Erica Mou – Bandiera sulla luna

«Vuoto i cassetti di questa casa imperfetta e penso a quanto sono stata stretta nei panni che non erano i miei»

“Bandiera sulla Luna”, come se conquistare libertà e spazi che dovrebbero essere scontati invece pare una missione impossibile da realizzare.
Il disco di Erica Mou parla di questo, del lato del mondo cantato da una donna che canta di sé stessa ma così facendo canta anche di identità di genere (vedi canzoni come ‘Svuoto i cassetti‘, ‘Ragazze posate‘ o il brano che dà il titolo al disco).

Roma era vuota‘ rimanda ad immagini vista in film come “La grande bellezza” in una Roma vuota in modo surreale; una sorta di ‘Lasciarsi un giorno a Roma‘ al femminile.
Irrequieti‘ è un bel crescendo, ‘Al freddo‘ sembra scritta vent’anni fa, con le strofe rappate sul modello di certi gruppi di musica leggera poco avvezzi all’hip hop.
La cover di ‘Azzurro‘ era un possibile passo falso che invece qui riesce a dare una nuova vita e nuova veste a questo brano.

È un periodo questo in cui ci si sente così moderni, eppure non lo siamo affatto.
Dischi come quello di Erica Mou son qui per ricordarlo, parlando di storie finite, relazioni immaginate soltanto, separazioni che coincidono con la riconquista dei propri spazi, ed anche quando il mondo sembra un posto difficile da affrontare quella non è altro che la cosa migliore che potesse capitare.
Musicalmente il disco è abbastanza lineare con alcune eccezioni come ‘Svuoto i cassetti‘, ‘Canzoni Scordate‘ e ‘Bandiera Sulla Luna‘.
A tratti i brani richiamano Cristina Donà, ma con meno ironia.

La protagonista principale è la voce di Erica Mou, spesso accompagnata solo da arpeggi scarni di chitarra. 
È un tema che non stanca, un disco che si muove senza strappi, disegnando curve morbide, che scende nel profondo un po’ alla volta per risalire subito in superficie saltando fuori dall’acqua come un delfino.
È un disco delicato, forse troppo, scritto in giro per l’Italia e per il mondo, per la prima volta fuori dalla Puglia, terra d’origine della nostra autrice.
La parte migliore va colta tra le righe di testi che parlano di donne che ancora una volta devono ripetersi che una relazione non è la cosa che le rende migliori, non è un posto dove andare a tutti i costi.
Che la libertà ed i propri spazi contano di più.
Cose che sembrano scontate e invece non lo sono, come fare un bel disco che si lascia ascoltare e a lunghi tratti è anche capace di emozionare.

Come mettere una bandiera sulla luna, con una mano femminile, calcando un suolo segnato solo da orme maschili.

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