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Pantera

Pantera, l’ennesimo concerto memorabile

Il ritorno dei Pantera ha conquistato l’Unipol Arena

La band di Phil Anselmo torna a Bologna e ci insegna che è questo tutto ciò di cui abbiamo bisogno

Casalecchio di Reno (BO), 12 Febbraio 2025

«Lo show offerto a Bologna è stato un grandioso successo, con oltre 12 mila partecipanti presenti ad un’occasione che – diciamocelo – potrebbe essere difficilmente replicabile».

Queste furono le ultime parole famose della sottoscritta quando, in quel di Bologna il 1 luglio del 2023, si ritrovò fresca di performance di uno dei migliori concerti della storia della musica metal degli ultimi anni. Ebbene, un anno e mezzo più tardi, grazie al supporto e all’enorme desiderio di MC2 Live di riportarli in patria almeno una seconda volta, i Pantera decidono di regalarci un nuovo appuntamento live  che, come da prassi, ha ancora una volta registrato un cospicuo numero di spettatori, accorsi da ogni parte di Italia (e non solo), per rendersi testimoni dell’ennesimo valore inestimabile di una band che ha letteralmente fatto la storia! 

Venue scelta per questo nuovo appuntamento imperdibile è niente di meno che l’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Già dal primo pomeriggio lo spazio antistante la struttura è completamente stipato, tant’è che molti, poco prima dell’apertura cancelli, si troveranno un pochino in difficoltà per poter trovare una posizione idonea per parcheggiare l’auto senza il rischio di incorrere in multe salate (ebbene sì, da alcuni anni il comune ha deciso di “bloccare” la zona ai non residenti e di elargire, laddove fosse ritenuto valido, una bella multa per divieto di sosta non autorizzato, ndr).  Segno, questo, che quando  il metal chiama, Bologna risponde in grande stile, perché mancare ad un evento del genere sarebbe stato un errore imperdonabile, poiché le tre band in cartellone questa sera hanno offerto uno show che definire sublime sarebbe un pochino riduttivo! 

Ad accompagnare Anselmo e soci in questa nuova tranche europea troviamo due solide realtà del panorama grind/thrash degli ultimi anni, gli australiani King Parrott, band già presente nel nutrito roster di casa Anselmo e della sua Housecore Records, e i texani Power Trip, vera rivelazione della serata, a detta di chi scrive. Ma procediamo con calma: dopo aver smaltito la chilometrica fila posta all’esterno della venue – fila smaltita per ben due volte, vista la confusione dettata da alcuni addetti alla sicurezza – al mio ingresso nella struttura si denota all’interno del parterre almeno ¼ della gente che mi sarei aspettata di vedere, complice forse le tempistiche – troppo dilatate a mio avviso – per effettuare i necessari controlli di sicurezza, tant’è che molti paganti, a fine serata, lamenteranno di essersi persi una grossa fetta dello show. 

King Parrot

La band australiana è già attiva sul palco da almeno una decina di minuti e chi si trova assiepato lungo la transenna si gode piacevolmente lo show offerto dai nostri, una performance che, ahimè, si consumerà in appena 30 minuti scarsi, giusto il tempo di rigustare qualche perla del passato e altre tratte dalla discografia più recente, di cui “A Young Person’s Guide To”, in uscita a maggio di questo anno.

Chi scrive aveva avuto il piacere di vedere all’attivo il combo di Melbourne solo una volta nel 2016 allo Zona Roveri di Bologna, in occasione del tour che la band condivideva ai tempi con Exodus, Prong e Obituary. Già allora, la band, sebbene abbastanza sconosciuta ai tempi a molti spettatori e fan italiani, ebbe modo di fornire al pubblico bolognese una buona performance con solo due album all’attivo. A distanza di nove anni, i nostri tornano più carichi e rozzi che mai, preparandoci così ad un set bello energico, marcio e spietato al punto giusto che, per l’occasione, verterà maggiormente su “Bite Your Head Off” del 2012, da cui verrà estrapolata la maggior parte della scaletta.

Matt “Youngy” Young è bello fomentato, si diverte e saltella all’impazzata da una parte all’altra del palco, mentre il resto della band sembra bello concentrato sul proprio lavoro, tanto da non concedersi molta interazione col pubblico bolognese; menzione a parte va per il bassista Slatts Everyday che, incurante del proprio aspetto, si è mostrato a petto nudo, con pancetta alcolica bella in vista, per tutta la durata del set, regalando qualche sorrisetto imbarazzato ai fan disposti lungo la transenna. Complessivamente, vista anche la lineup di questo nuovo appuntamento live con i Pantera, i King Parrot erano, in effetti, l’unica band più in linea dell’intero cartellone, senza nulla togliere ai Power Trip, che sono stati bravissimi, ma sarà che, visto che gli australiani sono i figliocci di etichetta dello stesso Anselmo, non stupisce vederli nello stesso bill a fianco dei Pantera. 

King Parrot
King Parrot

Terminata la parentesi brutal/grind degli australiani, l’organizzazione decide di intrattenere l’audience bolognese (sempre più in costante aumento tanto che nel giro di un’ora appena il parterre, così grossa parte degli spalti, verrà riempita quasi fino al raggiungimento della sua capienza) trasmettendo sui maxi schermi alcuni video musicali di una manciata di band del roster anselmiano, tra cui niente di meno che gli Scour, la nuova band extreme metal del buon zio Phil, che proprio a breve pubblicherà il suo album di debutto, “Gold”, su Nuclear Blast Records. Un’attesa decisamente piacevole e stuzzicante che ha permesso di entrare in contatto con realtà musicali interessanti anche a chi, come la sottoscritta, non ne fosse decisamente a conoscenza! 

Power Trip

Alle 19.50 precisi come un orologio svizzero, i Power Trip dal Texas prendono possesso del palcoscenico dell’Unipol Arena e sulle note di ‘Soul Sacrifice’ danno inizio al loro show portando con sé quella voglia di riscatto e di tornare a spaccare il mondo. La band, infatti, è rimasta inattiva negli ultimi anni a causa della scomparsa del frontman Riley Gale e solo una manciata di anni fa ha deciso di tornare alla ribalta con un nuovo cantante, Seth Gilmore, che in questa nuova sede live si è ritagliato un ottimo spazio senza mai mettere in ombra i suoi compagni, dando prova di essere un frontman con gli attributi!

La scaletta, viste le circostanze di cui siamo a conoscenza, è stata sapientemente basata sul secondo disco della band, “Nightmare Logic” (2017), da cui sono stati presentati ben 5 brani sugli otto previsti. L’esecuzione da parte di tutta la band è quasi chirurgica, Seth Gilmore in questa prova live ha dato una prova eccelsa della propria capacità canora, senza mai sfigurare un istante, complice anche una band che, visto il vissuto degli ultimi anni, ha ancora tanta voglia di spaccare il mondo e lo vuole fare al meglio delle proprie possibilità.

Il concerto scivola forse fin troppo velocemente, ma nel corso dei 45 minuti messi a propria disposizione, il combo di Dallas offre una performance bella rocciosa, una vera mina che non vedeva l’ora di esplodere sul palco e che, in poco tempo, ha investito ogni singolo astante con audacia e una grinta che, al giorno d’oggi, poche band sanno di possedere. I nostri, inoltre, non hanno potuto esimersi dal regalare un siparietto interessante: poco prima del termine del concerto, Nick Stewart, chitarrista della band, vedendo l’incredibile foga del pubblico qualche minuto prima, si rivolge agli astanti bolognesi, chiedendo loro di concludere la performance con un bel circle pit.

Il pubblico, forse stordito in quel frangente o semplicemente non troppo recettivo alla richiesta del musicista, rimane attonito a fissarlo inerme e quasi sconnesso; il musicista, di tutta risposta, non si è fatto troppi scrupoli mostrando il proprio pollice in segno di gratitudine e ha proseguito il concerto insieme alla band come se niente fosse successo.

Power Trip
Power Trip

Entusiasti e grati di aver potuto tornare a suonare live dopo un lustro in silenzio, la band texana saluta il caldo pubblico bolognese dopo la classica foto di rito che la ritrae in compagnia di un parterre quasi al limite della propria capienza e si appresta a cedere il passo ai Pantera, già pronti dietro alle quinte in attesa di fare il loro trionfale ingresso.

Una performance ottima quella fornita dai texani che, si spera, possa essere replicata quanto prima, magari complice l’arrivo del tanto atteso terzo album in studio, attualmente messo in pausa, confidando che questo tour e questa voglia di rimettersi in pista possa essere di buon auspicio per il quintetto di Dallas. 

Pantera

Neanche il tempo di far scendere i cinque musicisti sul palco che, dall’alto, viene calato il banner nero raffigurante la scritta “Pantera”, segno che da lì a poco l’Unipol Arena sarebbe esplosa in un forte boato, pronta a far casino con i propri beniamini.

Di tanto in tanto si scorge qualche addetto della crew che fa capolino qua e là per controllare che tutto sia perfetto ed è proprio intorno alle 21 che si spengono le luci e sui maxi schermi posti ai lati del grosso allestimento del palco, vengono proiettate le immagini della band nel loro periodo d’oro, quello di “Vulgar Display Of Power”, con i fratelli Abbott al loro massimo splendore, in una veloce sequenza che ci mostra quei ragazzini di Arlington nelle varie vicissitudini ripercorse durante la loro ricca carriera musicale.

Inutile negarlo: vedere così tanti filmati che ci mostrano Vinnie Paul e Dimebag, la cui dipartita ha lasciato profonde cicatrici nel cuore dei fan, procura, come sempre, quella velata malinconia che, volente o nolente, colpisce anche gli animi più ostili. Ed è proprio con ‘A New Level‘, seguita da ‘Mouth For War‘, che i Pantera fanno il loro trionfale ingresso sul palcoscenico dell’Unipol Arena, scatenando ancora di più gli animi già belli impetuosi del pubblico sottostante.

Phil Anselmo, nella sua veste estiva con canotta dei King Parrot, pantaloncini corti e, ovviamente, piedi nudi, si presenta bello carico, saluta e ringrazia il pubblico tra una canzone e l’altra senza mai perdere quell’appeal e quell’immagine di bad boy che, da decadi, gli è stata cucita addosso. Come già palesato anche nello show di Bologna un anno e mezzo fa, i Pantera decidono di mantenersi su tonalità basse, forse per facilitare tutto il team nella resa di un concerto senza precedenti. Phil, come già detto, è in forma smagliante, così come lo è il resto della band, ovvero il suo fedele amico e compagno di (dis)avventure Rex Brown, concentratissimo sul proprio basso, Zakk Wylde, posto sulla destra, intento a sfoggiare le sue incredibili capacità tecniche tra un riff e l’altro e Charlie Benante, che in questa sede si è ritagliato davvero uno spazio tutto suo, dimostrando di essere un artista eccelso e tecnicamente qualificato per la band.

Se, infatti, il batterista aveva già dato prova di essere un ottimo elemento nello scorso tour dove, per l’occasione, sembrava non voler “replicare” le gesta di chi lo ha preceduto ma, al contrario, volerlo tributare nel miglior modo possibile, in questa nuova leg europea il musicista ha alzato ulteriormente la propria asticella: infatti, il musicista non solo ha voluto portare con sé due action figure dei fratelli Abott, ma li ha persino voluti omaggiare dedicando loro la nuova “pelle” della grancassa della batteria, dove, appunto, sono raffigurati i visi dei due compianti artisti, regalandoci così una prestazione notevole che ci ha letteralmente lasciato senza parole.

Ed è con ‘Far Beyond Driven’, che quest’anno festeggia ben 31 anni, che il cuore pulsante dello show si attiva maggiormente con le sferzate brutali e aggressive di ‘Strenght Beyond Strength’, ‘Becoming’, ‘I’m Broken’ e ‘5 Minutes Alone’, intermezzata da ‘Suicide Note Part I’, tratta da “The Great Southern Trendkill” del ’96. Impossibile non lasciarsi trasportare dalla foga e da quella voglia brutale di scuotere la testa fino allo sfinimento su brani che, letteralmente, hanno fatto la storia della band! 

Si continua più battaglieri e famelici come non mai con la tripletta ‘This Love’, ‘Flood’ e l’immancabile ‘Walk’, cantata a squarciagola da tutti i singoli astanti presenti questa sera, che per l’occasione vedrà una piccola partecipazione extra sul palco da parte di Matthew Young e Seth Gilmore in veste di coristi d’eccezione.  

‘Yesterday Don’t Mean A Shit‘ annuncia la conclusione di un’altra serata memorabile che, complessivamente, ci presenta una band che, nonostante le varie vicissitudini passate, non ha alcuna intenzione di mollare la presa. I Pantera sono più vivi che mai e, ancora una volta, lo hanno dimostrato senza far prigionieri e lasciando, bene o male, il pubblico bolognese ben soddisfatto della qualità offerta in questa sede.

Ad oggi, la sottoscritta intenzionalmente non lascerà alcuna parola di auspicio, poiché in passato non era ben chiaro se vi fosse stata la possibilità di riportare una band di questo calibro nuovamente in Italia. Visto il successo della scorsa esibizione e il desiderio ardente di riportare una delle maggiori potenze americane in ambito musicale nuovamente nel nostro Paese, questa volta mi limiterò semplicemente a dire: «Tornate presto, cari Pantera. Il mondo della musica ha ancora bisogno di voi, ora più che mai». Sperando che questo, davvero, possa essere di buon auspicio in un futuro non troppo lontano.

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