Niccolò Fabi live a Mestre (VE): uno spettacolo meravigliosamente eclettico
Il tour “Una Somma Di Piccole Cose” scende dai palchi ordinari: a partire da dicembre 2016 approda in auditorium, teatri, anfiteatri e location all’aperto.
Venerdì 20 gennaio è il Teatro Corso di Mestre (VE) ad ospitare Niccolò Fabi e la band che lo accompagna, composta dal cantautore Alberto Bianco, i polistrumentisti Damir Nefat, Filippo Cornaglia e Matteo Giai.
La location non è troppo fastosa, il palcoscenico è vestito in modo essenziale: strumenti, alcuni fari su lunghe aste ed altri dettagli che ad una prima occhiata non suscitano particolare attenzione.
Le sedute sono al completo e il pubblico sembra attendere con pazienza l’inizio del concerto – uno show di oltre due ore che si rivela poetico, ma non tralascia i momenti di allegria.
In scaletta i brani dell’ultimo album, tra cui l’omonima ‘Una somma di piccole cose’, ‘Ha perso la città’, ‘Facciamo finta’ e una dolce versione de ‘Le chiavi di casa’.
Non mancano i must del repertorio quali ‘Costruire’ e ‘Mimosa’, ed il brano interpretato insieme al collega/amico Max Gazzè, ‘Vento d’estate’
Già dall’inizio dello spettacolo mi sorgono spontanee alcune riflessioni.
Niccolò Fabi è un cantautore di indubbio talento ma dai testi complessi e le musiche non sempre ballerine: tendenzialmente ciò significa che o ti piace o dopo due canzoni cambi disco.
Inoltre, il teatro è bello e l’atmosfera è invitante, ma diciamoci la verità: visti i toni dolci e concilianti, il rischio di noia è sotto al sedile.
Dite che ho dormito?
No, non ho dormito e questo perché Niccolò Fabi è meravigliosamente eclettico: profondo ma leggero, esilarante, a tratti comico, mai scomposto.
Ti fa ridere e pensare, poco importa se, come nel mio caso, non sei un fan della prima ora e non ne conosci tutte le canzoni.
I testi sono intimi, aprono una strada da percorrere a piccoli passi… per andare dove non si sa, se dentro l’emotività dell’artista o nella tua di ascoltatore.
Le musiche sono bene incorniciate dall’acustica teatrale e da una band che esegue i brani con trasporto.
Le luci, nella loro semplicità si mostrano curate e varie, una giusta proporzione tra zone illuminate e momenti di controluce.
L’attenzione della sala mi sembra costante, la mia lo ammetto è altalenante.
Sulle note di ‘Lasciarsi un giorno a Roma’ (che personalmente adoro) il pubblico rompe lo schema ordinato del teatro e si concentra sotto il palcoscenico per ballare e saltare.
In chiusura c’è spazio anche per la voce di Alberto Bianco e il suo brano ‘Filo d’erba’.
Direi che un giudizio oggettivo è difficile, ma il nome del tour forse non è casuale.
Questo concerto non è per tutti ma è per chi lo vuol gustare: è davvero “una somma di piccole cose”.
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