Calcutta – Mainstream


Il fatto che ”Mainstream” di Calcutta sia stato pubblicato da Bomba Dischi è già indicativo del destino di questo meraviglioso nuovo indie singer.
In effetti il disco, uscito il 30 novembre 2015, è una vera e propria bomba: il suo essere ”adatto a tutti” lo ha portato facilmente a scaraventarsi sugli amanti del genere, che in esso hanno potuto rileggere un po’ sé stessi e le proprie esperienze.
Calcutta è, come si dice a Roma, ”uno di noi”, perché non appare per nulla artificiale nel suo modo di essere, con quell’aria un po’ sciatta, un po’ troppo mite ma allo stesso tempo giustamente insofferente alla realtà.

Il primo singolo pubblicato è stato ‘Cosa mi manchi a fare’, una canzone dedicata alle assenze incolmabili ed inconsolabili, che ognuno di noi avrà provato almeno una volta nella vita.
In esso, il contrasto tra il sound trascinante la voce di Edoardo D’Erme ed un testo a tratti quasi violento esprime perfettamente quel senso di vuoto e di disperazione che, inevitabilmente, si incolla all’abbandono.
Il videoclip lo traspone nel quartiere romano di Tor Pignattara e affida la parte del protagonista ad un bambino cingalese che, nell’indifferenza generale, canta questo straziante brano.
È la perfetta descrizione della situazione narrata nel brano: ci si sente soli, piccoli ed inascoltati.

Colpiti enormemente da questo brano, passiamo ad ascoltare le altre 9 tracce contenute in ”Mainstream”,  disco prodotto presso lo Studio Nero di Roma con Marta Venturini e poi missato e masterizzato da Andrea Suriani con la supervisione di Niccolò Contessa a Bologna.

‘Gaetano’ ripercorre e ricalca le stesse situazioni di ‘Cosa mi manchi a fare’, poiché narra di stratagemmi legati alla necessità di lasciar andare qualcuno.
Ci sono suoni, fiamme, ricordi, problemi e tante altre cause di perplessità.
Segue il primo ‘Intermezzo’, in cui si lascia spazio ad atmosfere strumentali, prendendo così una pausa dalle emozioni trasmesse dalle parole e dedicandosi all’insinuarsi nelle vene di suoni e distorsioni. ‘Milano’ è il riflesso delle situazioni che vengono lasciate a metà, nel grigiore di città come il capoluogo lombardo.
Per tornare a respirare si deve, necessariamente, tornare ”giù”, o meglio indietro.
Un senso di soffocamento e stanchezza viene espressa successivamente nella quinta traccia, ‘Limonata’, la cui protagonista è decisamente sfiancata da un’esistenza di gesti ripetuti e sterili.
Calcutta ha sempre vissuto tra Roma e Latina, e dedica la sesta traccia ad una cittadina della provincia: ‘Frosinone’ citandone la squadra di calcio ed il suo passaggio in serie A come un evento legato al continuo cambiamento di situazioni e di cose – «Io ti giuro che torno a casa, non so di chi».
Il secondo ‘Intermezzo’ è più svelto ed apre la pista a ‘Del verde’  che romanticamente elenca velleità e speranze, in un intreccio di sogni e distanze da realizzare e trasformare, entro un coacervo di ambientazioni buie e luminose, nuove ed antiche.
A farci sobbalzare per un’improvviso cambio di tono e direzione è ‘Dal verme’, che distrae l’ascoltatore e crea un ulteriore pausa gettandoci in un mondo quasi techno.
È invece ‘Le barche’ che chiude questo secondo album ad opera di Calcutta, prendendo forse spunto da una riflessione nata osservando un porto, con le sue barche ed i suoi marinai, i naviganti e gli avventurieri, che nell’oceano cercano misteri, tesori ed immense solitudini.

Quello che ha creato Calcutta con ”Mainstream” è un album che dona un rifugio alle anime, che, quando si sentono un po’ perse hanno solo bisogno del calore di chi, con dolcezza, affronta temi anche ”leggeri” ma tanto reali quanto devastanti per chi li affronta.
Il suo è un punto di vista da giovane, un giovane che piano piano sta scoprendo l’amarezza della realtà che però sceglie di analizzare e rivisitare donandogli una veste nuova, quella di un amore, umile ma sacro, per la vita.
E che questi temi siano oramai mainstream lo abbiamo capito, ma non possiamo farne a meno.

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Leslie Fadlon

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Cerco la bellezza ovunque, come Cristiano Godano insegna. Sono un'amante del rock'n'roll e credo fermamente che un giorno senza musica non sia degno di essere vissuto. In love with Afterhours and many more.

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