“The Kinks Are The Village Green Preservation Society”, un omaggio alle tradizioni

Agosto 1964.
I Kinks danno alla luce un pezzo, un solo pezzo, che sarà la base di tutto quel che di più duro il rock produrrà: ‘You Really Got Me‘.
È la fase embrionale di ciò che sarà punk, hard rock e metal.
È tutto lì, solo da raccogliere e coltivare e così sarà negli anni successivi.
Tutti, nessuno escluso, attingeranno da questo pezzo.
Pete Townshend ha sempre dichiarato il suo amore per questo brano arrivando addirittura a sostenere che senza ‘You Really Got Me‘ non sarebbe esistita ‘My Generation‘.
I Van Halen ne fecero una cover nel 1977 da milioni di copie vendute.

Se non avessero scritto questo pezzo, oggi ricorderemmo i Kinks?

Sì, perché la loro ricerca di nuove sonorità è continua.
Nel 1965 esce ‘See My Friends‘, brano che per primo si ispira alle sonorità dell’India: i Beatles decisero di utilizzare un sitar dopo averla ascoltata e diedero alla luce ‘Norvegian Wood‘.
E dell’ondata glam rock che sarebbe arrivata di lì a poco?
Ride A White Swan‘ dei T.Rex di Marc Bolan è anticipata di poco, nel 1970, dall’uscita di ‘Lola‘, altro brano che porta in sé in fase embrionale ciò che Bolan farà esplodere a tutti gli effetti come fenomeno glam.
Tra il 1964 e il 1968 i Kinks danno alle stampe 5 album in studio e un live.
Si alternano così fasi di buoni piazzamenti nelle classifiche inglesi e in termini di vendite ad altre, in cui le loro uscite passavano praticamente inosservate.
Alla fine del 1968 esce “The Kinks Are The Village Green Preservation Society“, un progetto a cui i fratelli Davies (Dave e Ray, che insieme a Mick Avory e Pete Quaife formano il nucleo originale del gruppo) stanno lavorando da due anni.
Nasce da un’idea di Ray dopo un viaggio nel Devon e si ispira, appunto, ai Village Green inglesi, a quegli spazi aperti comuni usati nei villaggi rurali delle campagne a scopi ricreativi.
Ray ne tira fuori un concept album ispirato alla vita rurale.

È un omaggio alla vita di campagna e alle tradizioni britanniche, è il primo album dei Kinks che non entrerà in nessuna classifica.

Quindici brani di cui non uno solo capace di sfondare come singolo, un disco le cui vendite non raggiungeranno le centomila copie.
Eppure, oggi, è considerato il loro capolavoro.

Il genio di Ray Davies in questo album si riversa tutto su uno strumento: il mellotron.
Nel pezzo ‘Village Green‘ viene utilizzata una vera orchestra: tutto ciò che sentite nel resto del disco è frutto dell’abilità di Davies e del session man Nicky Hopkins nell’utilizzo del mellotron.
In ‘Starstruck‘ archi e fiati sono mellotron, così come la fisarmonica in ‘Sitting By The Riverside‘.
Ancora fiati in ‘Johnny Thunder‘ mentre in ‘Phenomenal Cat‘ utilizzano il mellotron addirittura per batteria, flauto e alcune parti di chitarra.
In tutto ciò Davies utilizza ogni genere musicale più bizzarro: pop, calypso, blues, ragtime, valzer, folk.
Imita addirittura una locomotiva con un’armonica a bocca e infila una batteria dal suono goffo, suonata senza rullante.

Davies, che è già demoralizzato dagli scarsi riscontri ottenuti dalla band con gli ultimi lavori, vedrà tanto lavoro vanificato dal punto di vista prettamente commerciale da un fattore estremamente imprevedibile quanto incredibile.
L’album dei Kinks esce il 22 novembre 1968, lo stesso giorno esce il “White Album” dei Beatles.
E, credo, non ci sia da aggiungere altro.

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