Miss Mog – Tutto Qui


Lisergico, visonario, onirico: nel complesso un’autentica esperienza estetica.
No, non si tratta di “2001: Odissea Nello Spazio“, stiamo parlando di “Tutto Qui“, album di debutto dei Miss Mog uscito nel 2014.
Il gruppo veneziano, formatosi a Marghera nel 2008, dopo qualche anno di rodaggio alla ricerca del proprio stile, nel tentativo di sposare un coraggioso sound elettronico con testi accattivanti, è giunta alla realizzazione con la Dischi Soviet Studio il primo disco.

Quattro tracce in totale, ognuna con la sua andatura, con il suo testo a primo acchito forse ermetico, ma che basta ascoltare con più attenzione per riconoscerne l’originalità: diciassette minuti di puro delirio sono più che sufficienti per innamorarsi.
I Miss Mog ci invitano, talvolta con ritmiche anni ’80, altre volte virando bruscamente verso sonorità più ambient, a chiudere gli occhi e seguirli in un labirinto di colori, onde sonore, immagini disturbate.
Di conseguenza i video, realizzati un po’ con questo spirito, sono un ulteriore strumento per entrare con un tuffo nell’ottica del disco: a metà tra un viaggio allucinato e un’atmosfera da film fantascientifico vecchia scuola, non possiamo non prestare attenzione alla voce profonda eppure distaccata, come quella di un automa, che scandisce i testi.

I temi sono apparentemente semplici e quotidiani, ma nascondono una sorprendente complessità.
In ‘Complesso di B’, ad esempio, manca qualsiasi ricercatezza lessicale; tuttavia intonando questo inno quasi disco-dance apparentemente insensato, ci si rende conto lentamente dell’amara visione del mondo moderno che ci presenta.
Sembra un testo privo di significato?
Mai dare giudizi affrettati, forse si tratta infatti di uno dei pezzi più riusciti, non solo nei contenuti – tra l’altro vi si riconosce chiaramente, soprattutto nell’intro, l’influenza degli Offlaga Disco Pax.
In ‘Faust’ la melodia si dipana come a formare delle volute di fronte ai nostri occhi, con toni delicati ed intimi, perfettamente adatti ad un testo immediato ma allo stesso tempo autentico: il tempo e il cambiamento desiderato, il senso di imparare a vivere nel mondo, nonostante esso sembri condannarci a continue sconfitte.
Non male anche ‘Meteoritmo’, che nonostante un testo leggermente meno audace ma gradevole, riesce con la sua struttura pop a trascinarci in continui sali-scendi sonori ed emotivi che in definitiva risultano concilianti.

In definitiva i Miss Mog hanno fatto centro: la loro audacia è stata premiata dal fatto che già non riusciamo più a smettere di canticchiarli.

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