Hybryds – Music For Rituals

Guardare oltre ciò che vedono i nostri occhi è sempre e comunque uno sforzo che compete alle anime elette.
Il compito della musica, laddove si sia in grado di agganciarla nei suoi touch spirituali, è talvolta quello di favorire un tale sforzo, di renderlo possibile dove sembra insostenibile.

Tutto questo per introdurvi ad un disco, “Music For Rituals”, ma più in generale ad una produzione, quella degli Hybryds, totalmente votata alla esposizione della musica rituale, vista nelle sue mille sfaccettature.
È dalla metà degli anni ‘80 che gli Hybryds, duo belga formato da Magthea [Sandy Nijs] e Yasnaïa [Leen Smets], hanno iniziato ad esplorare le stanze buie dei suoni rituali, derivandone frammenti tormentati volti a rilevare ciò che va oltre il terreno, l’individuabile, il reale: nelle loro rievocazioni, a tratti vicine a tratteggi propri della scena industrial, appaiono l’occulto, la magia nera, i riti, il feticismo, l’abuso dell’anima.
La loro è un’aggressione ritmica continua, che ha l’obiettivo di condurre all’espansione della mente, a istintive determinazioni ultraterrene.
Ciò li ha portati a  creare uno stile unico che ha influenzato gran parte di di coloro che a seguire si sono inerpicati nella ricerca di dimensioni spirituali attraverso l’espressione musicale. 
A ciò gli Hybryds, fin dai loro inizi, hanno sempre coniugato un confezionamento estetico in ambito Artwork (quindi legandole a pack artigianali, impreziositi da confezioni particolari, foto, grafiche).

All’inizio degli anni ’90 Yasnaïa sviluppò il concetto Hybryds aggiungendo alle sintesi esoteriche la sua voce, espressione battente di sentenze e formule, e alcuni strumenti acustici. L’incontro con Djen Ajakan (Vidna Obmana) aggiunse svolta a svolta.
Di lì si sviluppò il quinquennio più interessante e prolifico (qualitativamente parlando) della produzione ampia degli Hybryds.
Ne uscirono opere quali “The Ritual Should Be Kept Alive (Part 1)” del 1991 , “The Ritual Should Be Kept Alive (Part 2)” del 1992, “Music For Rituals” del 1992, lo split con Vidna Obmana – “Soundtrack Voor Het Aquarium” del 1993 – il mistico “The Atavistic Fetisj” del 1994, “The Rhythm Of The Ritual” del 1994, “Soundtrack For The Aquarium” del 1995.
Improvvisamente, a quel punto la scena musicale scoprì il suono originale, eclettico e potente degli Hybryds.

“Music For Rituals” nacque quale progetto itinerante, realizzato in luoghi diversi con persone diverse spostando rituali trance e ambient su un registratore a cassette Tascam a 4 tracce, impreziosito successivamente da riedizioni sonoramente più adeguate.
Divenne presto il cannone perverso che Magthea e Yasnaïa puntarono sul mondo per deflagrare le loro litanie, e fu soprattutto “Music For Rituals”, opera dove si agita in modalità continua una lotta tra le energie maschili e femminili, l’intima paura dell’oscuro, l’esplorazione delle grotte nere della mente umana, un viaggio subliminale nell’antro della coscienza originano le pure e le fragilità umane.
L’egemonia perversa di questo disco portò gli Hybryds stessi ad etichettare questo progetto come cyberpunk, rimbalzando ritmi industriali e un suono elettronico ipnotico che finisce per strisciarti nel cervello e conduce in stati alternati, per non dire alienati.
Per provare ad immaginare cosa vi possa aspettare nell’approcciarvi agganciatevi all’idea di un incrocio fra Brian Eno, Dead Can Dance e Psichic TV in versione esotica ed esoterica.

La musica Hybryds diviene il tramite attraverso il quale far comunicare le parti distanti del proprio io, e  lo fa con la creazione di atmosfere rituali attraverso le quali far interagire  l’influenza dei suoni sul cervello umano, creando fusioni mistiche e spostando in alto l’asticella della nostra psiche verso l’infinito cui può traguardare.
Le litanie che fondano “Music For Rituals” navigano tra i nervi galleggianti della mente, portandoci a  scoprire se e dove esista dentro di noi un equilibrio interiore.

Non abbiate paura, il viaggio dentro l’ignoto di questa opera deve diventare un vostro passaggio, non un ostacolo da evitare.
I climi esoterici, la passione, l’esplorazione del culto e dell’occulto saranno una guida per gettare la vostra mente oltre l’ostacolo.
“Music For Rituals” diventerà una sorta di piccola guida per guardarvi dentro, con il clamore e la durezza che precede l’acquisizione di una improvvisa serenità.

Artista

Hybryds

Disco Music For Rituals
Anno 1992
Etichetta Artware Production
Genere musicale industrial, ritual, dark ambient, electro acoustic

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