Elisa Erin Bonomo – Antifragile
Grinta e dolcezza sono due doti spesso difficili da conciliare e da mostrare con un unico gesto deciso.
Mi sembra che la veneziana Elisa Erin Bonomo, con il suo primo disco da solista dal titolo “Antifragile”, uscito il 20 gennaio, volesse dar prova proprio di questo carisma che riesce a fondere una certa aggressività con una delicatezza “tipicamente femminile”.
“Antifragile” si compone di ben 12 tracce che respirano per lo più un sound dal deciso taglio alternative rock, con l’uso di numerosi effetti su chitarra e basso, riff secchi e, tuttavia, dal tono brillante, ed una sezione ritmica salda che domina ogni brano. Bisogna dire, comunque, che la Bonomo si destreggia anche in brani più satinati, improntati su un frivolo ma elegante swing (‘Ciclista e Palombaro’), mostrando anche la propria interiorità e dolcezza in ballate al piano più sentimentali, come ‘Parole al vento’. Nonostante non rinunci mai a mostrare le unghie, l’artista cerca di cimentarsi in sfide che mettano alla prova la sua creatività.
Personalmente trovo che i brani di “Antifragile” manchino di quel quid creativo che può e deve fare la differenza per distinguersi.
Senz’altro Elisa Erin Bonomi si muove bene nel suo campo, quello di un alternative rock in fin dei conti molto melodico, dalle tinte pastello anche grazie ai cori, uno stile canoro piuttosto classico e impostato, non troppo espressivo. Riesce bene anche a gettare lo sguardo oltre questo campo come abbiamo già detto. Mi sembra tuttavia che resti ancorata a una sorta di immagine della “cantautrice con la chitarra elettrica”, che fa un po’ mamma un po’ strega, e può risultare molto azzeccata per fare presa su un pubblico vasto dai gusti un po’ incerti. La mossa è giusta e senza dubbio può funzionare, anche perchè alla Bonomi non mancano le carte in regola per ottenere buoni risultati in una partita simile. Vero è, però, che un tocco più carismatico e controcorrente non guasterebbe, permetterebbe anzi all’artista di discostarsi da modelli precostituiti e cercare, in modo ancora più radicale, un’identità unica.
“Antifragile” è un buon prodotto, godibile, vario e ben strutturato, ma non stupisce granché e non si può dire trasmetta quel brivido che spero di provare ogni volta che mi immergo nel repertorio di un nuovo artista. Ma ci si può lavorare sopra, perchè le premesse sono valide.