Masai – Le quarte volte

Con “Le quarte volte” i Masai ci offrono dopo il loro Ep di esordio (“Che problema c’è”, 2014) un altro esempio di rock senza mezze misure.
Testi che rappresentano fotografie che non necessitano di troppe spiegazioni ma in grado di attivare puntuali riflessioni, chitarre e percussioni potenti, attitudine e una buona dose di personalità.

L’album è rigorosamente in italiano e i titoli delle dieci tracce sono per la maggior parte nomi di persona – scelta naturalmente non casuale!
Dalia‘ apre il lavoro lasciando poco spazio alle interpretazioni, come a dire “che il messaggio sia chiaro fin dall’inizio”. L’occhio della band ci accompagna per tutto il lavoro in cui le angosce e l’ansia del vivere quotidiano in una società in cui il mercato decide della vita di ognuno di noi (‘Heinlein‘) sono ben descritte.

Il ruolo del mercato nella società (‘Umberto‘), l’uomo infantile che in realtà tale non è (‘Huxley‘), il necessario incontro con sé stessi (‘Yung‘), la facilità con cui si può arrivare a definire folle una persona (‘Charles‘), il punto di vista distaccato e quello distorto della realtà (‘Paolo‘, ‘Silvio‘).
Sono questi i temi che i Masai ci propongono e su cui ci invitano a riflettere, e lo fanno con la forza e la rabbia che scaturiscono da un amalgama perfetto di voce, chitarra e percussioni frutto di ottimi arrangiamenti.
Le influenze con i gruppi della scena italiana che dagli anni ’80 e ’90 hanno iniziato a proporre il genere da cui la band torinese trae gran parte della sua ispirazione sono evidenti in tutto il lavoro. Da questo deriva una ancora non spiccata originalità complessiva ma siamo solo all’inizio: visto l’esordio ed il successivo album c’è da stare certi che non tarderà ad arrivare quella ulteriore maturità che permetterà alla band di caratterizzarsi maggiormente anche sotto questo aspetto.
Album coinvolgente che cattura all’ascolto (da fare tutto di un fiato)!

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Daniele Fanti

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Amo il rock in tutte (o quasi) le sue espressioni. Alla disperata ricerca di un metodo efficace contro le dipendenze da prog, new wave e indie.

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