Lissie – My Wild West

Nuovo album per Lissie, biondina dell’Illinois che con “My Wild West” aggiunge un altro capitolo alla sua già ricca discografia.

Classe 1982, dal country folk dei suoi primi lavori Lissie arriva ad oggi diversa nello stile e nel sound.
Nata e cresciuta a Rock Island, sin dalla tenera età si avvicina al mondo dello spettacolo per restarne completamente coinvolta durante gli anni dell’adolescenza.
In diverse interviste, infatti, farà presente quanto sia stata proprio la musica a salvarla da quello che altrimenti sarebbe stato vissuto come «un periodo buio e senza vie d’uscita».
La musica come salvezza, dunque, un concetto che spesso è stato espresso nella sua produzione, che le riconosce all’attivo cinque Ep e due album studio.

My Wild West” è stato registrato a Nashville e prodotto da Bill Reynolds (già bassista nei Band of Horses), ed uscirà via Cooking Vinyl.
È un lavoro che nasce dopo la decisione dell’artista di trasferirsi e cambiare vita, e già nel titolo si ritrova un omaggio a quella che ora è a tutti gli effetti la sua nuova casa: andando contro tutti i conformismi, dopo aver vissuto per oltre dieci anni sotto il caldo sole della California, eccola acquistare una fattoria con diversi acri di terreno nell’Iowa.
Vita da contadina?
Assolutamente no, semplicemente una vita rilassata: «Il momento in cui ho deciso di non fare nessun album è stato quando ho iniziato realmente a fare l’album. Che, di conseguenza, mi ha liberata da ogni pressione».

Dodici tracce introdotte da un’ouverture breve ma intensa, in pieno stile cinematografico, che anticipa i suoni morbidi ed eterei di un disco che si rivelerà all’ascolto molto pop ma dalle profonde radici folk.
Hollywood‘, una dolce e malinconica ballata, si fa strada sulle note di un pianoforte che accompagna la voce di Lissie, talmente pulita da spiazzare all’ascolto.
Potrebbe aggiungere più potenza e sperimentare maggiormente in questo senso, ma il disco non è adatto a qualcosa di differente da ciò che in realtà è: una più che piacevole passeggiata tra sonorità intime, chitarre pizzicate, e testi riflessivi.
Un lavoro che nella sua interezza si mostra sognante e coinvolgente, nel quale non mancano episodi più spensierati (‘Sun Keeps Risin‘, ‘Daughters‘) che si contrappongono ad altri più profondi e confidenziali (‘Ojai‘).
Un disco talmente piacevole da ascoltare più volte.

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