
VENUS IN VEGAS – Back In Sin
Con “Back In Sin” arrivano al debutto su Golden Robot i Venus In Vegas, la band romana guidata dal chitarrista Federico Venditti. Il suo nome non dovrebbe suonarvi nuovo vista la sua passata collaborazione con OcaNeraRock, ma anche e soprattutto perché ha fondato gli oramai scomparsi Witches Of Doom e gli Artificial Heaven.
Abbandonato lo stoner/doom dei Witches e dopo aver dato sfogo con gli Artifical Heaven alla sua verve dark/gothic, il buon Fed cambia registro. Con i Venus In Vegas sposta il proprio baricentro musicale verso l’hard rock più classico ed incontaminato, andando ad infoltire l’ultimamente piuttosto affollato panorama del retro-rock. E lo fa regalandoci la splendida voce di Gianna Chillà (Killa, Cherries).
La voce di Gianna Chillà: l’arma segreta di “Back In Sin”
Gianna Chillà è una front-woman d’eccezione, con quel graffiato assassino che mi ricorda tanto la sfortunata Sally Cato dei mai troppo osannati Smashed Gladys. Con tutto il rispetto per gli altri, ma l’arma segreta di questo disco è proprio Gianna, la cui voce impreziosisce ognuna delle dieci tracce di cui si compone. Se Tom Keifer fosse nato donna, probabilmente canterebbe come la nostra Gianna.
“Back In Sin”: un omaggio all’hard rock vintage
“Back In Sin” è un sincero ed appassionato atto d’amore nei confronti dell’hard rock, dei suoni vintage e delle band che di quel genere son diventate icone. Dai Led Zeppelin ai Guns N’ Roses (non a caso troviamo tra le altre una efficace cover di ‘You’re Crazy’), passando per gli AC/DC, i Black Crowes ed i Cult più elettrici, “Back il disco è un concentrato di energia rock’n’roll, spalmato su dieci brani che godono di una produzione non fantasmagorica ma perfettamente adeguata allo stile portato avanti dalla band. Tra le tracce di maggior impatto, l’inziale ‘No Faith’ che non avrebbe sfigurato su “Electric”, l’intensa ‘Don’t Blame Me’ su cui aleggia la presenza dei fratelli Robinson, lo swagger stonesiano di ‘The Dark Side’ e la suadente ‘Shallow Waters’, con i suoi echi zeppeliniani.
Una promessa per il futuro dell’hard rock?
Pur non reinventando la ruota, con questo atto primo i Venus In Vegas ci hanno colpito per attitudine e capacità compositive, imponendosi come realtà da tenere assolutamente sotto osservazione. Nella segreta speranza di poterli vedere quanto prima all’opera su di un palco, perché, a sensazione, è proprio dal vivo che questi dieci tracce potranno esprimere tutto il loro potenziale.