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Daughter - Middle Farm Session

Daughter – Middle Farm Session

Daughter, un viaggio tra folk, elettronica e malinconia

“Middle Farm Session” riflette la maturità della band, alla ricerca di un dialogo intimo con l’ascoltatore

Dopo il successo dei precedenti lavori (su tutti, l’acclamato “Not to Disappear” del 2016), i Daughter tornano con “Middle Farm Session”, un album che segna un passo evolutivo significativo nella loro carriera. Formatisi nel 2010, i Daughter si sono sempre contraddistinti per il sound delicato, sospeso tra una malinconia indie-folk e incursioni elettroniche. Con questa nuova uscita, il trio inglese non tradisce le aspettative e compie una mossa audace nel raffinarsi e distillare la propria musica in una forma ancora più profonda.

Fin dai primi ascolti, “Middle Farm Session” si svela come un’opera che respira di serenità e introspezione. Il disco prende vita in un contesto particolare: le sessioni di registrazione si sono svolte in un rifugio rurale, immerso nella quiete della campagna inglese, elemento che dona al lavoro una qualità quasi organica. Lontano dalla frenesia delle grandi città e dalla sovrapposizione di tecnologie, “Middle Farm Session” riesce a catturare (e rilasciare) una sensazione di purezza, come se ogni nota fosse una riflessione lenta e ponderata, emessa dalla natura stessa.

Non amo fare confronti fra album usciti a così tanti anni di distanza, ma qui è quasi doveroso aprire una parentesi. E vale la pena farlo con il disco che ha avuto maggior successo commerciale nella loro discografia. “Not to Disappear”, pur mantenendo la signature emotiva del gruppo, include momenti aperti e distesi.

Questo nuovo lavoro, invece, appare decisamente più raccolto e coeso: la musicalità è più sottile, gli arrangiamenti si fanno meno invadenti preferendo spazi vuoti nei quali la voce di Elena Tonra può emergere come un sussurro fragile. La sua voce, sempre distintiva, si intreccia in modo quasi tangibile con le trame sonore. Il tutto, in bilico tra il folk e il post-rock senza mai sbandare in territori troppo sperimentali. Le chitarre, seppur avvolgenti, rimangono leggere, creando una base su cui la voce si muove, navigando tra toni acuti e bassi, quasi come se stesse raccontando una storia che deve essere ascoltata con attenzione.

Il disco è costruito come un flusso continuo di emozioni che si alternano senza mai perdere il filo conduttore che è la ricerca di una connessione profonda e autentica con l’ascoltatore. Le tracce si legano senza soluzione di continuità, creando un’esperienza di ascolto decisamente immersiva. Sebbene alcune composizioni siano più minimaliste rispetto al passato, ogni brano presenta una propria identità ben definita.

Tra i pezzi più interessanti del disco, ‘Future Lover’ spicca per la sua delicata intensità. L’atmosfera sospesa, costruita su un lento crescendo, porta la canzone ad esplodere in un momento di pura emozione senza mai forzare il ritmo. La voce di Elena si fonde perfettamente con le armonie, ricreando un’esperienza intima che cattura subito l’attenzione.

Un altro pezzo che vorrei segnalare è ‘Dandelion’, caratterizzato dal mood sognante, sospeso tra il folk e il dream pop. La canzone si muove con eleganza, giocando su un minimalismo che non rinuncia mai a una certa profondità emotiva. La leggerezza della melodia è bilanciata dal tema del testo, che esplora la fragilità e la bellezza della vita. GUARDA QUI IL VIDEO.

‘Isolation’ invece emerge come una delle tracce più toccanti. Qui, la band si affida interamente alla semplicità degli arrangiamenti, permettendo alla voce di Elena di risplendere con una forza emotiva unica. Le parole, delicate e incisive, si intrecciano perfettamente con le note di pianoforte, creando un contrasto che fa risaltare ancora di più la potenza di ogni frase. È una riflessione sulla solitudine e sulla necessità di trovare un equilibrio interiore.

“Middle Farm Session” è un disco che richiede attenzione ma che ricompensa l’ascoltatore con la sua bellezza sottile. Rispetto ai dischi precedenti, la band sembra aver trovato un nuovo equilibrio dove la sperimentazione lascia spazio a una maggior introspezione. Ogni traccia è costruita con una delicatezza straordinaria, che cattura l’ascoltatore in un abbraccio emotivo che dura ben oltre l’ascolto. I Daughter hanno realizzato un disco di grande maturità che li spinge verso nuove vette creative.

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