L.A. Salami – Dancing With a Bad Grammar: the Director’s Cut


L.A. Salami (per esteso, Lookman Adekunle Salami) arriva al suo primo full lenght, un esordio di quasi un’ora e mezza racchiusa in quindici brani.
Se da un lato ciò può apparire come un disperato bisogno di raccontare (quasi una ‘necessità’), al contempo va considerata come una gran fortuna il ritrovarsi ‘dall’altra parte’, l’essere gli ascoltatori di questo bellissimo album.

Noto per esser stato il compositore di colonne sonore per importanti campagne di moda (Burberry, Fred Perry), L.A. Salami ha alle spalle due Ep.
Si tratta essenzialmente di raccolte contenenti esclusivamente questi primi lavori, che hanno incontrato numerosi consensi anche grazie alle trasmissioni nelle BBC radio britanniche.
“Dancing With a Bad Grammar: The Director’s Cut” è tuttavia un lavoro differente, un disco nel quale esce preponderante l’anima colorata e più profonda di questo giovane artista.
Il suo è un melting pot di stili, una sorpresa sonora: una serie di combinazioni stravolte tra blues, beat e folk. Un lavoro interessante unito ad una poetica che a tratti parla d’amore e a volte di politica e ribellione.
Forse è proprio questa la chiave dell’album: la bellezza e la potenza dei testi, veicolati da una voce penetrante ma cristallina.
Le storie qui raccontate sono sostenute da un sound in grado di sorprendere quando meno te l’aspetti: a tratti si percepiscono un po’ gli Arctic Monkeys ma basta poco per cambiare direzione e intuire la familiarità di un soft rock alla Cohen.
Interessanti le percussioni, intima la chitarra e necessaria l’armonica.
In poche parole, un disco da ascoltare assolutamente per aprirsi a nuovi orizzonti.
Sebbene il primo singolo estratto sia ‘The City Nowadays‘, a gusto del tutto personale tra tutti i pezzi merita attenzione ‘I Wear This Because Life Is War!‘.

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