La sera del 28 gennaio 2018 è spettrale, la nebbia ricopre Milano e i suoi dintorni: la strada per arrivare al Circolo Magnolia di Segrate si distingue a malapena e nel parco sembrano aggirarsi strani spiriti.
L’evento a calendario promette uno spettacolo molto particolare, la prima data italiana di una band post rock strumentale molto famosa in Cina, gli Wang Wen.
A confermare l’interesse e la notorietà nella comunità cinese, si vedono infatti molti ragazzi cinesi, i quali sono accorsi per godersi questa data molto particolare.
Dopo un’attesa abbastanza fastidiosa e non riempita da nessun gruppo spalla, finalmente si spengono le luci e cominciano a salire sul palco i Wang Wen.
Sulle note dei vocalizzi del brano ‘Reset‘ si apre il live, omaggio al nono disco della loro produzione, “Sweet Home, Go!” – un album che si è rivelato molto fortunato ed ha permesso alla band di aprire le porte anche al di fuori della patria cinese.
Dopo il brano di apertura si prosegue con ‘Netherworld Water‘ e la sensazione spettrale che avevo avvertito poco prima torna a farsi presente.
Con le luci fioche che creano strane ombre, il leader della band si trova in piedi al centro del palco e suona la sua chitarra con l’archetto del violino cercando di farla cantare e ottenendo delle sonorità davvero particolari.
Saranno i capelli lunghi che nascondono il viso, il lungo archetto e la fitta nebbia che mi ha già condizionato, ma per un attimo un pensiero mi balena per la mente: «sembra quasi di avere di fronte uno shinigami». Poi lo shinigami sorride al pubblico e tutto torna normale.
I suoni diventano sempre più un oscillare tra momenti di grande intimismo e grandi cavalcate in crescendo piene di forza. La band suona a memoria e gli spazi sono riempiti in modo perfetto.
A turno la tromba o il trombone riempiono tutti gli spazi lasciati liberi dalla mancanza di una voce e nel complesso i musicisti suonano in modo impeccabile.
‘Sweet Home, Go!‘ è il brano che dà il nome al disco ed è forse il momento più intenso: in questo brano si possono sentire le influenze orientali, che si sposano e si contaminano con il rock più occidentale.
Una sensazione strana e che risulta il lato più interessante del progetto Wang Wen.
‘Welcome To Utopia‘ è l’ultimo brano ed è una sorta di addio – oppure solo un arrivederci?
Mentre ascolto i brani degli orientali penso ad una strana associazione di idee: sembra di riconoscere nelle loro sonorità qualcosa di familiare e già sentito.
Dovendo azzardare un nome al volo, su due piedi, vengono in mente i Massimo Volume.
Il paragone non è forse il più azzeccato ma nel tornare a casa mi trovo a cercare proprio loro su Spotify ed in attimo la voce di Emidio Clementi mi avvolge e rassicura.
Sono più che certo che sarebbe stata un’accoppiata perfetta unita alla frenesia ed energia dei Wang Wen.