porta-a-porta denota come l’evento si sia ormai radicato sul territorio.

Una domanda volutamente provocatoria: al vostro festival partecipano grandi nomi della scena “indipendente” italiana. Se nei primissimi anni c’erano artisti quali I Fratelli Calafuria, oggi sembra che voi rincorriate il trend del 99% dei festival in Italia.

Questa non è una critica, assolutamente. E’ che la crescita che ho visto negli anni vi ha quasi ‘tolto originalità’ in favore di una ricerca più ‘sicura’ proponendo line-up efficaci.
Accolgo volentieri questa “provocazione”.
Diciamo che il salto di qualità del festival è indubbiamente passato anche dall’evoluzione musicale del festival stesso.
Va detto inoltre che l’unica maniera per spingere un ragazzo a venire nel Primiero da Trento (circa 100 km) o da Treviso è quello di proporre dei nomi di livello.
Purtroppo la configurazione della valle del Primiero fa sì che poche persone si spostano per un concerto di qualità ma senza richiamo.
Fortuna vuole, invece, che oltre ai nomi di richiamo ci sia sempre la possibilità di un second stage dove tendenzialmente si esibiscono gruppi ricercati, magari poco conosciuti ma di grande qualità.
Ci tengo a citare i The Cyborgs venuti a Primiero 2 anni fa ed ora conosciuti in tutta Europa.

La valle del Primiero è una vallata Trentina che vive soprattutto (ma non solo) di turismo, e sono molti gli stranieri che la scelgono come meta.
Avete mai pensato a provare a fare un ulteriore salto, cercando di coinvolgere realtà che convoglierebbero al SAZ un tipo di pubblico diverso?

Purtroppo o per fortuna siamo un’associazione di volontari che si “sbatte” tutta l’estate per puro hobby, quindi dopo aver visto il consolidamento dell’evento abbiamo di fatto accettato che più di così non sarebbe nelle nostre corde.
Oltretutto, un tentativo simile snaturerebbe la fisionomia del festival.
Per quel che riguarda il coinvolgimento di altre realtà, la collaborazione con Upload vede sempre la possibilità per un gruppo altotesino e un gruppo tirolese di esibirsi al SAZ e le presenze dall’Alto Adige non mancano mai: una sorta di scambio culturale effettivamente c’è.

C’è qualche nome altoatesino che ti ha particolarmente colpito e che consiglieresti all’ascolto dei nostri lettori?

I Nolunta’s, gruppo folk rock: sono dei personaggi notevoli e musicalmente se la cavano!

C’è qualche novità, qualche anticipazione, in merito all’edizione 2015?
Voi date appuntamento al pubblico ogni lunedì nella pagina Facebook dedicata al festival e svelate il cast un po’ alla volta.

Volutamente, cerchiamo di creare un po’ di curiosità attorno al festival.
Una delle novità è che per la prima volta ci sarà un’entrata a pagamento per la serata del venerdì, quella che prevede i Verdena headliner.
Questa scelta è stata molto discussa fra i soci, ma vuole essere solo una piccola forma di sostegno al festival stesso, che quest’anno come forse mai è di assoluto livello e presenta delle spese elevate.
Di contro, la serata del sabato sarà assolutamente gratuita regalando di fatto una splendida serata musicale agli amici del SotAlaZopa.

Vera novità questa del biglietto il venerdì, poiché il festival è sempre stato gratuito.

Credo che un contributo da parte del pubblico sia tuttavia comprensibile visto il tiro sempre più alto con i nomi previsti.

Sì, si parlava prima di salto qualità, di evoluzione…un festival come il SotAlaZopa, secondo il parere di molti, farà un salto di qualità anche in questo senso: non si chiede una gran cifra per una serata di altissimo livello, si chiederà più che altro un sostegno a tutta la struttura organizzativa che sta alle spalle di questa macchina.

L’appuntamento è fissato per settembre, nel weekend 11-12 ai piedi delle Pale di San Martino.

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