Shiva, è tutto d’oro (bianco) sul carro dei vincitori

di Emanuela Vh. Bonetti 4 Giugno 2025

La prima data del tour di Shiva è un trionfo di entusiasmo
Il sold out al Palazzo dello Sport e l’affetto dei giovani sono l’abbraccio che l’artista aspettava da tempo
Roma, 04 Giugno 2025
«Guarda quel ragazzo in transenna, che maglia indossa? Quella di Santana. Manco saprà chi è Santana se poi si ascolta Shiva…ma forse gliel’ha regalata il padre, la maglia. Anzi, sicuro»
Inizia il concerto. Dopo 30 secondi netti comprendo che il Santana sulla maglia del ragazzo non è Carlos ma il titolo dell’ultimo album di Shiva in collaborazione con Sfera Ebbasta. È un attimo, mi sento vecchia e fuori luogo.
Alla veneranda età di 42 anni, la trap e i suoi derivati italiani di nuova generazione sono per me un linguaggio criptico. Qualcosa che non capisco e spesso veicola messaggi che non condivido. Messaggi potenzialmente pericolosi e distopici per quegli adolescenti in fase di crescita che, in virtù dei mancati strumenti necessari, non distinguono la vita reale dall’immaginario raccontato.
Eppure, è proprio grazie alla curiosità di capire cosa affascini così tanto i giovani d’oggi se, ogni tanto, mi spingo ad esplorare questo universo. Stavolta è toccato a Shiva, croce e delizia dei palchi tanto quanto delle pagine di giornale.
Ma chi è Shiva?
Due righe introduttive, per gli inesperti come me, sono obbligatorie. Fatemi fare la Millennial.
Shiva, all’anagrafe Andrea Arrigoni, è nato a Legnano nel 1999 (Gen Z) e cresciuto nell’hinterland milanese. Fin da adolescente si è avvicinato alla musica, pubblicando il suo primo Ep, “La via del guerriero”, a soli 15 anni. Dicono che «il suo stile si distingue per testi intensi e diretti, spesso intrisi di riferimenti alla realtà urbana e a esperienze personali». Il che, banalmente, suona un po’ come la solita frase preconfezionata che dice tutto e non dice nulla.
Nel 2022 “Milano Demons” raggiunge la vetta delle classifiche e fioccano le collaborazioni: il già citato Sfera, Marracash, Geolier. “Santana Money Gang”, oggetto della mia gaffe, ha ulteriormente ampliato la popolarità di Shiva.
Cronache di una brutta parentesi
Nel luglio 2023 Shiva è stato coinvolto in una sparatoria avvenuta fuori dalla sua casa discografica a Settimo Milanese, durante la quale due giovani sono stati feriti alle gambe. Secondo le indagini l’episodio sarebbe scaturito da una tentata aggressione nei confronti del rapper e dei suoi amici. Arrestato con l’accusa di tentato omicidio, Shiva è stato inizialmente detenuto a San Vittore per poi ottenere gli arresti domiciliari nel febbraio 2024. Nel marzo 2025, la pena è stata ridotta a 4 anni e 7 mesi, con la concessione dell’obbligo di firma, permettendogli di riprendere le esibizioni dal vivo.
Ho opinioni in merito? Non lo so. Questo è un magazine che si occupa di musica e non di cronaca. E a ben pensarci, non è obbligatorio dover commentare qualsiasi cosa accada. Da tutto questo nasce in me una sola domanda: perché tra i giovani girano armi come un tempo giravano caramelle? Segue poi una considerazione: io non ero lì e non ho mai vissuto un’esperienza simile. Non posso giudicare ciò che non conosco. Ciò che è certo, è che subire un’aggressione, sparare con un’arma e vivere il carcere non è qualcosa di semplice da superare a livello psicologico. Perché no? Perché scegliere la trap non fa di un ragazzo un gangster.
Il ritorno sul palco
Qui si vuole parlare di musica ma è doveroso dare una panoramica generale sull’artista. Sì, perché questa di Roma è la prima data dal vivo di Shiva dopo il buio degli ultimi due anni. È il suo ritorno alla musica. Un ritorno che, a giudicare dalla risposta, è stato a lungo atteso dai fan. E molto, molto apprezzato.
Questa prima tappa segna un momento importante nella sua carriera, sia da un punto di vista artistico che sul piano strettamente umano. Più che i suoi brani (mi limiterò a dire che la scaletta ha spaziato dai suoi successi più noti ai pezzi dell’ultimo album), vorrei riuscire a trasmettere il coinvolgimento emotivo dei ragazzi presenti. E vorrei arrivasse, a chi legge, anche la timidezza di un giovane che a 26 anni d’età ha vissuto davvero tanto- forse troppo.
«Finalmente fuori»: sono queste le prime parole, dettate dall’emozione e con gli occhi che brillano. Hanno il sapore di chi ha sofferto davvero e di chi ha provato, forse per la prima volta, paura. Un paura che ad ora è superata ma che lascia una cicatrice interna.
Il palco, tra fiamme e visual, è la casa di un Shiva che vuole aprirsi ma non riesce a farlo completamente. Sarà scena, sarà un modo per schermarsi: i primi due brani lo vedono interamente coperto, il viso non si vede molto bene. Sorrido perché è circondato da ragazzi a petto nudo. Il pubblico, maschile a maggioranza netta, è una folla assurda di ragazzetti con cappello e senza t-shirt, braccia e cellulari alzati, tutti che cantano e si muovono in un’onda compatta. Il coinvolgimento è evidente ma per Shiva serve un po’ di tempo per riabituarsi.
Quando si passa del tempo in gabbia (sì, gabbia, non gabbio) non è facile ed immediato tornare a spiegare le proprie ali. E indipendentemente da ciò piace o meno a me, parlando di musica, questo ragazzo ieri mi ha smosso qualcosa dentro.
Spesso vogliamo apparire ciò che non siamo. Troviamo un alter ego che ci rende più facile la sopravvivenza al quotidiano. E forse, il fatto di aver iniziato tutto questo da adolescente, in Andrea indica un’irrequietezza che supera con Shiva. Ma Shiva, quando serve, chi lo supporta? La risposta è evidente – tutti i fans che lo seguono da anni, non uno di meno.
Come non è un’aula di tribunale, questa non è nemmeno una seduta di analisi. Mi fermo qui. Anzi, aggiungo una sola postilla: senza troppo bigottismo, una cosa me la chiedo: era necessario un brano come ‘D&G’? Ecco, a voler muovere una critica nomino questo. Ma dovrei fare la recensione al disco, per puntare il dito contro un pezzo, e qui si parla invece del concerto.
Vai Andrea, il palco è tutto tuo: goditelo fino all’ultima data del tour e ancor di più. E poi scrivimi e dimmi se te lo sei mai ascoltato, il vero Santana.