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Death Angel e Municipal Waste, le foto di Roma

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di Redazione
12 Giugno 2025
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Death Angel e Municipal Waste infiammano l’Eur Social Park

L’afa ed il caldo amplificati a suon di metal

Roma, 12 Giugno 2025

Il caldo di Roma non perdona, ma  all’Eur Social Park è stato il thrash metal a far sudare anche le pietre. In una delle due date italiane più attese dell’estate, i Death Angel hanno portato sul palco un concerto feroce, sfrenato, totale, in un tour da co-headliner assieme ai Municipal Waste e con il supporto dei Bewitcher.

Ad aprire le danze ci hanno pensato i Bewitcher, trio infernale che unisce l’energia dello speed metal con un’estetica oscura e rituale. Luci blu e riff taglienti hanno trasformato il palco. Un set compatto e diretto, accolto con entusiasmo da un pubblico già gremito sin dai primi minuti: segno che qui nessuno voleva perdersi nemmeno un attimo.

Poi, la detonazione. I Municipal Waste salgono sul palco e l’Eur Social Park viene spazzato via.

Slime and Punishment apre il set come una testata nucleare, seguita da una carrellata di brani che non lasciano scampo: Breathe Grease, Sadistic Magician, You’re Cut Off, Born to Party. Ogni pezzo è una scarica, una botta che ti prende allo stomaco e ti spinge nel vortice del pit, sempre più infuocato.

Tony Foresta è una furia: sputa parole, incita il pubblico, si muove come un invasato con il sorriso ironico di chi sa esattamente quello che sta facendo. La band suona compatta, veloce, letale, come un carro armato lanciato a 200 all’ora. Il pubblico, composto da fan di tutte le età, risponde presente: birre in aria e urla collettive. Roma si trasforma per una sera in Richmond, Virginia.

Il thrash dei Municipal Waste non è revival, è attualissimo, corrosivo e vitale. Con la freschezza di un gruppo in stato di grazia e l’esperienza di chi ha calcato i palchi più infuocati del mondo, i cinque musicisti danno tutto e anche di più. Nessun momento morto, nessuna pausa. Solo adrenalina.

A seguire, l’energia e la classe senza tempo dei Death Angel, che hanno confermato ancora una volta perché sono tra le leggende del thrash della Bay Area. Mark Osegueda ha una voce che graffia come allora, e una presenza scenica che contagia. Brani come The Moth e Seemingly Endless Time hanno risuonato potenti, portando le prime vere onde d’urto tra il pubblico. Gli assoli e le ritmiche serrate hanno scatenato le prime danze nel pit, ormai in fermento per il main act.