Joshua Radin – The Fall

Riscriversi è sempre molto difficile, non è una cosa che si improvvisa, né che si raggiunge con immediatezza e soprattutto con successo.
Joshua Radin ci prova, si impegna ma l’ingrato risultato di “The Fall” non sembra restituire dignità allo sforzo.

Come al solito: non tutto è da buttare, perfino i Queen inserirono in quel cumulo di orrenda dance anni ’80 che è “Hot Space” una perla come ‘Under Pressure‘, per cui è bene fare i conti con le tracce superstiti di questa nuova opera di Radin.
Ha giocato sicuramente bene le sue carte facendo uscire nel 2016 i due singoli ‘High And Low’ e ‘Falling’: col primo ha mostrato il suo aspetto più movimentato, troppo spesso rimasto “impolverato”; col secondo ha tranquillizzato lo zoccolo duro dei suoi fan: “Non preoccupatevi, sono ancora il cantante dei vostri sentimenti”.
Un colpo al cerchio e uno alla botte, e ci avevo creduto.

Quando il 27 gennaio è uscito l’album e ho avuto modo di ascoltarlo per intero sono rimasto leggermente deluso.
Sì, le tracce sono toccanti: alcuni brani provano a uscire dallo stile classico ma lo fanno troppo debolmente.
Gli slanci di ritmo sono due, uno all’inizio e uno alla fine, con la già citata ‘High And Low’ e con la conclusiva ‘Still Spinning’ e danno l’idea di essere un contentino, anche perché il resto di “The Fall” riprende decisamente  spunto da tutti i precedenti lavori di Joshua Radin.
Un album che suona troppo poco “mosso”, anzi a tratti piatto, sul quale non si può esprimere un giudizio nel merito delle spinte personali, che lascia però con una sensazione di già sentito, con l’idea di un incerto progresso musicale subito ritrattato nelle versioni acustiche di quattro canzoni che chiudono la versione deluxe di “The Fall”, una excusatio non petita rivolta più a sé stesso che al pubblico.

Probabilmente è davvero un’impresa reinventarsi per un cantautore che ha scritto la sua prima canzone a trent’anni e che è giunto al suo settimo album.
Chiedo troppo io o si impegna poco Radin?
Non avrò mai una risposta a questa domanda, e malinconico ripongo “The Fall” nello scaffale degli album da triste giorno di pioggia.

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