Grimes – Miss Anthropocene

In un periodo di consapevolezza globale riguardo i cambiamenti e i problemi climatici, la canadese Grimes torna finalmente sotto i riflettori. 
“Miss Anthropocene” è il suo nuovo concept album, siete pronti per un viaggio rivelatore?

 

Cantante, musicista, manipolatrice di suoni e regista dei suoi videoclip: Grimes è, imprescindibilmente, un universo artistico.
“Miss Anthropocene” (4AD) è il suo quinto album e arriva a distanza di cinque anni dal precedente, spettacolare, “Art Angel”.
Una lunga gestazione, ostacolata da dissapori e scelte contrastanti con l’etichetta discografica, ma alla fine il frutto di tanti sforzi è finalmente arrivato al pubblico.

“Miss Anthropocene” è figlio di una ricerca sonora che dà voce ad un concept album maturo.
In tempi di Fridays for Future, School Strike 4 Climate e Greta Thunberg, Grimes pone l’accento su questa crisi cercando, a suo dire, di «rendere il cambiamento climatico più divertente».
Un’affermazione dissacrante e provocatoria che tuttavia rispecchia il sound del disco.
Proprio il cambiamento climatico qui viene umanizzato.
La sua figura veste i panni di una Dea «sempre nuda, fatta di avorio e petrolio».
Il suo nome, lo stesso del disco, deriva dall’unione dei termini misantropo e antropocene, sintesi poco felice di presagi a dir poco funesti.

“Miss Anthropocene” raccoglie quindici brani che a trame dark pop accostano quello che nel tempo è diventato il marchio di fabbrica dell’artista, ovvero un cantato etereo e sognante: quasi come se Grimes stessa fosse un’anime giapponese (アニメ) che si fa voce narrante del racconto.
Le atmosfere di questo lavoro sono interessanti e variegate, a tratti impegnative da comprendere nel loro susseguirsi.
Da un lato evocano severità ma in contrapposizione, quasi in un equilibrio cosmico assolutamente necessario, si affrontano sfumature di matrice apocalittica.
Usciremo mai vivi, da tutto questo?
La desolante fragilità di ‘So Heavy I Fell Through The Earth‘ si scontra con la frenesia di ‘4ÆM‘ e gli echi di ‘Before The Fever‘: è magnifico.

Anche questo “Miss Anthropocene” non delude e aggiunge un tassello in più alla carriera di un’artista spesso accostata, nell’immaginario, alla visionaria Björk.
Chissà, forse il suo percorso artistico un giorno riuscirà a raggiungere la stessa fama a livello internazionale.
Noi, al momento, ci limitiamo ad apprezzare questo ennesimo capitolo sperimentale confidando in ulteriori deviazioni sonore.

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