Verdena e Marlene Kuntz live a Prato: Una strada “alternativa”
Prosegue la proposta musicale offerta dal festival Settembre // Prato è spettacolo. Dopo il tutto esaurito di Gianna Nannini la prima sera, la seconda serata viene accompagnata da due fiori all’occhiello della scena rock alternative italiana, che animano la serata scuotendo gli animi del pubblico presente in Piazza Duomo. Infatti, la serata si apre con una performance brillante e coinvolgente dei Marlene Kuntz, storico gruppo rock alternativo, preludio di un’altrettanto convincente performance dei Verdena, band bergamasca che da diversi anni ormai si afferma come una delle proposte musicali più di successo del panorama alternative italiano.
I Marlene Kuntz propongono una scaletta che cerca di accontentare i fan più datati e non, e che cerca soprattutto di dare una visione globale della loro arte a persone come me, che non li avevano mai visti prima dal vivo, proponendo sul palco brani estratti da tutta la loro discografia, suonati con la passione e con la grinta di chi ha vissuto una vita intera sul palcoscenico. La band apre le danze con “L’Odio Migliore”, canzone che arriva dritta dal lavoro del ’99 “Ho Ucciso Paranoia”, proseguendo poi con vari nuovi pezzi estratti dall’ultimo disco “Lunga Attesa” come “Fecondità” e “Niente di Nuovo“, sottolineando il percorso musicale compiuto dagli anni ’90 fino ad oggi. Purtroppo, nonostante l’esperienza e la passione che la band è riuscita a trasmettere, l’intera performance è stata frenata da un soundcheck a mio avviso pessimo.
Volumi troppo bassi per un concerto Open Air come quello, suoni un po’ confusi che non permettevano di distinguere ed apprezzare a pieno ogni sfaccettatura dei brani presentati. Problemi tecnici a parte, il concerto è proseguito veloce come un treno, dove i brani si susseguivano rapidamente senza sosta, se non ogni tanto per un doveroso ringraziamento al pubblico numeroso e completamente coinvolto durante tutto lo show. Un turbine di emozioni viene offerto dalla band sul finale attraverso “Sulla Strada dei Ricordi“, “Ape Regina” e la conclusiva e famosa “Sonica“, che cala il sipario su una performance davvero degna di nota. Umiltà, esperienza, passione sono le parole che contraddistinguono il quartetto di Cuneo che non delude assolutamente le aspettative dei fan presenti.
Così termina la prima parte della serata, che lascia il pubblico stanco ma felice e pronto soprattutto ad accogliere calorosamente l’arrivo sul palco dei Verdena. Il cambio palco forse è stato un po’ troppo lento, e un intervallo lungo fra una performance e l’altra non è mai piacevole. Detto questo, l’esordio nella serata dei Verdena è a dir poco esplosivo. Brevissimo saluto, gioco di luci e si parte con “Ho Una Fissa“, direttamente da Endkadenz Vol. 1. Il pubblico va subito in estasi e la chiusura del primo pezzo è accompagnata da un boato che fa tremare letteralmente Piazza Duomo. Come per le altre date del tour attuale, la band suona solo pezzi provenienti dalle ultime due raccolte, ovvero Endkadenz Vol. 1-2. Il sound della band, come mostra la scaletta, è cambiato radicalmente rispetto agli esordi molto più rabbiosi e diretti. Le canzoni si sono fatte più raffinate e riescono a creare una bella atmosfera sul palco quando vengono accompagnate dalle luci quasi sempre cupe. Fortunatamente, i Verdena hanno goduto di un soundcheck migliore rispetto ai loro compagni di palcoscenico che si sono esibiti prima di loro, e ciò ha permesso alla band di esprimere a pieno l’emotività celata in brani a tratti “catchy” e allo stesso tempo contorti e difficili come “Diluvio” e “Sci Desertico“.
Performance davvero buona, portata avanti da musicisti che sanno ciò che fanno, e sanno come farlo bene. Ho adorato davvero la presenza scenica di alcuni membri in particolare della band e la suggestione che riescono a trasmettere in maniera nitida e forte a chiunque stia ascoltando e guardando lo show. Il concerto prosegue sull’onda dell’euforia grazie a brani trascinanti come “Contro la Ragione” e “Colle Immane“, facendo divertire fan di tutte le età, a dimostrazione del fatto che la musica, quando è fatta con passione, non conosce barriere generazionali. Lo show si conclude sulle note di “Funeralus“, tagliando fuori pezzi come “Un po’ Esageri” a causa delle tempistiche, probabilmente dovute a vari rallentamenti accumulati durante la serata.
Un concerto ottimo, penalizzato da alcuni problemi tecnici, ma che ha sicuramente offerto delle ore piacevoli, di buona musica e sano divertimento, confermando la preponderanza del genere rock alternative in Italia.
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