Meno indie, più rock

Oggi ci siamo concessi, come accaduto anche altre volte, una bella riflessione sullo stato attuale della musica emergente e non, e lo abbiamo fatto in virtù del nostro nome.

Attivi ormai da quattro anni, il nostro asso nella manica è da sempre l’intento di dar voce alla musica emergente attraverso recensioni ed approfondimenti.
Per quanto la nostra volontà fosse tributare in qualche modo la musica rock, pare evidente a noi per primi che oggi il percorso intrapreso sia andato un po’ fuori strada.
Colpa nostra?
Forse, per carità, guai sottrarsi dalle proprie responsabilità, anche se un’amara verità riguarda il fatto che noi ascoltiamo il materiale che ci viene inviato – e quello fa capo ai musicisti che ci contattano.

Nel tempo abbiamo scelto di dare spazio e visibilità ad artisti meritevoli di diversa estrazione: ci occupiamo infatti di musica elettronica, punk e cantautoriale, senza tralasciare le varie sottocategorie di ogni genere.
Arriviamo però anche all’indie e…oh cielo, l’indie.
Con questo termine ci siamo in realtà persi parecchio poiché, a ben guardare, al giorno d’oggi è tutto molto indie (soprattutto nella sua variante pop).
Quello di cui cominciamo a sentire la mancanza è il rock, e tra tutto quello che ci arriva in redazione non ce n’è nemmeno l’ombra: che fine ha fatto, dunque, il rock?
Possibile che negli anni Duemila nessuno si occupi più di hard rock, krautrock, alternative, post, math o soft rock?
Noi non ci vogliamo credere.
Più che altro, non ci vogliamo arrendere davanti all’avanzata dell’indie sotto la quale stiamo letteralmente soccombendo.

Musicisti, amanti della musica, lettori: diteci come ritrovare il rock.
Scriveteci via email o commentate suggerendoci l’ascolto della band del vostro vicino di casa piuttosto che dei vostri amici: aiutateci uscire da questa indie-spirale.

0 Comments

Join the Conversation →