
Lambrini Girls – Who Let the Dogs Out
“Who Let the Dogs Out”: il punk delle Lambrini Girls graffia e conquista
Con un debutto feroce e senza filtri, il duo di Brighton rilancia il vero spirito Riot Grrrl: grezzo, provocatorio e implacabilmente diretto
Inizio decisamente scoppiettante questo 2025, con l’uscita il 10 gennaio dell’album di debutto delle Lambrini Girls, “Who Let the Dogs Out”. Duo femminile di Brighton, composto da Phoebe Lunny e Lilly Macieira, Lambrini Girls trae ispirazione da un soft drink alcolico a basso costo, popolare tra i giovani negli anni ’90.
L’album è anticipato dai singoli ‘Love’ e ‘Big Dick Energy’, che mettono subito in chiaro le intenzioni del duo: un’esplosione di energia e provocazione. La parola d’ordine è punk. Ma punk vero: grezzo, sboccato e viscerale. Non quello patinato da copertina. Le ragazze sono incazzate vere e alzano la voce per farsi sentire (e ascoltare): Riot Grrrls fino al midollo.
L’album è diretto e senza fronzoli: poco meno di mezz’ora per 11 brani intensi e travolgenti. Dal punto di vista musicale, il sound richiama una rivisitazione moderna del punk londinese del ’77, che strizza l’occhio all’alternative contemporaneo, a band come Idles, Sleaford Mods e Fontaines D.C..
C’è poca melodia nella voce: più che cantati, i testi sono dichiarati in modo crudo e provocatorio. I testi? Facilmente intuibili: attivismo a 360° su temi sociali e politici. Nulla rimane sottointeso; è tutto servito lì in bella vista.
Si parte con ‘Bad Apple’: un tappeto di basso potente in stile drum’n’bass/rave accompagna una critica esplicita alla brutalità della polizia. Il ritornello è inequivocabile: «Officer, what seems to be the problem?/ Or can we only know post-mortem?».
‘Company Culture’ denuncia discriminazioni e molestie sul posto di lavoro. ‘Big Dick Energy’, dal sound punk più classico e irriverente, affronta con ironia e sarcasmo temi come la mascolinità tossica e la misoginia, mentre ‘No Homo’ esplora il tema dell’omosessualità e delle difficoltà legate al coming-out.
«Kate Moss gives no fucks that my period has stopped/Wish I was skinny, but I’ll never be enough» recita ‘Nothing Tastes As Good As It Feels’. Qui le Lambrini Girls trattano senza filtri anche la tematica dei disturbi alimentari. C’è spazio anche per la gentrificazione, raccontata con sapori fugaziani in ‘You’re Not From Around Here’, o il nepotismo nell’industria musicale in ‘Filthy Rich Nepo Baby’.
Il singolo ‘Love’ si distingue per il suo sound più commerciale ma ugualmente oscuro. La band lo descrive così:
«Non è una critica al vero affetto, ma al confondere una relazione tossica con l’amore. Come una falena attratta dalla fiamma, incapace di distinguere tra il calore che lenisce e il fuoco che brucia».
In Inghilterra mi dissero che la peggiore delle offese che si potevano dire a qualcuno era racchiusa nella parola cunt, che il dizionario di Cambridge definisce come «offensiva per una persona molto sgradevole o stupida». “Who Let the Dogs Out” si chiude con ‘Cuntology101’, forse il brano più duro dell’intero lavoro: un elenco di atteggiamenti e situazioni per cui le Lambrini Girls ma può essere benissimo esteso a tutt*, si sentono giudicate.
“Who Let the Dogs Out” è una prima prova convincente per queste due ragazze che sanno il fatto loro. Forse non raggiungeranno mai il mainstream, di cui non sentono assolutamente l’esigenza, ma sicuramente le vedremo presto calcare i palchi delle venue più importanti. Hanno grande potenziale e ampio margine per sviluppare nuove idee sonore, restando fedeli alla loro identità. Il tutto senza cadere nel già sentito.