Brilla – Brilla

Brilla di nome e di fatto. 
È un Ep luminoso, quello di Andrea Brilla, cantautore nato ad Imperia e cresciuto in Toscana per poi tornare in Liguria. Una sintesi di quello che è il cantautorato pop italiano in questi anni.
Da Carnesi a Giuliano Dottori, che ne ha curato la produzione ed il suono, e si sente parecchio: il sound levigato e la produzione sono infatti il vero e proprio marchio di fabbrica dell’ex Amor Fou.

Il lavoro si apre con ‘Agapornis’.
Il titolo della canzone è ispirato ad una famiglia di uccelli che in inglese vengono chiamati Lovebird, da cui anche la copertina dell’album che raffigura una coppia di uccelli.
Questo tipo di volatili in italiano vengono chiamati “inseparabili” perché tendono a formare coppie quasi indissolubili. La canzone ha un ritmo in crescendo, il testo si adatta perfettamente al ritmo incalzante, sembra fatto tutto apposta per essere cantato. Una delle canzoni da tenere in macchina per andare ovunque.
Hugo Cabret’ è l’unica canzone che si discosta dalle altre liriche dell’album.
È una lunga citazione del famosissimo film di martin Scorsese, infatti in coda Brilla piazza anche una battuta del film del 2011. Per chi ha amato il film e la sua storia questo brano sarà un modo in più per rimanervi legato, per chi ne ignorava l’esistenza è un motivo in più per guardarlo.
“Brilla” è un album che tesse dei fili, come collegamenti tra persone.
Un disco che parla di rapporti umani, ne Il surgelatore il ritmo cala, e si entra in uno dei momenti di riflessione dell’Ep.
I ricordi riemergono come cose che tiri fuori da un surgelatore.
Insieme a Verano, a fare da controcanto femminile questo brano si stacca dal resto del disco per un’intensità che il testo e la musica lasciano solo intravedere, quasi come se dietro questa storia ce ne fosse una più grande da raccontare, forse in un’altra canzone, o in un prossimo disco.
In ‘Qui con te’ sembra di essere in un album di Nicolò Carnesi, uno degli artisti che in Brilla sembrano aver avuto molta influenza, quantomeno per i richiami nel suono e nei testi.
La malinconia a differenza che nella precedente ‘Il surgelatore’ è vista come un fattore positivo a cui rispondere con una rinascita,  grazie anche alle persone che ci sono vicino. Tra le tante poi quando si è qui con te il resto rimane sullo sfondo. E’ pop ma non solo questo, è vita e sono esperienze molto personali.

ritornerò ad Aprile, vi lascerò partire…” un po’ la storia di questo cantautore che si muove tra Liguria e Toscana, una road song 25 Aprile che lascia trasparire i chilometri percorsi da Brilla, “come respirare…” è un susseguirsi di immagini, di luoghi diversi, di periodi.
Un puzzle di situazioni che si alternano nella memoria e tra le strofe.

L’ep d’esordio di Brilla è una boccata d’ossigeno, all’apparenza fatta di un pop leggero, ma ascolto dopo ascolto i testi e le emozioni vengono a galla lasciando intravedere da qualche crepa altre storie che potrebbero essere raccontate, altre immagini che potrebbero essere descritte. Gli ep, si sa, sono un occasione fugace per capire con chi si ha a che fare, lasciano sempre la curiosità di andare oltre, di ascoltare di più, di capire meglio. Questo lavoro mixato da Antonio Cooper Cupertino con alla batteria Leif Searcy e Giuliano Dottori alle chitarre, ai cori e soprattutto alla produzione è un ottimo esordio, forse a tratti troppo levigato.
Manca qualche spigolo, qualche parte ruvida che lasci trasudare l’umanità che si cerca di raccontare con le parole, più credibile quando autobiografico che quando prova ad essere citazionista.
A tratti questo contrasto rende meno credibili le liriche, ma in definitiva è un disco scritto bene, che si lascia ascoltare e che su ogni altra cosa si fa cantare senza per questo evitare di raccontare molto del suo autore.

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