W.A.S.P. live a Trezzo sull’Adda (MI): venticinque anni per “The Crimson Idol”

Un’accoppiata non inedita ha dato vita nel migliore dei modi alla data del tour celebrativo di “The Crimson Idol” dei W.A.S.P. al Live Music Club di Trezzo sull’Adda (MI).
Accanto ai colossi dell’heavy metal statunitense la sera del 9 novembre si sono infatti esibiti i nostrani Rain.
Un nome, il loro, che dovrebbe essere ben più conosciuto nel panorama italiano dal momento che sebbene con diverse line-up la band bolognese versa sudore e impegno sui palchi sin dal 1980.

Puntuali alle 21, i Rain iniziano a scaldare il numeroso pubblico presente proponendo un set ben pompato e sicuro che poggia su un muro sonoro alquanto granitico.
Restiamo tutti in ascolto tributando ai “nostri” ragazzi sentiti applausi per una performance degna del loro nome.
Compito non facile quello di supportare in selezionate date europee un tour celebrativo molto importante come quello dei W.A.S.P..
Al contempo, è anche l’apice di un tour che ha portato i Rain in giro per la presentazione del loro ultimo album “Spacepirates”.
Quasi 45 minuti di set che volano piacevolmente, proponendo pezzi validissimi quali l’opener (‘Kiss In The Back‘) per poi proseguire con ‘Kite ‘n Roll‘, ‘Hellfire‘ e ‘Bang Bus‘, brani che alzano l’attenzione prima di lasciare spazio al singolo estratto dal nuovo album.
Altri due pezzi molto ben studiati ed eseguiti portano a ‘The Gate‘, pezzo che saluta un pubblico sempre più coinvolto.

RAIN - Trezzo D'Adda (MI)

Dopo il dovuto cambio palco, tocca alla band di Los Angeles.
Esistono pochi gruppi che possono vantare le qualità oggettive dei W.A.S.P. e ancora meno quelle del suo fondatore, il sempre immenso Blackie Lawless.
Lawless è un artista che ha saputo coniugare la forza, l’energia e l’irriverenza del metal anni ’80 affiancando queste doti ad intelligenza e liriche mai banali.
Un lavoro che sfocia nella composizione del capolavoro “The Crimson Idol” del 1992, una vera rock opera: una storia raccontata attraverso l’intreccio di 12 brani il cui protagonista è il personaggio di Jonathan Aaron Steel.

Al Live Music Club si celebra dunque il venticinquesimo anniversario di questo album, le cui musiche durante la serata fanno da colonna sonora ad un film muto proiettato su tre schermi presenti alle spalle del palco.
Film che ipnotizza il pubblico e lo rende partecipe alla lunga, dolorosa, complessa e profonda ricerca dell’amore da parte di Jonathan.
“The Crimson Idol” è infatti un album che richiede una profonda attenzione delle liriche e della musica e che è stato riprodotto magnificamente da un gruppo composto da artisti dotati di una formidabile intensità.

WASP - Trezzo D'Adda (MI)
Il battere selvaggio delle pelli di Aquiles Priester scuote gli istinti primordiali sopiti dentro di noi mentre il grandissimo tocco del chitarrista Doug Blair e la presente ritmica di Duda riportano alla radice delle emozioni.
Emozioni che la voce di Lawless fa riverberare da corde dell’anima che si credevano perse nel tempo, surclassate dalla mediocrità imperversante del panorama musicale attuale.
Lawless è un rocker i cui occhi sanno scrutare l’anima di chi lo circonda.
A concludere la celebrazione di “The Crimson Idol” ci pensa ‘The Misconceptions Of Me‘ accompagnata dall’immagine toccante del fratello di Blackie Lawless, deceduto recentemente, posto su un letto a replicare la forma di un crocifisso.

WASP - Trezzo D'Adda (MI)
Dopo una pausa necessaria, ‘L.O.V.E. machine‘ e ‘Wild Child‘ ricordano a tutti come i W.A.S.P. sono arrivati alla fama e al consenso incondizionato dei propri fans.
“Golgotha” è il nuovo percorso, l’ultimo album uscito nel 2015 e che viene rappresentato per introdurre un inno.
Un inno che dovrebbe essere inciso nel cuore di tutti coloro che desiderano vivere intensamente questo battito di ciglia che si chiama “vita”, e che risponde all’urlo unanime di ‘I Wanna Be Somebody‘.

Fortunati sono stati coloro che hanno assistito alla serata poiché hanno ricevuto un boccone sostanzioso, non solo un assaggio, di quanto le capacità umane, la sensibilità, l’attenzione e l’onesta visione scarnata dal superfluo possono produrre in ambito musicale.
Una qualità che risiede nei grandi concept, a partire dal più noto “Tommy” dei The Who sino ad arrivare al meraviglioso esempio di “The Crimson Idol” dei W.A.S.P..


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