Safir Nòu – Groundless


Antonio Firinu è un compositore e chitarrista sardo noto nel mondo del jazz italiano.
Ha collaborato con molti artisti, tra cui anche Iosonouncane per il quale ha scritto la partitura di chitarra del brano ‘Buio’ inserito nell’album “DIE” (leggi qui la recensione al disco).
Con il progetto Safir Nòu, Firinu, propone alcune delle sue composizioni raccolte nell’album “Groundless” uscito per La bel Netlabel.

“Groundless” si apre con ‘Imaginary Cloud’: gli archi e la chitarra acustica creano una melodia dalle tinte dolci che fluisce naturale e inalterata per tutta la durata del brano.
Segue ‘New Lunacy’ dall’anima jazz, dove batteria e chitarra procedono coese, mentre si fa avanti un solitario violino a cui fanno seguito gli altri strumenti e tutti insieme procedono alla conclusione del brano in un piacevole crescendo.
La terza traccia, ‘Floating on a note’, è composta da quattro anime: la prima fortemente malinconica e dominata dagli archi; la seconda è guidata dalla chitarra, che esegue una partitura articolata ed insistente; la terza fa ritorno ad una componente malinconica, creata dalla fusione del suono di archi e chitarra e che, come suggerisce il  titolo, sembra “galleggiare” su una nuvola armoniosa; nella parte finale la malinconia sembra quasi svanire, lasciando spazio ad un’atmosfera luminosa ricreata dagli archi, in un crescendo quasi spirituale.
L’album continua con ‘Blue dance’ in cui uno spiccato gusto orientale si fonde con la musicalità della chitarra. 
‘Land-escape’ presenta una base jazz sulla quale si innestano echi di musica world.
Il clima cambia radicalmente con ‘Puppets’ waltz’, in cui la fisarmonica è dominante sugli altri strumenti e crea un clima gitano piacevole e vivace.
Chiude il disco ‘Diary from the groundless land’, introdotto da un silenzio su cui si poggia inizialmente la sola chitarra e a seguire anche gli archi, per confluire tutti insieme alla creazione di una composizione struggente.

È impossibile imprigionare in un genere un opera come “Groundless”, in ogni istante riecheggiano sonorità diverse che provengono dal jazz, dalla musica classica, dal post-rock e da altre sonorità.
Un album certamente sperimentale che potrebbe avvicinarsi alla ‘contemporary classical’ che in questi ultimi anni ha proposto ottime come “Never Were The Way She Was” di Colin Stetson e Sarah Neufeld.
Il progetto Safir Nòu è riuscito con questo album nel non facile intento di risvegliare e sollecitare quelle vibrazioni che appartengono alla sfera emozionale dell’essere umano e che rimangono spesso inespresse.

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