Quarantenna1 Festival | The Waeve
The Waeve live al Quarantenna1 Festival di Fiorano Modenese
Graham Coxon ci porta con sé tra poesia urbana e suggestioni oscure

di Carlo Vergani 22 Giugno 2025

Fiorano Modenese (MO), 21 Giugno 2025
Nel cuore di Fiorano Modenese è andato in scena uno dei momenti più intensi e sofisticati dell’estate musicale emiliana: il concerto dei The Waeve al Quarantenna1 Festival, un evento gratuito organizzato da Antenna 1 per celebrare quasi mezzo secolo di storia musicale.
Ad accendere la notte emiliana è stato il duo britannico formato da Graham Coxon e Rose Elinor Dougall, ovvero i The Waeve, una delle proposte più intriganti della scena indie-rock contemporanea. Un live profondo, magnetico, fuori dai canoni festivalieri eppure perfettamente al suo posto.
Nati artisticamente nel 2021, i The Waeve sono il frutto dell’incontro tra due percorsi musicali ben distinti ma complementari. Graham Coxon, chitarrista e mente creativa dei Blur, ha sempre mostrato una sensibilità alternativa rispetto al britpop classico, muovendosi tra punk, jazz e colonne sonore. Rose Elinor Dougall, ex voce delle Pipettes e cantautrice solista di grande raffinatezza, ha un’impronta più dream pop e folk, arricchita da esperienze orchestrali e produzioni da camera.
Il loro nome, The Waeve, è una variante arcaica di “wave” e descrive bene l’anima del progetto: fluida, mutevole, stratificata. Il debutto omonimo del 2023 ha rivelato un universo musicale complesso, in bilico tra art-rock, folk pastorale, post-punk e psichedelia, mentre il secondo album City Lights, uscito nel 2024, ha puntato su atmosfere più urbane, crepuscolari, cinematiche.
Un festival, una piazza, una visione
La location del Quarantenna1 Festival – la centralissima piazza Ciro Menotti – si è rivelata la cornice ideale per ospitare il live dei The Waeve. Dopo giornate dense di concerti, street food e incontri culturali, la serata di domenica è stata dedicata a chi cercava qualcosa di più interiore, di più sfumato. Ed è qui che il duo ha saputo lasciare il segno: nessuna spettacolarizzazione forzata, nessun effetto speciale, solo la forza della musica e della presenza scenica.
Il pubblico, numeroso e attento, ha accolto con silenziosa curiosità l’ingresso in scena dei due artisti, accompagnati da una band minimale ma essenziale: chitarra, sax, synth, batteria e basso. L’atmosfera è stata subito intima e sospesa, quasi si trattasse di entrare in una stanza privata dove ogni nota ha un suo peso specifico.
Un set magnetico: la scaletta e le emozioni
Il concerto è cominciato con City Lights, title track dell’ultimo album, brano elegante e stratificato che ha subito calato la piazza in un’ambientazione notturna, tra i lampioni di una Londra mentale fatta di malinconia e coraggio. Il suono del sax, curato da Coxon in persona, ha conferito una vena noir quasi cinematografica, come se si stesse assistendo alla colonna sonora di un film in diretta.
La scaletta ha alternato brani del secondo disco a pezzi tratti dal debutto, mantenendo sempre un equilibrio perfetto tra energia e introspezione. You Saw ha commosso con la sua melodia circolare e il crescendo orchestrale; Broken Boys ha rappresentato uno dei momenti più vibranti del set, con la voce di Rose a guidare un crescendo ritmico dal sapore vagamente new wave.
In Can I Call You, brano più intimista del primo album, i due hanno mostrato una complicità quasi teatrale: sguardi, controcanti e tensioni armoniche che raccontano una relazione vera, vissuta, capace di diventare suono. E poi ancora Kill Me Again, abrasiva e sospesa, e All Along, morbida e quasi mistica, hanno catturato i cuori di una platea sempre più coinvolta.
Uno dei punti di forza dei The Waeve è stata l’incredibile coerenza tra suono, estetica e performance. Nulla è sembrato fuori posto, né forzato: la band si è mossa in perfetta sintonia, lasciando spazio ai dettagli e costruendo atmosfere con pazienza e sensibilità.
Coxon, più introverso ma sempre padrone della scena, ha alternato chitarra e sax con maestria, portando sul palco quell’approccio anticonvenzionale che da sempre lo caratterizza. Dougall, magnetica e composta, ha incantato con la sua voce ricca di sfumature e un carisma elegante, senza mai strafare. Nessuna interazione esagerata con il pubblico, solo la forza dei brani e il potere del suono.
La coerenza tematica del concerto ha reso il live dei The Waeve quasi letterario: ogni brano sembrava un capitolo di una narrazione più ampia. Il viaggio emotivo proposto dal duo è passato attraverso paesaggi interiori, metropoli in rovina, sogni perduti e memorie da salvare. Un’esperienza rarefatta, certo, ma mai distaccata.
Il pubblico ha reagito con una partecipazione silenziosa ma intensa: pochi cellulari alzati, molti occhi chiusi, numerosi sorrisi. In un mondo che consuma musica velocemente, questo concerto ha proposto un tempo diverso, più lento e significativo.
Il set si è concluso con Undine, ballata dolente e fluttuante, che ha lasciato nell’aria una malinconia dolce. Applausi lunghi, sentiti, nessuna richiesta di bis: sembrava chiaro che quello appena vissuto fosse stato un racconto completo, senza bisogno di aggiunte.
In un’estate di festival urlati e sovraesposti, The Waeve a Fiorano Modenese ha rappresentato un momento di grazia e intensità, un concerto per chi cerca bellezza nelle pieghe dell’inquietudine e nei chiaroscuri della melodia.