Steven Lipsticks and his Magic Band – Steven Lipsticks and his Magic Band


Steven Lipsticks And His Magic Band si è reso artefice di ogni nota del suo omonimo album facendo propria e attuando la filosofia del do-it- yourself.

Polistrumentista, ha composto undici delle dodici tracce di questo suo lavoro, suonato quasi ogni strumento e addirittura registrato l’album per poi divulgarlo sulle piattaforme di Soundcloud e Bandcamp.
Manco a dirlo, a dispetto del nome la sua ‘Magic Band’ in realtà non è altro che una one- man-band.

Descrivere quello di Steven Lipsticks And His Magic Band come un album lo-fi risulta alquanto riduttivo ma è da segnalare ed esaltare in modo particolare il carattere maturo del suo songwriting.
Il disco è un caleidoscopio di suoni che danno vita a disparate suggestioni: un disco chiaramente eclettico la cui ricerca sonora è sottile.
Partendo da una base di psichedelia, vengono qui mescolati garage, power pop, britpop e folk con le chitarre che coprono una vasta gamma di dinamiche e stili musicali.
Le tracce, ben diverse tra loro, giocano infatti con i vari generi musicali e si incastrano in un unico corpo di lavoro rendendo omogeneo il risultato.
Completano il tutto dei nonsense moments che si ripercuotono nei testi quasi a dare un po’ di respiro all’ascolto.
Dopo l’intro (‘Aka with toys‘), parte ‘Riding The Tide‘ e colpisce sin da subito il modo in cui tecnica e melodia si intersecano dando vita ad un rock inusuale.
Dec. 8Th’ è una ballad folk dove si crea un percorso interessante: tra la chitarra ritmica e quella solista nasce un gioco sonoro senza per questo far passar in secondo piano le varie trame del basso.
Un’altra ballad dal sapore onirico si rivela invece in ‘Stay Away from my Dreams’ mentre in ‘Aliens Hypnotizing Me’ assistiamo ad un esperimento in cui partendo dallo psichedelico si passa a un groove più elettronico, facendo restare tutto in modo alquanto bilanciato senza distorcere o snaturare il ritmo del brano.

Steven Lipsticks And His Magic Band ha dato libero sfogo alla sperimentazione con una capillare (ma allo stesso tempo delicata e minuziosa) ricerca sonora, forgiando soluzioni armoniche multiple: si può considerare a tutti gli effetti un buon disco d’esordio.

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