ANTEPRIMA – BALTO – ‘Ragazzo Fragile’
I Balto sono Andrea Zanni (voce e chitarra), Manolo Liuzzi (chitarra), Marco Villa (basso) e Alberto Piccioni (batteria). Le loro radici affondano nella terra compresa tra Bologna e la Romagna. Nel 2022 pubblicano il loro primo lavoro “Forse È Giusto Così”. Nel 2024, dopo un estate di concerti, il ventinove novembre vede la luce il loro secondo disco, “Notti Insonni per Cuori Incerti”, per l’etichetta Pioggia Rossa Dischi e prodotto da Rachid Bouchabla degli Ex Otago.
È un album di contrasti e senso di perdita; di persone, di tempo, di sé stessi. Sullo sfondo campeggia un dolore silenzioso ma anche la volontà di reagire a crisi e le difficoltà. Un disco che tratteggia l’anima della generazione Z, in cui amore, amicizia e il senso di comunità emergono come temi cardine, intrecciati con la nostra complessità emotiva. Città deserte, lune turbate e cuori in tumulto disegnano un paesaggio ricco di chiaroscuri, dove si alternano quiete e tempesta.
In Anteprima per Ocanerarock esce oggi, 7 gennaio 2025 il video di ‘Ragazzo Fragile’, quarto singolo estratto dall’album. Per l’occasione, le nostre tre domande le abbiamo poste ad Andrea Zanni, cantante e chitarrista dei Balto, .
Nell’immaginario collettivo l’Emilia e la Romagna sono da sempre associate al divertimento, alla leggerezza, all’allegria e alla gioia di vivere. In “Notti Insonni per Cuori Incerti” invece non avete paura di mostrare i chiaroscuri, le malinconie e le fragilità di una generazione che si oppone alla logica del dover apparire a tutti i costi allegri, sicuri e vincenti ad ogni costo. Qual è stata la sua genesi e come lo raccontereste a chi ancora non ha avuto modo di conoscervi ed ascoltarvi?
Il disco nasce durante un periodo di crisi e di crescita personale, di importanti relazioni che sono finite. Io e Manolo per sette/otto mesi abbiamo passato ogni sera insieme a scrivere e dare ordine ad appunti e provini. Avevamo vissuto un po’ le stesse situazioni in ambito relazionale e ci siamo ritrovati insieme nel caos. Alla fine siamo riusciti a tirare fuori dal proprio corpo certi temi altrimenti complessi da affrontare e possiamo dire che anche per questo motivo la realizzazione di questo disco è stato un percorso terapeutico oltre che artistico.
All’inizio non sapevamo bene dove andare. Ricordo che per capire quale fosse la linea dell’album, ci siamo messi tutti e quattro di fronte a un cartellone, abbiamo scritto i titoli dei pezzi a cui stavamo lavorando. Ci siamo, allora, resi conto che c’era un filo molto forte fra alcuni brani: nascevano nella notte e raccontavano l’oscurità interiore. Alla base avevano in comune una forte fragilità che aveva bisogno di essere raccontata. Ci è sembrata una situazione che potesse essere familiare a molti ragazze e ragazzi della nostra età e abbiamo scelto questo nome: “”Notti Insonni per Cuori Incerti”.
Musicalmente a quali artisti vi ispirate e a chi sentite di essere debitori?
Ci siamo conosciuti da adolescenti in sala prove che, fin da piccoli, è sempre stata il nostro miglior passatempo. Prima di formare i Balto suonavamo singolarmente in progetti cover di Arctic Monkeys, Strokes, Biffy Clyro, Incubus. Loro ci hanno mostrato la strada. Ma in questo nostro disco sicuramente i The 1975 sono stati il riferimento più importante
Guarda il video di ‘Ragazzo Fragile
Qual è l’idea che ha guidato la realizzazione del video di ‘Ragazzo Fragile’? Nella presentazione della canzone parlate di imparare a sentirsi smarriti, esperire la propria fragilità per rinascere. Cos’è che, secondo voi, può aiutare una persona oggi in questo compito non così scontato?
L’idea del video è legata alla copertina del disco: c’è una stanza che arrediamo a nostro piacimento, che rappresenta metaforicamente il luogo in cui sono nate le canzoni, durante le notti insonni cui facevo prima riferimento. Questa stanza è il posto sicuro in cui possiamo essere totalmente onesti, quello spazio in cui le fragilità vengono a galla e non possiamo non ammetterle. C’è una televisione a tubo catodico che ci piace immaginare come lo schermo attraverso cui vedere il nostro “maledetto film”, le nostre scelte di vita che prendono poi realmente una direzione. Forse sarebbe più semplice se riuscissimo a scoperchiare un po’ quella comfort zone ed essere totalmente sinceri anche “di giorno”. Potrebbe essere questo il primo passo per accettare le nostre fragilità e di conseguenza noi stessi.
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