Capestrano Jazz continua a suonare
Capestrano accoglie la terza edizione di A Love Supreme – Incontri Jazz, tra spiritualità, improvvisazione e bellezza senza tempo.
Nell’Abbazia di San Pietro ad Oratorium, il festival "A Love Supreme – Capestrano Incontri Jazz" ha chiuso la sua terza edizione con tre serate intense e poetiche, dedicate al tema Round Midnight. Tra musica d’autore, contaminazioni spirituali e dialoghi sonori, il borgo abruzzese si conferma crocevia per un jazz che va oltre il suono e diventa esperienza.

di Fabrizio Giammarco 1 Luglio 2025

Capestrano (AQ), 1 Luglio 2025
A Love Supreme 2025: Capestrano jazz continua a suonare, anche nel silenzio
Nel cuore d’Abruzzo, tra pietra e silenzio, c’è un luogo in cui il jazz respira, ascolta e medita. È Capestrano, ed è lì che il festival A Love Supreme – Incontri Jazz ha messo radici, celebrando la sua terza edizione come un appuntamento spirituale e necessario.
Nel chiostro senza tempo dell’Abbazia di San Pietro ad Oratorium, la musica si è fatta materia viva, memoria condivisa. Un arrivederci, più che una chiusura: il saluto ai presenti, domenica 29 giugno, è stato dolce e consapevole. Come un ultimo brano prima del bis.
Il merito è di chi ha creduto in questa visione: Nicola Capriati, ideatore e produttore, e Dimitri Grechi Espinoza, direttore artistico sin dall’inizio, sassofonista e pensatore del suono, con il suo progetto Oreb – Il significato spirituale del suono. Insieme hanno reso possibile qualcosa che va oltre un semplice festival musicale.
Con il sostegno di Francesco Boari, dell’Assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo, della Fondazione Carispaq e con il patrocinio del Consiglio Regionale, A Love Supreme – Capestrano Incontri Jazz ha portato ancora una volta il jazz dove il jazz mancava.
Tre appuntamenti, tre esperienze diverse, tre viaggi notturni sotto il segno di Round Midnight.
A dare il via alla rassegna, il pianista Emanuele Arciuli con Sound-Gone: un concerto eclettico, che ha intrecciato Monk con il Novecento americano, tra jazz impressionista e visioni spirituali, portandoci da New York al cuore dell’anima.
Poi è stata la volta di Gianluca Ruggeri e Ivano Guagnelli con Midnight Whispers, un set intimo e potente, che ha sussurrato nomi come Sakamoto, Cage, Pärt, in un’atmosfera sospesa. L’ingresso a sorpresa della soprano Rita Alloggia, sulle note di My Heart’s in the Highlands, ha commosso il pubblico con la sua grazia fragile e potentissima.
A chiudere la rassegna di Capestrano Jazz, l’incontro tra la chitarra di Giuseppe Continenza e il flauto di Geoff Warren. Il loro Around Midnight – The Journey ha esplorato la notte come un luogo da attraversare a piedi nudi, tra improvvisazioni fluide e dialoghi strumentali pieni di respiro.
Attorno al palco, un tessuto vivo di collaborazioni: l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila per le grafiche, le cartiere Favini, il Comune e la Pro Loco di Capestrano, lo spazio d’arte La Dama di Capestrano, la P.I.V.E.C. per la sicurezza, fino al prezioso lavoro tecnico di Domenico Matteucci per pianoforte, audio e luci.
«Vorremmo che il festival si radicasse ancora di più nel borgo, tra le sue pietre, i suoi angoli nascosti. La musica merita di abitarli, non solo di visitarli.»
– Dimitri Grechi Espinoza –
E mentre le note si disperdono nel vento, resta la certezza che A Love Supreme non è mai finito davvero. È solo in attesa del prossimo ascolto, sempre con Capestrano Jazz.