
Anteprima – Sandri: ‘Qualche Hit’
Sandri è il progetto musicale di Michele Alessandri
Romagnolo, classse 1996, debutta nel 2022 con “Opet” EP autoprodotto rivelando fin dall’inizio una precisa direzione e identità artistica e musicale.
Con ‘Bar Legni’ è finalista a Musicultura Il progetto acquista ulteriore struttura con una band che lo accompagna in pianta stabile: Andrea Cola, Jacopo Casadei, Simone Bartoletti Stella e Dino Bellardi. Nel 2024 pubblica, per Pioggia Rossa Dischi, l’EP ‘Esposizione’, e i singoli ‘Cane’ e ‘Neanche il Tempo di una Reclame’. Sempre per la stessa etichetta esce nello scorso marzo ‘I Sogni di Noemi (cuore alieno)‘.
È di pochissimi giorni fa l’uscita di ‘Qualche Hit’, in esso Sandri decostruisce la forma-canzone, ridefinendone possibilità e confini, in nome di un’assoluta e radicale libertà creativa. Il brano mescola suggestioni elettropop alla Alberto Camerini, il cinismo provocatorio di Enrico Ruggeri e l’immaginario futuristico della Tyrell Corporation
Il video di ‘Qualche Hit’ esce invece il 16 aprile in anteprima per Ocanerarock. Abbiamo colto la palla al balzo e rivolto all’artista alcune domande.
Ci racconti la canzone? E dove nasce il tuo modo particolare di usare la voce?
Qualche Hit è un brano ripetitivo che punta tutto sulla dinamica e sul crescendo. È come una montagna russa, che arriva in cima e poi lì rimane. E tu rimani così, appeso, quasi impiccato, non c’è distensione, non c’è rilascio. Il brano è costruito su un ritmo di drum machine, della mia Farfisa, che avevo registrato 5 o 6 anni fa, Quando l’ho riascoltato ho pensato che sarebbe stato bello utilizzarlo per qualcosa di nuovo. Un giorno ho riaperto il progetto e iniziato a suonarci senza pensarci. Il susseguirsi di accordi è rimasto lo stesso di allora. Il giro armonico non cambia mai proprio per dare l’effetto di ossessività Mi piace l’ambiente sonoro che si è creato in questo brano così fumoso, impastato, terroso. Così per esasperare il tutto ho deciso di cantare effettando la voce in maniera abbastanza aggressiva con un distorsore e un chorus.
Il video è girato in un unico piano sequenza. La camera gira in tondo e va stretta su primi piani dei volti e delle mani dei musicisti. Quale idea ti ha guidato nella realizzazione? Sei l’unico che non mostri il viso. Come mai?
L’idea del piano sequenza e mi piaceva perché la trovavo vera e aderente al brano perché il brano essendo registrato in presa diretta mi piaceva che anche il video fosse registrato in presa diretta. Il video è totalmente live e Luca, Videomaker e nostro fonico live ha deciso, preso anche dall’ incedere del brano di fare delle riprese lente su tutti in maniera circolare. Non mi si vede il volto perché suonando il pianoforte a muro l’unica ripresa che poteva fare luca era riprendermi di lato, però devo dire la verità, mi piace tanto l’idea di essere l’unico che non mostra il volto.
La scelta di registrare in presa diretta è un’opzione che hai adottato solo per questo video o è qualcosa fai spesso? Dal tuo punto di vista come caratterizza il suono dei brani?
Abbiamo registrato in presa diretta anche il precedente EP “Esposizione”. Col tempo abbiamo capito che è il metodo che fa risaltare al meglio i brani e ci piace la pasta sonora che si crea. A volte, come nel caso di ‘Qualche Hit’ e di altri brani che usciranno nel prossimo disco, non abbiamo praticamente toccato nulla dalla take buona. Al massimo abbiamo aggiunto qualche arrangiamento in post produzione, ma lo scheletro base di tutti i pezzi del prossimo disco sono prese dirette. Canto sempre in diretta anche le voci e, ad oggi, credo di non volerlo fare in maniera differente. A noi piace che si senta che suona la band e che sia tutto vero. Penso che caratterizzi molto il suono di questo progetto.
Hai scelto come titolo “Qualche Hit”. La canzone ha una struttura molto lontana anni luce dalla classica forma “strofa/strofa/chorus”. Come mai?
Il titolo è esattamente quello che avevo messo al progetto della demo già 5 anni fa. Non ricordo nemmeno perché la rinominai in questo modo, ma mi piaceva e decisi di mantenerlo. Ma mi piaceva soprattutto l’idea di chiamare qualche hit una canzone che non ha niente a che fare con una hit. La forma canzone basica non mi stimola, non sono solito scrivere ritornelli, o utilizzare una forma standard rispettando canoni prefissati semplicemente perché “deve essere fatta cosi”.