Peter Hook & The Light live a Firenze: un tributo ai Joy Division

Giovedì 10 dicembre al Viper Theatre di Firenze torna in scena una vecchia pietra miliare del rock britannico: Peter Hook con i The Light , che ci ripropone dal vivo i due album dei Joy Division, “Closer” e “Unknown Pleasures”.

Peter Hook & The Light - Firenze
Nel 2010 il signor Peter Hook, bassista e fondatore di uno dei gruppi post punk più influenti della musica (i Joy Division, poi New Order), avviò un progetto con lo scopo di celebrare il trentennale della morte del leader della band, Ian Curtis, “il poeta maledetto”.
Tutto ciò consisteva nel riproporre in maniera fedele lo storico album di debutto “Unknown Pleasures”, un disco che ha lasciato il segno nei cuori di troppe persone ma anche nella cultura musicale e non.
Visto l’incredibile successo in termini di pubblico, Peter Hook ha continuato a portare avanti il ricordo di quel che fu con moltissimi tour in tutta Europa facendosi accompagnare dalla sua nuova band, i The Light, e incrementando il set con l’aggiunta di “Closer”, il secondo e ultimo album dei Joy Division, considerato da molti il testamento di Ian Curtis.
Ecco quindi che a dicembre del 2015 torna nuovamente in Italia Peter Hook & The Light con tre date, delle quali Firenze è la prima.

Arrivo mediamente presto e trovo un Viper Theatre ancora non gremito di gente, ma che si sarebbe riempito da lì a poco.
Nell’attesa del concerto gli organizzatori hanno deciso di allietare il pubblico con la proiezione del film cult “24 Hour Party People”, che racconta la storia della Factory Records di Manchester e dei suoi artisti – tra cui, ovviamente, i Joy Division.
Alle 22.30, come da scaletta, si presenta sul palco il nostro temerario Hooky in t-shirt bianca attillata imbracciando il suo fedele basso, che rimarrà quasi inutilizzato per la maggior parte del concerto. Insieme a lui il gruppo composto da David Potts alla chitarra, Jack Bates al basso, Paul Kehoe alla batteria (che da lontano sembrava un incrocio tra Andy dei Bluvertigo e Paolo Benvegnù, giuro!) e Andy Poole alle tastiere.
Peter Hook & The Light - Firenze
L’apertura del concerto, che parte in sordina, viene affidata a un set di mezz’ora composto da sette brani dei New Order: bisogna aspettare il quarto pezzo, ‘Age of Consent‘, affinché il pubblico si scaldi in un crescendo che tocca il suo apice con ‘True Faith‘.
Dopo una breve pausa, alle 23.10 Peter Hook & The Light tornano sul palco per dare il via al vero e proprio tributo ai Joy Division.
Si parte con “Closer” introdotto dal brano ‘No Love Lost‘ tratto dall’Ep “An Ideal for Living” e si ripropone fedelmente la tracklist originale.
Con la stessa formula viene poi riproposto “Unknown Pleasures”, album sicuramente più cantato e ballato dal pubblico.
Il concerto si conclude nella gioia dei tanti con ‘Digital‘, ‘Transmission‘ e ‘Love Will Tear Us Apart‘, tre inni della produzione della band di Manchester.
È l’una circa e un Peter Hook molto riconoscente, sudato e a petto nudo saluta un pubblico più che soddisfatto.

Io però non lo sono.
Non lo sono perché in un’esibizione commemorativa per Ian Curtis ha poco senso riproporre i pezzi dei New Order, ovvero la band che si è formata dopo la morte dello stesso.
Soprattutto, non ha senso farlo in un momento in cui i suddetti (contro cui il nostro Peter Hook è da molto tempo impegnato in battaglie legali) sono in tour per la promozione del loro ultimo lavoro discografico, “Music Complete”.
Penso anche che dopo cinque anni, invece di tentare di rinnovare parzialmente questa esperienza (con l’aggiunta di “Closer” allo spettacolo) Hooky avrebbe potuto impegnarsi nella realizzazione di un progetto ex novo, qualcosa che non abbia il sapore di un modo troppo semplice per far soldi.

Dal punto di vista tecnico, è impossibile invece non notare quanto Peter Hook non sia un cantante e quanto la sua estensione vocale non sia adeguata ad alcune delle tracce eseguite: nella mia testa non può fare a meno di crearsi il parallelo tra l’emozionante performance di ‘Love Will Tear Us Apart‘ lo scorso mese a Londra, eseguita dai New Order con Bernard Sumner alla voce, e quella dal sentore puramente revivalistico di giovedì.

Ph. © Davide Poggi: per vedere tutte il set completo del concerto clicca qui

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