Merkel Market – La Tua Catena


“La Tua Catena” è il primo vero prodotto discografico dei Merkel Market, band milanese fondata nel 2012 dalle inequivocabili radici hardcore. L’album, uscito il 30 settembre 2016 per Prismopaco Records, è costituito da 17 tracce viscerali dall’andatura accellerata e folle, che ci conducono ad esplorare gli anfratti più disgustosi e bui del cuore umano.

“La Tua Catena” è studiato per coinvolgere l’ascoltatore e trascinarlo in uno stato d’animo di inquietudine ed allerta. La band è composta da due bassi e batteria, oltre ad una voce tipica dell’italian hardcore e del thrash metal più classici. Una sezione ritmica monolitica e salda porta avanti i brani, scarnificati di qualsiasi melodia e qualsiasi vezzo, verrebbe da dire quasi ridotti ad una viva pulsazione. Il cantato è energico e ruvido, esplode rabbioso per poi tornare subdolamente nei ranghi: quest’alternanza contribuisce a creare nell’ascoltatore quel senso di smarrimento e angoscia che i Merkel Market volevano provocare.

Dal punto di vista tematico “La Tua Catena” cerca di mettere a nudo i lati d’ombra del carattere umano, particolarmente evidenti e spettacolarizzati nella nostra società. I testi  sono in italiano, crudi come la scena più raccapricciante di un film che tu possa immaginare. Eppure sono raccontati con una linearità ragguardevole, chirurgici e diretti, tanto che verrebbe da dire inespressivi. Non credo che i Merkel Market volessero emozionare, quanto condurre il proprio pubblico in quella situazione emotiva di sinistra consapevolezza di quel che sta accadendo in cui ci ritroviamo guardando gli horror migliori. Potremmo descrivere “La Tua Catena” usando due metri di paragone: rabbia inestinguibile dei Negazione e l’angoscia sistematica di Edgar Allan Poe.

I Merkel Market sono portatori sani di risentimento, l’esatto contrario della stasi esanime e dell’accettazione. Il loro disco “La Tua Catena” si specchia totalmente negli ascolti a cui la band riconosce il maggior debito in termini di ispirazione. Lo stesso sprito dei Negazione rivive un po’ in questo disco, anche se non si discosta troppo dai canoni del genere. La speranza, se dobbiamo esprimerne una, è di poter sentire di nuovo lo stesso spirito indossare abiti diversi, con meno nostalgia e più creatività.

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