“Harvest”, e il country conquista il mondo

Nel 1972 Neil Young, cantautore canadese, è già affermato nel panorama musicale mondiale: ha già realizzato la sua prima opera “heavy country” (“Everybody Knows This Is Nowhere”) con i Crazy Horse e un disco solista country-rock, “After The Gold Rush”.
Inoltre, dal 1969 collabora con David Crosby, Graham Nash e Stephen Stills al progetto Crosby, Stills, Nash & Young, che già ha dato al rock capolavori come “Deja Vù” (1970) e “4 Way Street” (1971).
Con “Harvest” il canadese solitario raggiunge il suo massimo successo di vendite e bisogna considerare che nel 1972 mette in riga lavori come “Thick As A Brick” dei Jethro Tull e “Machine Head” dei Deep Purple.
‘Il raccolto’ si apre con una splendida ballata acustica, ‘Out On The Weekend‘, mentre la title track ‘Harvest‘ è il secondo pezzo, la cui linea non varia rispetto al brano precedente: è una dolce ballata country.
È con ‘A Man Needs A Maid‘ che il discorso si fa più autobiografico, con Young che canta il suo amore per Carrie Snodgrass, l’attrice di “Diario di una casalinga inquieta” (da qui il titolo).
Segue la meravigliosa ‘Heart Of Gold‘, in testa alle classifiche di mezzo mondo per tutto l’anno, e si chiude il lato A dell’Lp con ‘Are You Ready For The Country?‘.
La facciata B si apre con un altro brano storico, ‘Old Man‘, al quale seguono ‘There’s A World‘ e ‘Alabama‘, inno antirazzista che va a fare coppia con ‘Southern Man‘ (da “After The Gold Rush”) sul tema delle colpe dei sudisti in materia di schiavitù.
Per il canadese l’Alabama si macchiò di crimini indelebili ed il pezzo fu motivo di litigio con i Lynyrd Skynyrd, che successivamente difesero l’Alabama e i sudisti in ‘Sweet Home Alabama‘.

Proseguendo la tracklist, segue la stupenda ‘The Needle And The Damage Done‘: al tema del razzismo segue quindi quello della droga, altrettanto importante per Neil Young.
E dopo la riflessione, la consueta cavalcata elettrica: il pezzo che chiude l’album è ‘Words (Between The Lines Of Age)‘.
Harvest” si avvale in alcuni brani di arrangiamenti orchestrali curati da Jack Nietzsche, un po’ troppo pomposi e presenti, quasi in contrasto con le semplici voci e chitarra che Young valorizza al massimo per tutto l’album, ma questo non influirà minimamente sul grande successo di pubblico e critica che il disco ha ricevuto sin dalla sua uscita, grazie anche a piccole perle presenti qua e là – come le partecipazioni di John Taylor e degli amici Crosby e Stills.
Un album che, in piena esplosione hard rock e progressive, conquista il mondo a suon di country.

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